The idea about the argument presented in my thesis comes from a personal fact: my brother, at that time, twenty – four years old, disappeared for eight months and lived as abscond. He was wanted because he committed several robberies in many jewelers spread in all Italy. On 26th October 2010 he was arrested in Caserta and stayed in prison for six years; during the imprisonment he spent time reading, writing, working and professing evangelic religion. The aim of my thesis is to analyze how prisoners can find a sense and can survive in a coercive dimension like prison. First chapters are about the jail’s history and the evolution of regulations about the introduction of cultural activities like writing, reading, theatre workshop, religion and so on. In the second part there are some interviews to two prisoners, an educator, a writer, the chaplain of the House of Young placed in Pavia, a psychotherapist and a sociologist.

La tesi tratta le tecniche culturali introdotte nelle carceri con lo scopo di riabilitare il detenuto. L’idea nasce da un fatto personale: mio fratello all’epoca ventiquattrenne, scomparve per otto mesi, durante i quali visse come latitante. Era ricercato perché commise numerose rapine a danno di alcune gioiellerie sparse in tutta Italia. Il 26 ottobre 2010 venne arrestato a Caserta e durante i sei anni trascorsi in detenzione si dedicò alla lettura, scrittura, lavorò per una cooperativa e si convertì alla religione evangelica. Lo scopo della tesi è di analizzare come i detenuti riescano a trovare un senso e possano sopravvivere in una dimensione coercitiva come quella del carcere. I primi capitoli sono dedicati alla storia del carcere e all’evoluzione normativa riguardo l’introduzione di attività culturali come la scrittura, la lettura, laboratori di teatro, spazi religiosi. Nella seconda parte ci sono alcune interviste, fatte a due detenuti, ad un educatore, ad uno scrittore, a cappellano della Casa del Giovane a Pavia, ad uno psicoterapeuta e ad un sociologo.

Quando il carcere diventa un’opportunità di rinascita

GARLASCHÈ, ALESSANDRA
2015/2016

Abstract

The idea about the argument presented in my thesis comes from a personal fact: my brother, at that time, twenty – four years old, disappeared for eight months and lived as abscond. He was wanted because he committed several robberies in many jewelers spread in all Italy. On 26th October 2010 he was arrested in Caserta and stayed in prison for six years; during the imprisonment he spent time reading, writing, working and professing evangelic religion. The aim of my thesis is to analyze how prisoners can find a sense and can survive in a coercive dimension like prison. First chapters are about the jail’s history and the evolution of regulations about the introduction of cultural activities like writing, reading, theatre workshop, religion and so on. In the second part there are some interviews to two prisoners, an educator, a writer, the chaplain of the House of Young placed in Pavia, a psychotherapist and a sociologist.
2015
When prison becomes an opportunity for rebirth
La tesi tratta le tecniche culturali introdotte nelle carceri con lo scopo di riabilitare il detenuto. L’idea nasce da un fatto personale: mio fratello all’epoca ventiquattrenne, scomparve per otto mesi, durante i quali visse come latitante. Era ricercato perché commise numerose rapine a danno di alcune gioiellerie sparse in tutta Italia. Il 26 ottobre 2010 venne arrestato a Caserta e durante i sei anni trascorsi in detenzione si dedicò alla lettura, scrittura, lavorò per una cooperativa e si convertì alla religione evangelica. Lo scopo della tesi è di analizzare come i detenuti riescano a trovare un senso e possano sopravvivere in una dimensione coercitiva come quella del carcere. I primi capitoli sono dedicati alla storia del carcere e all’evoluzione normativa riguardo l’introduzione di attività culturali come la scrittura, la lettura, laboratori di teatro, spazi religiosi. Nella seconda parte ci sono alcune interviste, fatte a due detenuti, ad un educatore, ad uno scrittore, a cappellano della Casa del Giovane a Pavia, ad uno psicoterapeuta e ad un sociologo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/10309