Considerando il presente scenario di costante cambiamento climatico, molte specie vegetali si trovano in serio pericolo. In questo contesto, le piante alpine sono particolarmente minacciate, essendo specie adattate a basse temperature. In un’ottica di conservazione della biodiversità vegetale, assumono un ruolo molto importante le banche del germoplasma, strutture specializzate in grado di mantenere vitale il materiale conservato (in prevalenza semi) per decenni e forse anche più. Tuttavia, le sperimentazioni che hanno previsto l’uso di materiale ex situ in azioni di traslocazione sono molto poche; si rende pertanto necessario e urgente valutare l’efficacia di questo materiale per sostenere le popolazioni in natura. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la performance delle collezioni ex situ come materiale di propagazione per azioni di conservazione in situ, prendendo in esame il caso della specie artico-alpina Silene suecica (Lodd.) Greuter & Burdet (Lychnis alpina L.). A questo proposito sono state studiate la germinazione, la sopravvivenza, la biomassa, le caratteristiche fogliari ed il contenuto in clorofilla di plantule appartenenti a sette accessioni della specie, distribuite sulle Alpi ed in Appennino, considerando raccolte conservate in banca del germoplasma da diverso tempo (es. dal 2000, 2001, 2005, 2007, 2008 e 2018). La germinazione è stata molto alta in tutte le accessioni, sia in termini di emersione radicale sia di cotiledoni. Tuttavia, i germogli delle accessioni alpine hanno avuto valori di sopravvivenza più bassi rispetto a quelle appenniniche, le quali non hanno mostrato segni di deperimento dovuti agli anni di conservazione. La minor sopravvivenza delle accessioni alpine rispetto a quella appenninica è accompagnata da un minor sviluppo delle piante (biomassa) e da un’inversione dei rapporti tra le caratteristiche fogliari in queste popolazioni. In termini di crescita e sviluppo del germoglio, l’accessione appenninica più recente (2018) ha mostrato valori simili a quelle alpine. I risultati di questo studio evidenziano che le banche del germoplasma possono essere un’efficace strategia per la conservazione delle piante, ma che la sopravvivenza dei semi può variare significativamente tra le popolazioni di una specie. In questo contesto, le differenze climatiche sia tra le popolazioni (Alpi-Appennino), sia tra gli anni di campionamento (circa +1°C in media estiva 2000-2018) possono aver giocato un ruolo chiave nell’influenzare i processi di maturazione e sviluppo dei semi e con essi la rispettiva capacità di rimanere vitali nel tempo.
Germinazione e sviluppo del germoglio dopo 19 anni di conservazione in banca del germoplasma: il caso studio di Silene suecica (Lodd.) Greuter e Burdet
CIANFERONI, CHIARA
2018/2019
Abstract
Considerando il presente scenario di costante cambiamento climatico, molte specie vegetali si trovano in serio pericolo. In questo contesto, le piante alpine sono particolarmente minacciate, essendo specie adattate a basse temperature. In un’ottica di conservazione della biodiversità vegetale, assumono un ruolo molto importante le banche del germoplasma, strutture specializzate in grado di mantenere vitale il materiale conservato (in prevalenza semi) per decenni e forse anche più. Tuttavia, le sperimentazioni che hanno previsto l’uso di materiale ex situ in azioni di traslocazione sono molto poche; si rende pertanto necessario e urgente valutare l’efficacia di questo materiale per sostenere le popolazioni in natura. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la performance delle collezioni ex situ come materiale di propagazione per azioni di conservazione in situ, prendendo in esame il caso della specie artico-alpina Silene suecica (Lodd.) Greuter & Burdet (Lychnis alpina L.). A questo proposito sono state studiate la germinazione, la sopravvivenza, la biomassa, le caratteristiche fogliari ed il contenuto in clorofilla di plantule appartenenti a sette accessioni della specie, distribuite sulle Alpi ed in Appennino, considerando raccolte conservate in banca del germoplasma da diverso tempo (es. dal 2000, 2001, 2005, 2007, 2008 e 2018). La germinazione è stata molto alta in tutte le accessioni, sia in termini di emersione radicale sia di cotiledoni. Tuttavia, i germogli delle accessioni alpine hanno avuto valori di sopravvivenza più bassi rispetto a quelle appenniniche, le quali non hanno mostrato segni di deperimento dovuti agli anni di conservazione. La minor sopravvivenza delle accessioni alpine rispetto a quella appenninica è accompagnata da un minor sviluppo delle piante (biomassa) e da un’inversione dei rapporti tra le caratteristiche fogliari in queste popolazioni. In termini di crescita e sviluppo del germoglio, l’accessione appenninica più recente (2018) ha mostrato valori simili a quelle alpine. I risultati di questo studio evidenziano che le banche del germoplasma possono essere un’efficace strategia per la conservazione delle piante, ma che la sopravvivenza dei semi può variare significativamente tra le popolazioni di una specie. In questo contesto, le differenze climatiche sia tra le popolazioni (Alpi-Appennino), sia tra gli anni di campionamento (circa +1°C in media estiva 2000-2018) possono aver giocato un ruolo chiave nell’influenzare i processi di maturazione e sviluppo dei semi e con essi la rispettiva capacità di rimanere vitali nel tempo.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/11577