L’errore terapeutico (ET) è un errore non intenzionale nell'uso di un medicinale che può essere dannoso per un paziente e che si può verificare al momento della prescrizione, dispensazione, conservazione, preparazione o somministrazione. A causa delle loro caratteristiche fisiologiche, neonati e lattanti rappresentano una fascia d’età molto vulnerabile. Necessitano infatti di terapie farmacologiche con indicazioni, parametri farmacocinetici e farmacodinamici differenti rispetto all’adulto. Il processo che porta alla somministrazione della terapia in un neonato/bambino è articolato in varie fasi, dunque è più alto il rischio di andare incontro ad errore terapeutico e gravi effetti clinici. È stato condotto uno studio retrospettivo sui casi gestiti dal Centro Antiveleni di Pavia dell’IRCCS ICS Maugeri Spa SB nel periodo 01/01/2007 – 31/12/2019 e relativi a errore terapeutico nei primi sei mesi di vita. L’analisi della casistica è stata condotta al fine di evidenziare le principali caratteristiche di errore, delineare i farmaci maggiormente coinvolti ed i sintomi clinici più frequenti ad essi correlati e identificare i principali fattori di rischio e le strategie di prevenzione. Nel periodo analizzato, sono stati inclusi nello studio 1336 casi di ET nel neonato. La maggior parte degli eventi (90,6%) deriva da un errore di somministrazione da parte di un familiare; nel 4,3% dei casi è stato causato invece da un’errata dispensazione da parte del farmacista; nel 4% l’errore è avvenuto in ambiente ospedaliero da parte del personale sanitario; infine l’1,1 % dei casi è dovuto ad errori di prescrizione da parte del medico. Nell’ambito dello studio, sono state individuate 5 tipologie di errori terapeutici: scambio di farmaco (48,9%); posologia (41,9%); via di somministrazione (6,1%); allestimento (2,6%); scadenza (0,4%). Le classi di farmaci maggiormente coinvolte nella casistica erano: integratori/vitamine (239/1336; 17,9%); paracetamolo (195/1336; 14,6%); antibiotici (147/1336; 11%); farmaci per uso topico (144/1336; 10,8%); farmaci gastrointestinali (142/1336; 10,6%); antiasmatici (86 casi/1336; 6,4%); farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (es. antidepressivi, antipsicotici, ipnotici, sedativi, anticonvulsivanti) e analgesici oppiacei (72/1336; 5,4%); antistaminici (69/1336; 5,1%); metilergometrina maleato (64/1336; 4,8%). Il 18,7% dei pazienti (228/1336) ha manifestato sintomatologia clinica. Tra i segni di tossicità più frequenti sono stati riscontrati: vomito (17,9%); tachicardia (15,8%); diarrea (14,5%); rallentamento/sopore (14,1%); agitazione/irrequietezza/pianto inconsolabile (12,3%); tremori (7,45%); coliche addominali (4,8%); alterazioni cutanee (es. eritema, rash cutanei; 4,8%). Tra le classi di farmaci che hanno causato più frequentemente sintomi sono stati individuati: gli antibiotici (39/228; 17,1%), i farmaci gastrointestinali (es. antiacidi, procinetici, antispastici; 36/228; 15,8%) e gli antiasmatici (34/228; 14,9%). Dall’analisi della casistica appare evidente che la maggior parte degli errori derivi da una scorretta somministrazione dei farmaci da parte di un familiare, il quale è molto spesso inesperto nella gestione delle terapie pediatriche. Le difficoltà di comprensione della prescrizione medica e dei foglietti illustrativi, gli errori nel calcolo della posologia, la confusione per i farmaci con nomi e confezioni simili costituiscono dei fattori di rischio di errore terapeutico. Un’analisi attenta delle condizioni che hanno aumentato il rischio di insorgenza, rappresenta il punto di partenza per l’attuazione di strategie preventive. Per ottenere dei risultati nel campo della prevenzione degli errori terapeutici è fondamentale porre la massima attenzione ai comportamenti relativi alle procedure di gestione e somministrazione in ambito domestico, ospedaliero e farmaceutico.
Errori terapeutici nei primi sei mesi di vita: esperienza del Centro Antiveleni di Pavia
IASELLA, SILVIA MARIA
2018/2019
Abstract
L’errore terapeutico (ET) è un errore non intenzionale nell'uso di un medicinale che può essere dannoso per un paziente e che si può verificare al momento della prescrizione, dispensazione, conservazione, preparazione o somministrazione. A causa delle loro caratteristiche fisiologiche, neonati e lattanti rappresentano una fascia d’età molto vulnerabile. Necessitano infatti di terapie farmacologiche con indicazioni, parametri farmacocinetici e farmacodinamici differenti rispetto all’adulto. Il processo che porta alla somministrazione della terapia in un neonato/bambino è articolato in varie fasi, dunque è più alto il rischio di andare incontro ad errore terapeutico e gravi effetti clinici. È stato condotto uno studio retrospettivo sui casi gestiti dal Centro Antiveleni di Pavia dell’IRCCS ICS Maugeri Spa SB nel periodo 01/01/2007 – 31/12/2019 e relativi a errore terapeutico nei primi sei mesi di vita. L’analisi della casistica è stata condotta al fine di evidenziare le principali caratteristiche di errore, delineare i farmaci maggiormente coinvolti ed i sintomi clinici più frequenti ad essi correlati e identificare i principali fattori di rischio e le strategie di prevenzione. Nel periodo analizzato, sono stati inclusi nello studio 1336 casi di ET nel neonato. La maggior parte degli eventi (90,6%) deriva da un errore di somministrazione da parte di un familiare; nel 4,3% dei casi è stato causato invece da un’errata dispensazione da parte del farmacista; nel 4% l’errore è avvenuto in ambiente ospedaliero da parte del personale sanitario; infine l’1,1 % dei casi è dovuto ad errori di prescrizione da parte del medico. Nell’ambito dello studio, sono state individuate 5 tipologie di errori terapeutici: scambio di farmaco (48,9%); posologia (41,9%); via di somministrazione (6,1%); allestimento (2,6%); scadenza (0,4%). Le classi di farmaci maggiormente coinvolte nella casistica erano: integratori/vitamine (239/1336; 17,9%); paracetamolo (195/1336; 14,6%); antibiotici (147/1336; 11%); farmaci per uso topico (144/1336; 10,8%); farmaci gastrointestinali (142/1336; 10,6%); antiasmatici (86 casi/1336; 6,4%); farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (es. antidepressivi, antipsicotici, ipnotici, sedativi, anticonvulsivanti) e analgesici oppiacei (72/1336; 5,4%); antistaminici (69/1336; 5,1%); metilergometrina maleato (64/1336; 4,8%). Il 18,7% dei pazienti (228/1336) ha manifestato sintomatologia clinica. Tra i segni di tossicità più frequenti sono stati riscontrati: vomito (17,9%); tachicardia (15,8%); diarrea (14,5%); rallentamento/sopore (14,1%); agitazione/irrequietezza/pianto inconsolabile (12,3%); tremori (7,45%); coliche addominali (4,8%); alterazioni cutanee (es. eritema, rash cutanei; 4,8%). Tra le classi di farmaci che hanno causato più frequentemente sintomi sono stati individuati: gli antibiotici (39/228; 17,1%), i farmaci gastrointestinali (es. antiacidi, procinetici, antispastici; 36/228; 15,8%) e gli antiasmatici (34/228; 14,9%). Dall’analisi della casistica appare evidente che la maggior parte degli errori derivi da una scorretta somministrazione dei farmaci da parte di un familiare, il quale è molto spesso inesperto nella gestione delle terapie pediatriche. Le difficoltà di comprensione della prescrizione medica e dei foglietti illustrativi, gli errori nel calcolo della posologia, la confusione per i farmaci con nomi e confezioni simili costituiscono dei fattori di rischio di errore terapeutico. Un’analisi attenta delle condizioni che hanno aumentato il rischio di insorgenza, rappresenta il punto di partenza per l’attuazione di strategie preventive. Per ottenere dei risultati nel campo della prevenzione degli errori terapeutici è fondamentale porre la massima attenzione ai comportamenti relativi alle procedure di gestione e somministrazione in ambito domestico, ospedaliero e farmaceutico.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/11653