L’indagine ha riguardato una figura amministrativa la quale, con pure le dovute diversità conseguenti alla disomogeneità dei territori e delle realtà che dall’unificazione del nostro paese sono risultate oggetto di una forzata volontà di uniformità, è stata ed è tutt’ora un punto cardine delle amministrazioni locali. Il testo si sviluppa in due parti: la prima riferita all’ambito nazionale, e dunque l’evoluzione del quadro normativo di riferimento, e la seconda invece frutto di ricerche e studi di documentazione storica originale conservata negli archivi di alcuni enti comunali che hanno consentito di analizzare le esperienze concrete di realtà piccolo rurali, come erano la maggioranza dei comuni italiani, ma specificatamente legati al territorio lodigiano. L’arco temporale preso ad esame, circa otto decadi, permette di conoscere l’evoluzione, anche specificamente riferita a precise realtà locali (Motta Vigana e Massalengo, Pieve Fissiraga e Villanova Sillaro), della figura del segretario comunale che si trova ad operare in un contesto in continua evoluzione. Da funzionario nell’organizzazione amministrativa austriaca alla nuova organizzazione politico territoriale ed amministrativa sardo piemontese, dal periodo liberale a quello fascista, contesti storici assai differenti che portano con sé differenti quadri normativi: diritti e doveri, tutele ma anche requisiti e modalità di nomina mutano nel tempo. Chi erano dunque questi segretari comunali? Che studi avevano compiuto? Come e magari anche perché intraprendevano questa, e non un’altra, professione? qual’era la loro collocazione sociale? A livello nazionale ma soprattutto nelle realtà analizzate? Una professione quella del segretario comunale che spesso, si “tramandava tra le generazioni” e, ancor più spesso, si affiancava a quella di maestro elementare. Chi la esercitava rappresentava un saldo punto di riferimento per le popolazioni. Con la riforma del 1928, e la statalizzazione della categoria, il segretario perse potere, status e anche ruolo sociale. Risultato questo opposto rispetto alle rivendicazioni da una parte e le motivazioni addotte al provvedimento dall’altra, ma logica conseguenza della particolare concezione che il Regime aveva degli enti comunali. Il segretario era ora un semplice impiegato dello stato, sottoposto alla gerarchia statale e in continuo movimento tra un comune e l’altro, privo di incisività nelle realtà comunali dove operava. Il comune era ora un ente semplicemente ausiliario allo Stato avendo perso quasi completamente il ruolo che aveva, faticosamente, guadagnato nel tempo e sorte non più fortunata toccò al suo funzionario per eccellenza!
I segretari comunali, 1859-1943. Casi di studio di comuni rurali della Bassa Lodigiana
SOMMARIVA, MARIANNA
2016/2017
Abstract
L’indagine ha riguardato una figura amministrativa la quale, con pure le dovute diversità conseguenti alla disomogeneità dei territori e delle realtà che dall’unificazione del nostro paese sono risultate oggetto di una forzata volontà di uniformità, è stata ed è tutt’ora un punto cardine delle amministrazioni locali. Il testo si sviluppa in due parti: la prima riferita all’ambito nazionale, e dunque l’evoluzione del quadro normativo di riferimento, e la seconda invece frutto di ricerche e studi di documentazione storica originale conservata negli archivi di alcuni enti comunali che hanno consentito di analizzare le esperienze concrete di realtà piccolo rurali, come erano la maggioranza dei comuni italiani, ma specificatamente legati al territorio lodigiano. L’arco temporale preso ad esame, circa otto decadi, permette di conoscere l’evoluzione, anche specificamente riferita a precise realtà locali (Motta Vigana e Massalengo, Pieve Fissiraga e Villanova Sillaro), della figura del segretario comunale che si trova ad operare in un contesto in continua evoluzione. Da funzionario nell’organizzazione amministrativa austriaca alla nuova organizzazione politico territoriale ed amministrativa sardo piemontese, dal periodo liberale a quello fascista, contesti storici assai differenti che portano con sé differenti quadri normativi: diritti e doveri, tutele ma anche requisiti e modalità di nomina mutano nel tempo. Chi erano dunque questi segretari comunali? Che studi avevano compiuto? Come e magari anche perché intraprendevano questa, e non un’altra, professione? qual’era la loro collocazione sociale? A livello nazionale ma soprattutto nelle realtà analizzate? Una professione quella del segretario comunale che spesso, si “tramandava tra le generazioni” e, ancor più spesso, si affiancava a quella di maestro elementare. Chi la esercitava rappresentava un saldo punto di riferimento per le popolazioni. Con la riforma del 1928, e la statalizzazione della categoria, il segretario perse potere, status e anche ruolo sociale. Risultato questo opposto rispetto alle rivendicazioni da una parte e le motivazioni addotte al provvedimento dall’altra, ma logica conseguenza della particolare concezione che il Regime aveva degli enti comunali. Il segretario era ora un semplice impiegato dello stato, sottoposto alla gerarchia statale e in continuo movimento tra un comune e l’altro, privo di incisività nelle realtà comunali dove operava. Il comune era ora un ente semplicemente ausiliario allo Stato avendo perso quasi completamente il ruolo che aveva, faticosamente, guadagnato nel tempo e sorte non più fortunata toccò al suo funzionario per eccellenza!È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/11406