Nonostante l’elevata prevalenza di nefropatie croniche nella popolazione generale (secondo alcune stime in Italia superiore al 10%) e quindi in quella lavorativa, non esistono nella letteratura scientifica specifiche linee guida sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori affetti da malattie renali (ed eventualmente sottoposti a trattamento dialitico o trapianto renale). Alcune indicazioni sono state recentemente fornite da Franchini e Bergamaschi. Nella mia tesi, dopo un’attenta rassegna della letteratura scientifica riguardante la malattia renale cronica, descrivo tre casi di pazienti giunti presso la nostra Unità Operativa di Medicina del Lavoro degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, per consulenza tecnica disposta dalla Procura e per un parere sull’idoneità lavorativa. Nel primo caso pongo all’osservazione un paziente di 54 anni, ausiliario di vendita in supermercato, affetto da rene policistico (forma autosomica dominante: ADPKD) e ipertensione arteriosa che avviava contenzioso per ottenere limitazioni alla mansione, concluso con giudizio dell’Organo di vigilanza (controindicate: mansioni comportanti MMC > 10 kg, mantenimento prolungato di stazione fissa, deambulazioni reiterate). In seguito al peggioramento clinico con confezionamento di fistola arterovenosa per emodialisi; avviava azione penale contro il datore di lavoro per lesioni personali, con esito negativo dopo consulenza tecnica disposta dalla Procura. Il secondo caso riguarda una donna di 43 anni con mansione di preparatore merci in un noto supermercato che giungeva al nostro ambulatorio per visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) in seguito a trapianto renale. Dopo valutazione congiunta con l’Unità Operativa di Nefrologia, veniva giudicata idonea con le seguenti limitazioni: non concessa MMC > 5 kg (almeno per i primi 6 mesi); vietato l'utilizzo di transpallet con salita a bordo; vietati i lavori in altezza; evitare sbalzi termici eccessivi. Il terzo caso riguarda un uomo di 47 anni che giungeva alla nostra osservazione per visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) in seguito a trapianto renale. Nello specifico ci veniva richiesto un parere riguardo la sua idoneità lavorativa come operaio generico. In anamnesi il paziente presentava ritardo mentale lieve e disturbo dell'adattamento per il quale era seguito dal CPS dal 2013. In seguito a valutazione congiunta con la Nefrologia veniva giudicato idoneo con la seguente limitazione: non concessa MMC > 10 kg. Inoltre, veniva raccomandata l’organizzare del lavoro con la giusta tempistica e l'osservanza dei tempi stessi; evitando di sovraccaricare le giornate lavorative con più compiti in un arco di tempo troppo ristretto, al fine di mantenere il paziente in compenso psicologico. I lavoratori affetti da patologie renali sono frequenti nella pratica della medicina del lavoro. Essi pongono il duplice problema dell’idoneità alla mansione e del nesso di causa fra lavoro e patologia da cui sono affetti. Esiste una criticità decisionale per mancanza di linee guida, solo in parte ovviata da visite di secondo livello. Il ruolo del medico competente si basa sulla preparazione clinica del professionista che deve conoscere le possibili complicanze della malattia renale cronica e i rischi lavorativi rapportati a questa.

Nefropatia e idoneità alla mansione: revisione della letteratura e casi clinici

KENGNE NDE, GUYLEIN ANTHONY
2019/2020

Abstract

Nonostante l’elevata prevalenza di nefropatie croniche nella popolazione generale (secondo alcune stime in Italia superiore al 10%) e quindi in quella lavorativa, non esistono nella letteratura scientifica specifiche linee guida sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori affetti da malattie renali (ed eventualmente sottoposti a trattamento dialitico o trapianto renale). Alcune indicazioni sono state recentemente fornite da Franchini e Bergamaschi. Nella mia tesi, dopo un’attenta rassegna della letteratura scientifica riguardante la malattia renale cronica, descrivo tre casi di pazienti giunti presso la nostra Unità Operativa di Medicina del Lavoro degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, per consulenza tecnica disposta dalla Procura e per un parere sull’idoneità lavorativa. Nel primo caso pongo all’osservazione un paziente di 54 anni, ausiliario di vendita in supermercato, affetto da rene policistico (forma autosomica dominante: ADPKD) e ipertensione arteriosa che avviava contenzioso per ottenere limitazioni alla mansione, concluso con giudizio dell’Organo di vigilanza (controindicate: mansioni comportanti MMC > 10 kg, mantenimento prolungato di stazione fissa, deambulazioni reiterate). In seguito al peggioramento clinico con confezionamento di fistola arterovenosa per emodialisi; avviava azione penale contro il datore di lavoro per lesioni personali, con esito negativo dopo consulenza tecnica disposta dalla Procura. Il secondo caso riguarda una donna di 43 anni con mansione di preparatore merci in un noto supermercato che giungeva al nostro ambulatorio per visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) in seguito a trapianto renale. Dopo valutazione congiunta con l’Unità Operativa di Nefrologia, veniva giudicata idonea con le seguenti limitazioni: non concessa MMC > 5 kg (almeno per i primi 6 mesi); vietato l'utilizzo di transpallet con salita a bordo; vietati i lavori in altezza; evitare sbalzi termici eccessivi. Il terzo caso riguarda un uomo di 47 anni che giungeva alla nostra osservazione per visita di secondo livello (Ex art. 5 L. 300-70) in seguito a trapianto renale. Nello specifico ci veniva richiesto un parere riguardo la sua idoneità lavorativa come operaio generico. In anamnesi il paziente presentava ritardo mentale lieve e disturbo dell'adattamento per il quale era seguito dal CPS dal 2013. In seguito a valutazione congiunta con la Nefrologia veniva giudicato idoneo con la seguente limitazione: non concessa MMC > 10 kg. Inoltre, veniva raccomandata l’organizzare del lavoro con la giusta tempistica e l'osservanza dei tempi stessi; evitando di sovraccaricare le giornate lavorative con più compiti in un arco di tempo troppo ristretto, al fine di mantenere il paziente in compenso psicologico. I lavoratori affetti da patologie renali sono frequenti nella pratica della medicina del lavoro. Essi pongono il duplice problema dell’idoneità alla mansione e del nesso di causa fra lavoro e patologia da cui sono affetti. Esiste una criticità decisionale per mancanza di linee guida, solo in parte ovviata da visite di secondo livello. Il ruolo del medico competente si basa sulla preparazione clinica del professionista che deve conoscere le possibili complicanze della malattia renale cronica e i rischi lavorativi rapportati a questa.
2019
Nephropathy and job suitability: literature review and clinical cases
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/11681