L’extrasistolia ventricolare è un riscontro estremamente frequente nella popolazione pediatrica con una prevalenza che varia, a seconda delle casistiche, dal 20 al 50%.1-4 La descrizione nella seconda metà del secolo scorso del possibile sviluppo di disfunzione ventricolare nei soggetti con battiti ectopici ventricolari (BEV) frequenti ha creato preoccupazione su quello che per molto tempo era stato considerato un fenomeno assolutamente benigno.5-7 Studi effettuati sulla popolazione adulta, infatti, hanno dimostrato come un’extrasistolia ventricolare frequente possa condurre, anche in un soggetto senza nessuna cardiopatia di base, allo sviluppo di una cardiomiopatia dilatativa sui generis chiamata PCV-induced Cardiomyopathy (PVC-CM), caratterizzata specialmente dalla reversibilità del quadro patologico alla sospensione degli eventi aritmici.8-19 Tuttavia, nella popolazione pediatrica la letteratura circa l’extrasistolia ventricolare e la PVC-CM è ancora molto limitata; così come limitate sono le evidenze che il decorso clinico nel bambino sia speculare a quello dell’adulto. Alcuni studi, al contrario, sembrano suggerire esattamente l’opposto: mentre nell’adulto è stato dimostrato che una percentuale di BEV superiore al 24% nelle 24 ore si associa ad un maggior rischio di sviluppare disfunzione ventricolare, nel bambino una soglia di rischio definita non è ancora stata identificata.20,21 Studi condotti in tal senso hanno dato spesso risultati contrastanti.21-24 Il nodo più importante da sciogliere è quindi se esista effettivamente un rischio concreto nei bambini con BEV frequenti e cuore strutturalmente sano di sviluppare una PVC-CM e, in caso di risposta affermativa, di quantificare questo rischio e di identificare parametri epidemiologici, clinici e diagnostici in grado di influenzare la prognosi. Guidati da questo scopo abbiamo deciso di rivalutare retrospettivamente il decorso clinico e l’approccio terapeutico adottato nei pazienti pediatrici con extrasistolia ventricolare frequente giunti in osservazione presso l’ambulatorio di Cardiologia Pediatrica della Clinica Pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Matteo da maggio 2002 a giugno 2020. Sono stati esclusi dallo studio tutti i soggetti con cardiopatie strutturali e/o familiarità per cardiomiopatie e canalopatie ereditarie. 133 pazienti hanno rispettato i criteri posti. 34 pazienti hanno sviluppato durante il periodo di osservazione, un numero significativo di BEV e su questi pazienti si sono concentrate le nostre osservazioni statistiche. A differenza di quanto descritto da alcuni recenti studi, nessuno dei nostri pazienti ha sviluppato disfunzione ventricolare sinistra. Non si sono verificati eventi aritmici potenzialmente fatali quali TV sostenute o Torsioni di Punta, né arresti cardiaci improvvisi. Al giorno d’oggi l’argomento BEV nel paziente pediatrico è molto dibattuto ed evidenzia l’esistenza di una zona grigia, ancora in parte inesplorata, che indica la necessità di una valutazione ad hoc dei singoli pazienti al netto della loro storia familiare e clinica. Risulta fondamentale il corretto utilizzo degli strumenti diagnostici a disposizione e la corretta interpretazione dei risultati da questi forniti al fine di evitare inutili restrizioni nel bambino che pratica attività sportiva. Appare evidente, allo stesso tempo, il bisogno di ulteriori studi che ne confermino il carattere benigno e che possano aiutare a delineare la presenza di eventuali fattori di rischio in grado di guidare una precisa stratificazione della popolazione e di conseguenza il corretto timing diagnostico e terapeutico.
Extrasistolia ventricolare idiopatica e sviluppo di disfunzione ventricolare sinistra nella popolazione pediatrica: studio clinico retrospettivo su 133 pazienti.
CARÀ, GIANMARCO ALESSANDRO
2019/2020
Abstract
L’extrasistolia ventricolare è un riscontro estremamente frequente nella popolazione pediatrica con una prevalenza che varia, a seconda delle casistiche, dal 20 al 50%.1-4 La descrizione nella seconda metà del secolo scorso del possibile sviluppo di disfunzione ventricolare nei soggetti con battiti ectopici ventricolari (BEV) frequenti ha creato preoccupazione su quello che per molto tempo era stato considerato un fenomeno assolutamente benigno.5-7 Studi effettuati sulla popolazione adulta, infatti, hanno dimostrato come un’extrasistolia ventricolare frequente possa condurre, anche in un soggetto senza nessuna cardiopatia di base, allo sviluppo di una cardiomiopatia dilatativa sui generis chiamata PCV-induced Cardiomyopathy (PVC-CM), caratterizzata specialmente dalla reversibilità del quadro patologico alla sospensione degli eventi aritmici.8-19 Tuttavia, nella popolazione pediatrica la letteratura circa l’extrasistolia ventricolare e la PVC-CM è ancora molto limitata; così come limitate sono le evidenze che il decorso clinico nel bambino sia speculare a quello dell’adulto. Alcuni studi, al contrario, sembrano suggerire esattamente l’opposto: mentre nell’adulto è stato dimostrato che una percentuale di BEV superiore al 24% nelle 24 ore si associa ad un maggior rischio di sviluppare disfunzione ventricolare, nel bambino una soglia di rischio definita non è ancora stata identificata.20,21 Studi condotti in tal senso hanno dato spesso risultati contrastanti.21-24 Il nodo più importante da sciogliere è quindi se esista effettivamente un rischio concreto nei bambini con BEV frequenti e cuore strutturalmente sano di sviluppare una PVC-CM e, in caso di risposta affermativa, di quantificare questo rischio e di identificare parametri epidemiologici, clinici e diagnostici in grado di influenzare la prognosi. Guidati da questo scopo abbiamo deciso di rivalutare retrospettivamente il decorso clinico e l’approccio terapeutico adottato nei pazienti pediatrici con extrasistolia ventricolare frequente giunti in osservazione presso l’ambulatorio di Cardiologia Pediatrica della Clinica Pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Matteo da maggio 2002 a giugno 2020. Sono stati esclusi dallo studio tutti i soggetti con cardiopatie strutturali e/o familiarità per cardiomiopatie e canalopatie ereditarie. 133 pazienti hanno rispettato i criteri posti. 34 pazienti hanno sviluppato durante il periodo di osservazione, un numero significativo di BEV e su questi pazienti si sono concentrate le nostre osservazioni statistiche. A differenza di quanto descritto da alcuni recenti studi, nessuno dei nostri pazienti ha sviluppato disfunzione ventricolare sinistra. Non si sono verificati eventi aritmici potenzialmente fatali quali TV sostenute o Torsioni di Punta, né arresti cardiaci improvvisi. Al giorno d’oggi l’argomento BEV nel paziente pediatrico è molto dibattuto ed evidenzia l’esistenza di una zona grigia, ancora in parte inesplorata, che indica la necessità di una valutazione ad hoc dei singoli pazienti al netto della loro storia familiare e clinica. Risulta fondamentale il corretto utilizzo degli strumenti diagnostici a disposizione e la corretta interpretazione dei risultati da questi forniti al fine di evitare inutili restrizioni nel bambino che pratica attività sportiva. Appare evidente, allo stesso tempo, il bisogno di ulteriori studi che ne confermino il carattere benigno e che possano aiutare a delineare la presenza di eventuali fattori di rischio in grado di guidare una precisa stratificazione della popolazione e di conseguenza il corretto timing diagnostico e terapeutico.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/11693