Since the creation of the Sherman Act of 1890 up to now, the institutions for the protection of competition called "Anti-trust Authorities" have tried to prevent the restriction or violation of regulations that guarantee the correct development of the market. Price fixing, territorial division, dumping or "predatory pricing" are all illegal activities that authorities try to monitor with economic indicators and surprise investigations, which often are not enough to prove the guilty of certain secret and illegal practices, in fact, to prove secret agreements between companies in a courtroom is extremely difficult and expensive, not having "help from within" available. In 1978 in the United States (and subsequently in 1996 in the EU), for the first time the "Leniency Programs" were introduced, a sophisticated judicial procedure in which companies can report a cartel or illegal action in which they were involved receiving in return an amnesty on punishment (in the United States there is a prison sentence) or on the fine, of course, provided they bring sufficient evidence to the authorities to incriminate the other companies involved. Thanks to the "Leniency Programs" there was a revolution in the field of antitrust and in the prevention of the formation of cartels, becoming the main instrument of the authorities in the fight against market restriction. In the course of my thesis I have described how the procedures that characterize the "leniency Programs" vary across the countries that use them and how they have overhauled them over time. The last ten years have seen a theoretical development at the forefront of predicting the behavior of the so-called "Whist-Blowers" thanks to the study of repeated games in oligopoly situations. The researchers in this field theorize that the natural evolution of amnesty policies are the "Reward Policy" where not only the informants are remit fines and penalties but are even compensated with some monetary gains. This is justified by the fact that (from the name anti-trust) the competent government authorities must "undermine" the confidence of the managers involved in these illegal practices from both the "corporate" point of view, when a company applies for " leniency notice and also from the "individual" point of view, ie when they come to "blow the whistle" personnel employed within the company. In fact, the "Reward policies", according to empirical studies such as that of Spagnolo, have a deterrence effect in the process of agreement between the economic actors involved in carrying out illegal activities.

Dall’emanazione dello Sherman Act del 1890 fino ad oggi, le istituzioni a tutela della concorrenza denominate “Autorità Anti-trust” hanno cercato di prevenire la restrizione o la violazione delle normative che garantiscono un corretto sviluppo del mercato. La fissazione di prezzi, la divisione territoriale, il dumping o il “predatory pricing” sono tutte attività illegali che le autorità tentano di monitorare tramite indicatori economici e indagini a sorpresa ad aziende sospette, che però spesso non bastano per provare la colpevolezza di determinate pratiche segrete e illegali, infatti, provare in un’aula giudiziaria accordi segreti tra aziende è estremamente difficile e dispendioso, non avendo a disposizione un “aiuto dall’interno”. Nel 1978 negli Stati Uniti (e successivamente nel 1996 in EU), per la prima volta furono introdotti I “Leniency Programmes”, una sofisticata procedura giudiziaria in cui le aziende possono denunciare un cartello o un’azione illegale in cui erano coinvolte ricevendo in cambio una amnistia sulla pena (negli stati uniti è prevista una pena detentiva) o sulla multa, ovviamente, a patto che portino alle autorità le prove sufficienti per incriminare le altre aziende coinvolte. Grazie ai “Leniency Programmes” ci fu una rivoluzione nel campo dell’antitrust e nella prevenzione della formazione di cartelli, diventando il principale strumento delle autorità nella lotta contro la restrizione del mercato. Nel corso della mia tesi ho descritto come variano le procedure che caratterizzano i “leniency Programmes” attraverso i vari paesi che le utilizzano e di come le abbiano revisionate nel corso del tempo. Gli ultimi dieci anni hanno visto uno sviluppo teorico all’avanguardia nel prevedere il comportamento dei cosiddetti “Whiste-Blowers” grazie allo studio dei giochi ripetuti in situazioni di oligopolio. I ricercatori in questo campo teorizzano che la naturale evoluzione delle politiche di amnistia siano le “Reward Policy” dove non solo agli informatori vengono condonate multe e pene ma vengono addirittura compensati con delle quote in denaro. Questo è giustificato dal fatto che (dal nome anti-trust) le autorità governative competenti devono “minare” la fiducia dei manager coinvolti in queste pratiche illegali sia dal punto di vista “aziendale”, cioè quando è un’azienda ad applicarsi per la “leniency notice” sia dal punto di vista “individuale”, cioè quando a venire a “spifferare” sono direttamente impiegati all’interno dell’azienda. Infatti, le “Reward policies”, secondo studi empirici come quello di Spagnolo, hanno un potere deterrente nel processo di accordo tra i soggetti economici interessati nel compiere attività illegali.

Leniency and Rewards in Antitrust Policy

ALLEGRI, GIORGIO
2017/2018

Abstract

Since the creation of the Sherman Act of 1890 up to now, the institutions for the protection of competition called "Anti-trust Authorities" have tried to prevent the restriction or violation of regulations that guarantee the correct development of the market. Price fixing, territorial division, dumping or "predatory pricing" are all illegal activities that authorities try to monitor with economic indicators and surprise investigations, which often are not enough to prove the guilty of certain secret and illegal practices, in fact, to prove secret agreements between companies in a courtroom is extremely difficult and expensive, not having "help from within" available. In 1978 in the United States (and subsequently in 1996 in the EU), for the first time the "Leniency Programs" were introduced, a sophisticated judicial procedure in which companies can report a cartel or illegal action in which they were involved receiving in return an amnesty on punishment (in the United States there is a prison sentence) or on the fine, of course, provided they bring sufficient evidence to the authorities to incriminate the other companies involved. Thanks to the "Leniency Programs" there was a revolution in the field of antitrust and in the prevention of the formation of cartels, becoming the main instrument of the authorities in the fight against market restriction. In the course of my thesis I have described how the procedures that characterize the "leniency Programs" vary across the countries that use them and how they have overhauled them over time. The last ten years have seen a theoretical development at the forefront of predicting the behavior of the so-called "Whist-Blowers" thanks to the study of repeated games in oligopoly situations. The researchers in this field theorize that the natural evolution of amnesty policies are the "Reward Policy" where not only the informants are remit fines and penalties but are even compensated with some monetary gains. This is justified by the fact that (from the name anti-trust) the competent government authorities must "undermine" the confidence of the managers involved in these illegal practices from both the "corporate" point of view, when a company applies for " leniency notice and also from the "individual" point of view, ie when they come to "blow the whistle" personnel employed within the company. In fact, the "Reward policies", according to empirical studies such as that of Spagnolo, have a deterrence effect in the process of agreement between the economic actors involved in carrying out illegal activities.
2017
Leniency and Rewards in Antitrust Policy
Dall’emanazione dello Sherman Act del 1890 fino ad oggi, le istituzioni a tutela della concorrenza denominate “Autorità Anti-trust” hanno cercato di prevenire la restrizione o la violazione delle normative che garantiscono un corretto sviluppo del mercato. La fissazione di prezzi, la divisione territoriale, il dumping o il “predatory pricing” sono tutte attività illegali che le autorità tentano di monitorare tramite indicatori economici e indagini a sorpresa ad aziende sospette, che però spesso non bastano per provare la colpevolezza di determinate pratiche segrete e illegali, infatti, provare in un’aula giudiziaria accordi segreti tra aziende è estremamente difficile e dispendioso, non avendo a disposizione un “aiuto dall’interno”. Nel 1978 negli Stati Uniti (e successivamente nel 1996 in EU), per la prima volta furono introdotti I “Leniency Programmes”, una sofisticata procedura giudiziaria in cui le aziende possono denunciare un cartello o un’azione illegale in cui erano coinvolte ricevendo in cambio una amnistia sulla pena (negli stati uniti è prevista una pena detentiva) o sulla multa, ovviamente, a patto che portino alle autorità le prove sufficienti per incriminare le altre aziende coinvolte. Grazie ai “Leniency Programmes” ci fu una rivoluzione nel campo dell’antitrust e nella prevenzione della formazione di cartelli, diventando il principale strumento delle autorità nella lotta contro la restrizione del mercato. Nel corso della mia tesi ho descritto come variano le procedure che caratterizzano i “leniency Programmes” attraverso i vari paesi che le utilizzano e di come le abbiano revisionate nel corso del tempo. Gli ultimi dieci anni hanno visto uno sviluppo teorico all’avanguardia nel prevedere il comportamento dei cosiddetti “Whiste-Blowers” grazie allo studio dei giochi ripetuti in situazioni di oligopolio. I ricercatori in questo campo teorizzano che la naturale evoluzione delle politiche di amnistia siano le “Reward Policy” dove non solo agli informatori vengono condonate multe e pene ma vengono addirittura compensati con delle quote in denaro. Questo è giustificato dal fatto che (dal nome anti-trust) le autorità governative competenti devono “minare” la fiducia dei manager coinvolti in queste pratiche illegali sia dal punto di vista “aziendale”, cioè quando è un’azienda ad applicarsi per la “leniency notice” sia dal punto di vista “individuale”, cioè quando a venire a “spifferare” sono direttamente impiegati all’interno dell’azienda. Infatti, le “Reward policies”, secondo studi empirici come quello di Spagnolo, hanno un potere deterrente nel processo di accordo tra i soggetti economici interessati nel compiere attività illegali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/10710