Over the last twenty years, significant contributions from neuroscience, music psychology, sociology and anthropology of music, and ethnomusicology focused on the communicative and emotional skills of music. They highlighted scientifically the precise mechanisms that underlie the musical experience, as well as the potential that collective music practice has in promoting social bonding, affiliation feelings and collective well-being. The proliferation of technologies and the different ways of listening to music, together with the global connection opportunities made available by the internet, offer the possibility of considering music as a powerful tool for social and cultural mediation on a large scale. However, the rapid changes in social relations, becoming less and less physical and more virtual, raise the question of the validity of the mechanisms by which music acts in ways mediated by technology. This question is especially crucial if we consider the difficulty of playing together at a distance, as it has occurred, for example, during the coronavirus pandemic (CoViD-19). By analyzing collective musical practice at a micro-social level, this dissertation explores how music can be a challenging instrument to improve social dialogue and intercultural relations. A large section focuses on the sociological analysis of collective musical practice carried out at an amateur level in northern Italy's wind bands. The social value emerges with extraordinary evidence alongside the pleasure of sharing music. By reading the phenomenology of collective musical practice, it is possible to check the health of the social relationship, interrogate the character of the conflict dynamics, and evaluate the actions' quality to resolve conflicts. The most important issue is choosing the right mediation plan in which the collective musical experience can become a useful tool for intercultural dialogue, which cannot be separated from a scrupulous knowledge of the context and the space-time dimension in which it takes place.

L’ interesse per le capacità comunicative e affettive della musica ha ricevuto negli ultimi vent'anni importanti contributi dalle neuroscienze e dalla psicologia musicale, dalla sociologia e antropologia della musica e dall'etnomusicologia, così da evidenziare in modo scientifico e sempre più preciso i meccanismi che stanno alla base dell'esperienza musicale, in particolare le potenzialità che la pratica musicale collettiva attesta nel favorire i legami sociali, i sentimenti di affiliazione e il benessere collettivo. Unitamente alle opportunità di connessione globale messe a disposizione da internet, la proliferazione delle tecnologie e delle modalità di ascolto della musica offre la possibilità di considerare la musica come potente strumento di mediazione socio-culturale su ampia scala d’azione. Tuttavia i rapidi cambiamenti delle tipologie di relazioni sociali, sempre meno fisiche e sempre più virtuali, pongono l’interrogativo sulla validità dei meccanismi con cui la musica agisce in modalità mediate dalla tecnologia, specialmente se consideriamo la difficoltà di suonare insieme a distanza, come si è verificato ad esempio durante la pandemia di coronavirus (CoViD-19). Attraverso l’analisi di contesti di pratica musicale collettiva a livello micro-sociale, questo studio analizza come la musica possa costituire uno strumento per favorire il dialogo sociale e contribuire ambiziosamente a migliorare le relazioni interculturali. Un’ampia sezione è dedicata all'analisi sociologica della pratica musicale collettiva svolta a livello amatoriale nelle bande musicali del nord Italia, in cui il valore sociale emerge con straordinaria evidenza accanto al piacere di condividere la musica. La lettura della fenomenologia della pratica musicale collettiva rende possibile verificare lo stato di salute delle relazioni sociali di una comunità, indagare il carattere delle dinamiche conflittuali e valutare la qualità delle azioni volte alla risoluzione dei conflitti. La questione fondamentale è la scelta del corretto piano di mediazione in cui l'esperienza musicale collettiva può diventare uno strumento utile per il dialogo interculturale, che non può prescindere da una scrupolosa conoscenza del contesto e dalla dimensione spazio-tempo in cui si realizza.

MUSICA COME STRUMENTO DI MEDIAZIONE SOCIO-CULTURALE: dinamiche psicosociali e sociologiche nella pratica musicale collettiva

GOZZI, DANIELA
2019/2020

Abstract

Over the last twenty years, significant contributions from neuroscience, music psychology, sociology and anthropology of music, and ethnomusicology focused on the communicative and emotional skills of music. They highlighted scientifically the precise mechanisms that underlie the musical experience, as well as the potential that collective music practice has in promoting social bonding, affiliation feelings and collective well-being. The proliferation of technologies and the different ways of listening to music, together with the global connection opportunities made available by the internet, offer the possibility of considering music as a powerful tool for social and cultural mediation on a large scale. However, the rapid changes in social relations, becoming less and less physical and more virtual, raise the question of the validity of the mechanisms by which music acts in ways mediated by technology. This question is especially crucial if we consider the difficulty of playing together at a distance, as it has occurred, for example, during the coronavirus pandemic (CoViD-19). By analyzing collective musical practice at a micro-social level, this dissertation explores how music can be a challenging instrument to improve social dialogue and intercultural relations. A large section focuses on the sociological analysis of collective musical practice carried out at an amateur level in northern Italy's wind bands. The social value emerges with extraordinary evidence alongside the pleasure of sharing music. By reading the phenomenology of collective musical practice, it is possible to check the health of the social relationship, interrogate the character of the conflict dynamics, and evaluate the actions' quality to resolve conflicts. The most important issue is choosing the right mediation plan in which the collective musical experience can become a useful tool for intercultural dialogue, which cannot be separated from a scrupulous knowledge of the context and the space-time dimension in which it takes place.
2019
MUSIC AS A TOOL FOR SOCIAL AND CULTURAL MEDIATION: psychosocial and sociological dynamics in the collective musical practice
L’ interesse per le capacità comunicative e affettive della musica ha ricevuto negli ultimi vent'anni importanti contributi dalle neuroscienze e dalla psicologia musicale, dalla sociologia e antropologia della musica e dall'etnomusicologia, così da evidenziare in modo scientifico e sempre più preciso i meccanismi che stanno alla base dell'esperienza musicale, in particolare le potenzialità che la pratica musicale collettiva attesta nel favorire i legami sociali, i sentimenti di affiliazione e il benessere collettivo. Unitamente alle opportunità di connessione globale messe a disposizione da internet, la proliferazione delle tecnologie e delle modalità di ascolto della musica offre la possibilità di considerare la musica come potente strumento di mediazione socio-culturale su ampia scala d’azione. Tuttavia i rapidi cambiamenti delle tipologie di relazioni sociali, sempre meno fisiche e sempre più virtuali, pongono l’interrogativo sulla validità dei meccanismi con cui la musica agisce in modalità mediate dalla tecnologia, specialmente se consideriamo la difficoltà di suonare insieme a distanza, come si è verificato ad esempio durante la pandemia di coronavirus (CoViD-19). Attraverso l’analisi di contesti di pratica musicale collettiva a livello micro-sociale, questo studio analizza come la musica possa costituire uno strumento per favorire il dialogo sociale e contribuire ambiziosamente a migliorare le relazioni interculturali. Un’ampia sezione è dedicata all'analisi sociologica della pratica musicale collettiva svolta a livello amatoriale nelle bande musicali del nord Italia, in cui il valore sociale emerge con straordinaria evidenza accanto al piacere di condividere la musica. La lettura della fenomenologia della pratica musicale collettiva rende possibile verificare lo stato di salute delle relazioni sociali di una comunità, indagare il carattere delle dinamiche conflittuali e valutare la qualità delle azioni volte alla risoluzione dei conflitti. La questione fondamentale è la scelta del corretto piano di mediazione in cui l'esperienza musicale collettiva può diventare uno strumento utile per il dialogo interculturale, che non può prescindere da una scrupolosa conoscenza del contesto e dalla dimensione spazio-tempo in cui si realizza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/11574