Dal 1989 ai giorni nostri, i medici prescrittori, hanno ampliato e notevolmente cambiato opzioni di trattamento per pazienti epilettici, grazie all’entrata in commercio di nuovi farmaci anticonvulsivanti, detti di seconda e successivamente, di terza generazione. In questa tesi, in particolar modo, affronterò come molti di questi farmaci, siano stati vantaggiosi in termini di tollerabilità e sicurezza, nel trattamento delle donne gravide, presentanti epilessia. Per evidenziare l’ottimizzazione della terapia farmacologica, grazie all’introduzione di questi nuovi farmaci, ho specificatamente trattato: l’acido valproico ossia, uno dei capostipiti dei farmaci di prima generazione più utilizzati, citando i numerosi effetti collaterali che si riscontrano nelle donne fertili e nel feto. Nelle donne epilettiche, la frequenza e la gravità delle crisi epilettiche possono essere influenzate durante la gravidanza da diversi fattori come: cambiamenti nel metabolismo dell'ASD (farmaco anti-convulsioni), cambiamenti nei livelli ormonali e conformità dei farmaci, perciò risulta essere di particolare importanza, una giusta consulenza contracettiva e precontracettiva da specialisti, sia prima di intraprendere una gravidanza, che durante il periodo gestazionale. Infatti, la gravidanza pianificata nella WWE (woman with epilepsy) risulta aver avuto minori esiti fetali avversi, come il rischio di malformazioni congenite e SGA (Small for gestational age: restrizione intrauterina della crescita). Rischi che sicuramente aumentano, se la madre decide consapevolmente di assumere acido valproico, durante la gravidanza. Proprio a causa delle prove relative ai problemi di sviluppo neurologico e agli effetti teratogeni nei bambini delle madri che assumono valproato, lo specialista, deve discutere il contenuto del “Modulo di accettazione del rischio annuale”, all’inizio e durante ogni rivalutazione annuale per assicurarsi che la paziente ne abbia compreso il contenuto. Nonostante le linee guida attuali, sconsiglino fortemente il Valproato, le più ammissibili ragioni, per cui una donna decida comunque di assumerlo, possono essere: perché la gravidanza è altamente improbabile e / o fallimento con altri trattamenti con farmaci antiepilettici. Nonostante i nuovi farmaci anticovulsivanti, abbiano ottimizzato la terapia farmacologica, sussiste comunque il problema dell’insorgenza della farmacoresistenza, la quale varia da individuo a individuo. Il lavoro del gruppo di studio EURAP suggerisce che la "globalizzazione" della ricerca sia l'approccio migliore per ovviare questo problema. EURAP è una fondazione senza fine di lucro, alla quale certe aziende farmaceutiche come: Bial, Eisai, GlaxoSmithKline, Janssen-Cilag, Novartis, Pfizer, Sanofi-Aventis e UCB, hanno deciso di affidarsi, dando un sostegno finanziario, per promuovere la ricerca, al fine di migliorare l’efficacia terapeutica nella donna epilettica in gravidanza.
Farmaci anticonvulsivanti di nuova generazione nel trattamento della donna epilettica in gravidanza: efficacia e prospettive future
ZANALETTI, ANNA
2019/2020
Abstract
Dal 1989 ai giorni nostri, i medici prescrittori, hanno ampliato e notevolmente cambiato opzioni di trattamento per pazienti epilettici, grazie all’entrata in commercio di nuovi farmaci anticonvulsivanti, detti di seconda e successivamente, di terza generazione. In questa tesi, in particolar modo, affronterò come molti di questi farmaci, siano stati vantaggiosi in termini di tollerabilità e sicurezza, nel trattamento delle donne gravide, presentanti epilessia. Per evidenziare l’ottimizzazione della terapia farmacologica, grazie all’introduzione di questi nuovi farmaci, ho specificatamente trattato: l’acido valproico ossia, uno dei capostipiti dei farmaci di prima generazione più utilizzati, citando i numerosi effetti collaterali che si riscontrano nelle donne fertili e nel feto. Nelle donne epilettiche, la frequenza e la gravità delle crisi epilettiche possono essere influenzate durante la gravidanza da diversi fattori come: cambiamenti nel metabolismo dell'ASD (farmaco anti-convulsioni), cambiamenti nei livelli ormonali e conformità dei farmaci, perciò risulta essere di particolare importanza, una giusta consulenza contracettiva e precontracettiva da specialisti, sia prima di intraprendere una gravidanza, che durante il periodo gestazionale. Infatti, la gravidanza pianificata nella WWE (woman with epilepsy) risulta aver avuto minori esiti fetali avversi, come il rischio di malformazioni congenite e SGA (Small for gestational age: restrizione intrauterina della crescita). Rischi che sicuramente aumentano, se la madre decide consapevolmente di assumere acido valproico, durante la gravidanza. Proprio a causa delle prove relative ai problemi di sviluppo neurologico e agli effetti teratogeni nei bambini delle madri che assumono valproato, lo specialista, deve discutere il contenuto del “Modulo di accettazione del rischio annuale”, all’inizio e durante ogni rivalutazione annuale per assicurarsi che la paziente ne abbia compreso il contenuto. Nonostante le linee guida attuali, sconsiglino fortemente il Valproato, le più ammissibili ragioni, per cui una donna decida comunque di assumerlo, possono essere: perché la gravidanza è altamente improbabile e / o fallimento con altri trattamenti con farmaci antiepilettici. Nonostante i nuovi farmaci anticovulsivanti, abbiano ottimizzato la terapia farmacologica, sussiste comunque il problema dell’insorgenza della farmacoresistenza, la quale varia da individuo a individuo. Il lavoro del gruppo di studio EURAP suggerisce che la "globalizzazione" della ricerca sia l'approccio migliore per ovviare questo problema. EURAP è una fondazione senza fine di lucro, alla quale certe aziende farmaceutiche come: Bial, Eisai, GlaxoSmithKline, Janssen-Cilag, Novartis, Pfizer, Sanofi-Aventis e UCB, hanno deciso di affidarsi, dando un sostegno finanziario, per promuovere la ricerca, al fine di migliorare l’efficacia terapeutica nella donna epilettica in gravidanza.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/11751