2023
Novel factors of the tumor microenvironment involved in the resistance to palbociclib in breast cancer
L’inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti (CDK) 4/6 Palbociclib ha dimostrato notevole efficacia in combinazione con la terapia endocrina (ET) per il trattamento del carcinoma mammario avanzato positivo al recettore degli estrogeni (ER) e negativo al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2). Il Palbociclib esplica la sua attività inibitoria sulla proliferazione cellulare inibendo il pathway CDK4/6-Rb-E2F, comunemente disregolato nelle cellule neoplastiche. Nonostante la dimostrata efficacia terapeutica del Palbociclib e degli altri inibitori delle CDK4/6, nelle pazienti affette da cancro al seno metastatico sono ricorrenti fenomeni di resistenza, intrinseca o acquisita. Nel presente lavoro di tesi è stato valutato il potenziale coinvolgimento del microambiente tumorale (TME) nella resistenza al Palbociclib in cellule di carcinoma mammario ER-positivo e HER2-negativo. In particolare, è stata valutata l’attività biologica del Palbociclib nei fibroblasti associati al tumore (CAFs) attraverso il recettore estrogenico di membrana accoppiato a proteina G (GPER), del quale è nota la capacità di mediare risposte pro-infiammatorie in varie componenti del TME mammario. Inizialmente, sono stati condotti esperimenti di docking molecolare che hanno evidenziato la capacità del Palbociclib di interagire con GPER. Successivamente, dopo aver isolato i CAFs da tessuti di carcinoma mammario, esperimenti di silenziamento genico, real-time PCR e western blotting, hanno evidenziato che il Palbociclib stimola l’attivazione del pathway trasduzionale mediato da GPER e l’up-regolazione di alcuni geni target. Inoltre, il saggio TaqMan™ Human Chemokines Array ha permesso di dimostrare il coinvolgimento di GPER nell’incremento indotto dal Palbociclib di 15 geni pro-infiammatori nei CAFs. Mediante analisi bioinformatiche e k-means clustering, condotti su dati provenienti da dataset di pazienti affette da carcinoma mammario, è stato evidenziato che i livelli di espressione dei suddetti geni sono correlati ad una peggiore sopravvivenza e a caratteristiche cliniche correlate a prognosi infausta. Infine, saggi di co-coltura 2D e 3D hanno dimostrato una diminuzione dell’efficacia del Palbociclib di ridurre la vitalità di cellule tumorali mammarie quando mantenute in coltura con i CAFs. Tuttavia, abbiamo osservato come la sensibilità al Palbociclib viene mantenuta nei saggi di co-coltura in cui nei CAFs è stata silenziata l’espressione di GPER, dimostrando che tale recettore, facilitando l’interazione funzionale tra cellule tumorali e CAFs, può contribuire alla resistenza al Palbociclib. Complessivamente, i suddetti risultati suggeriscono che l’inibizione di GPER nel TME potrebbe rappresentare un’importante strategia terapeutica al fine di superare la resistenza al Palbociclib in tumori mammari ER-positivi e HER2-negativi. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per approfondire il complesso ruolo di GPER nel TME mammario.