After the end of the Second World War, Western countries opted for a political regime aimed at promoting international economic integration and interconnection. The immediate effect of these decisions was a significant increase in the volume of international trade, subsequently, there was an exponential increase in international capital flows including foreign direct investment, due to the collapse of the Bretton Woods agreements in the early seventies which lead to a condition of freedom of movement of capital in the western world and due to the opening up of the economies of many developing countries in the 1990s. This work focuses on the analysis of Foreign Direct Investments, first analyzing their volume over time (from 1970 to 2018) and space, and subsequently investigating their effect on economic growth and productivity improvement in the economies of the non-industrialized countries that receive them. To study this relationship, I used a panel data containing 25 non-industrialized countries in a period of time between 1970 and 2017. The results of the analysis describe an ambiguous situation: foreign direct investment has a negative impact on productivity, a positive impact on per capita GDP and a non-statistically significant impact on GDP. I then proceeded by carrying out the same analysis on sub-samples, obtained by dividing the panel data described above using continental membership as a discriminant. Different relationships emerged according to the group they belonged to. For Asian countries, there was a positive impact of foreign direct investment both on economic growth and on the increase in productivity. For the group of African countries, there was a positive effect on economic growth but a negative effect on productivity improvement. Finally, for both South American and Eastern European countries, the model did not show sufficient statistical evidence to describe any relationship between foreign investment, economic growth and productivity. The results of this study suggest that foreign direct investment may be useful tools for the countries that receive them, but if they are not used properly, they can also cause harm. Differences in the type of investment received, as well as differences in the structure of the economy of the recipient country, cause different effects on the entire national economy.

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale i paesi occidentali optarono per un regime politico volto a favorire l’integrazione e l’interconnessione economica internazionale. L’effetto immediato di queste decisioni fu un aumento significativo del volume del commercio internazionale, successivamente, a seguito del collasso degli accordi di Bretton Woods nei primi anni Settanta da cui scaturì la libertà di movimento dei capitali nel mondo occidentale, e a seguito dell’apertura delle economie di molti paesi in via di sviluppo negli anni Novanta, si verificò un aumento esponenziale dei flussi internazionali di capitale tra cui gli Investimenti Diretti Esteri in modo particolare. Il presente lavoro è incentrato sull’analisi degli Investimenti Diretti Esteri, analizzando prima il loro volume nel tempo (dal 1970 al 2018) e nello spazio e successivamente indagando il loro effetto sulla crescita economica e sul miglioramento della produttività nelle economie dei paesi non industrializzati che li ricevono. Per studiare questa relazione ho usato un panel data contenente 25 paesi non industrializzati in un lasso temporale compreso tra il 1970 e il 2017. I risultati dell’analisi descrivono una situazione ambigua: gli investimenti diretti esteri hanno un impatto negativo sulla produttività, un impatto positivo sul PIL pro capite e un impatto non statisticamente rilevante sul PIL. Ho poi proceduto effettuando la stessa analisi su sotto-campioni, ottenuti dividendo il panel data descritto sopra usando l’appartenenza continentale come discriminante. Sono emerse relazioni differenti a secondo del gruppo di appartenenza. Per i paesi Asiatici è stato riscontrato un impatto positivo degli investimenti diretti esteri sia sulla crescita economica che sull’aumento della produttività dei fattori di produzione. Per il gruppo dei paesi africani è stato riscontrato un effetto positivo sulla crescita economica ma negativo sul miglioramento della produttività. Infine, sia per i paesi sudamericani che per i paesi est europei non si sono trovate sufficienti evidenze statistiche per descrivere il rapporto in essere tra investimenti esteri, crescita economica e produttività. I risultati di questo studio suggeriscono che gli investimenti diretti esteri possono essere degli strumenti utili per i paesi che li ricevono, ma se non usati correttamente possono anche arrecare danno. Differenze nel tipo di investimento ricevuto, così come differenze nella struttura dell’economia del paese che li riceve causano effetti diversi all’intera economia nazionale.

CAPITAL FLOWS: THE IMPACT OF FOREIGN DIRECT INVESTMENT ON DEVELOPING COUNTRIES

LIGHTOWLER, NICOLÒ
2018/2019

Abstract

After the end of the Second World War, Western countries opted for a political regime aimed at promoting international economic integration and interconnection. The immediate effect of these decisions was a significant increase in the volume of international trade, subsequently, there was an exponential increase in international capital flows including foreign direct investment, due to the collapse of the Bretton Woods agreements in the early seventies which lead to a condition of freedom of movement of capital in the western world and due to the opening up of the economies of many developing countries in the 1990s. This work focuses on the analysis of Foreign Direct Investments, first analyzing their volume over time (from 1970 to 2018) and space, and subsequently investigating their effect on economic growth and productivity improvement in the economies of the non-industrialized countries that receive them. To study this relationship, I used a panel data containing 25 non-industrialized countries in a period of time between 1970 and 2017. The results of the analysis describe an ambiguous situation: foreign direct investment has a negative impact on productivity, a positive impact on per capita GDP and a non-statistically significant impact on GDP. I then proceeded by carrying out the same analysis on sub-samples, obtained by dividing the panel data described above using continental membership as a discriminant. Different relationships emerged according to the group they belonged to. For Asian countries, there was a positive impact of foreign direct investment both on economic growth and on the increase in productivity. For the group of African countries, there was a positive effect on economic growth but a negative effect on productivity improvement. Finally, for both South American and Eastern European countries, the model did not show sufficient statistical evidence to describe any relationship between foreign investment, economic growth and productivity. The results of this study suggest that foreign direct investment may be useful tools for the countries that receive them, but if they are not used properly, they can also cause harm. Differences in the type of investment received, as well as differences in the structure of the economy of the recipient country, cause different effects on the entire national economy.
2018
CAPITAL FLOWS: THE IMPACT OF FOREIGN DIRECT INVESTMENT ON DEVELOPING COUNTRIES
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale i paesi occidentali optarono per un regime politico volto a favorire l’integrazione e l’interconnessione economica internazionale. L’effetto immediato di queste decisioni fu un aumento significativo del volume del commercio internazionale, successivamente, a seguito del collasso degli accordi di Bretton Woods nei primi anni Settanta da cui scaturì la libertà di movimento dei capitali nel mondo occidentale, e a seguito dell’apertura delle economie di molti paesi in via di sviluppo negli anni Novanta, si verificò un aumento esponenziale dei flussi internazionali di capitale tra cui gli Investimenti Diretti Esteri in modo particolare. Il presente lavoro è incentrato sull’analisi degli Investimenti Diretti Esteri, analizzando prima il loro volume nel tempo (dal 1970 al 2018) e nello spazio e successivamente indagando il loro effetto sulla crescita economica e sul miglioramento della produttività nelle economie dei paesi non industrializzati che li ricevono. Per studiare questa relazione ho usato un panel data contenente 25 paesi non industrializzati in un lasso temporale compreso tra il 1970 e il 2017. I risultati dell’analisi descrivono una situazione ambigua: gli investimenti diretti esteri hanno un impatto negativo sulla produttività, un impatto positivo sul PIL pro capite e un impatto non statisticamente rilevante sul PIL. Ho poi proceduto effettuando la stessa analisi su sotto-campioni, ottenuti dividendo il panel data descritto sopra usando l’appartenenza continentale come discriminante. Sono emerse relazioni differenti a secondo del gruppo di appartenenza. Per i paesi Asiatici è stato riscontrato un impatto positivo degli investimenti diretti esteri sia sulla crescita economica che sull’aumento della produttività dei fattori di produzione. Per il gruppo dei paesi africani è stato riscontrato un effetto positivo sulla crescita economica ma negativo sul miglioramento della produttività. Infine, sia per i paesi sudamericani che per i paesi est europei non si sono trovate sufficienti evidenze statistiche per descrivere il rapporto in essere tra investimenti esteri, crescita economica e produttività. I risultati di questo studio suggeriscono che gli investimenti diretti esteri possono essere degli strumenti utili per i paesi che li ricevono, ma se non usati correttamente possono anche arrecare danno. Differenze nel tipo di investimento ricevuto, così come differenze nella struttura dell’economia del paese che li riceve causano effetti diversi all’intera economia nazionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/11233