Soggetti con autismo, sia adolescenti che adulti, sono a maggior rischio di incorrere in malattie quali obesità o patologie cardiovascolari (McCoy, Jakicic, & Gibbs, 2016), dovuto all’inattività fisica. L’inattività fisica è spesso preferita dai genitori rispetto a uno stile di vita attivo poiché i problemi comportamentali, deficit motori e di coordinazione e barriere create dai pari, necessitano un’eccessiva supervisione (Must et al., 2015; Healy, Msefi, & Gallagher, 2012). In questo studio, vengono prese in considerazione le caratteristiche proprie di questo disturbo per creare un’attività fisica pianificata e strutturata, in modo tale che entri a far parte del processo educativo del ragazzo. In questo particolare caso, l’attività adattata in acqua viene utilizzata per migliorare in generale lo stato fisico del soggetto e migliorare le abilità acquatiche. In questo lungo processo di apprendimento, supervisionato da un istruttore di nuoto specializzato e dall’educatore, il corso di nuoto può rivelarsi anche un importante momento di crescita per il soggetto dal punto di vista comportamentale. Di conseguenza, attraverso pre impostate strategie di rinforzo e di strutturazione dell’ambiente, si va a lavorare attraverso lo sport su tutto quello che può incrementare la socialità e favorire l’inclusione in un contesto relazionale. La revisione della letteratura scientifica per quanto riguarda l’attività adattata in acqua e i metodi comportamentali più utilizzati ha permesso di creare un programma specifico per ognuno dei ragazzi presi in considerazione. Ognuno di loro, avente come obiettivo ultimo l’apprendimento delle tecniche di nuotata, è stato seguito in un programma personalizzato in base alle capacità di partenza e agli stati umorali del giorno. La creazione di un test di valutazione in acqua ha permesso di creare gli obiettivi che permettessero il raggiungimento dell’obiettivo meta e tenere monitorati i miglioramenti. Ciò che è emerso dallo studio effettuato è che, pur in un tempo ristretto, l’attività in acqua ha permesso miglioramenti, prima di tutto dal punto di vista acquatico, e in un secondo luogo anche dal punto di vista comportamentale, nei momenti di gestione della rabbia e dell’ansia e diminuzione dei comportamenti problema.

Utilizzo dei metodi comportamentali nell'attività adattata in acqua per ragazzi con autismo: analisi di un campione.

URSO, ELISA
2019/2020

Abstract

Soggetti con autismo, sia adolescenti che adulti, sono a maggior rischio di incorrere in malattie quali obesità o patologie cardiovascolari (McCoy, Jakicic, & Gibbs, 2016), dovuto all’inattività fisica. L’inattività fisica è spesso preferita dai genitori rispetto a uno stile di vita attivo poiché i problemi comportamentali, deficit motori e di coordinazione e barriere create dai pari, necessitano un’eccessiva supervisione (Must et al., 2015; Healy, Msefi, & Gallagher, 2012). In questo studio, vengono prese in considerazione le caratteristiche proprie di questo disturbo per creare un’attività fisica pianificata e strutturata, in modo tale che entri a far parte del processo educativo del ragazzo. In questo particolare caso, l’attività adattata in acqua viene utilizzata per migliorare in generale lo stato fisico del soggetto e migliorare le abilità acquatiche. In questo lungo processo di apprendimento, supervisionato da un istruttore di nuoto specializzato e dall’educatore, il corso di nuoto può rivelarsi anche un importante momento di crescita per il soggetto dal punto di vista comportamentale. Di conseguenza, attraverso pre impostate strategie di rinforzo e di strutturazione dell’ambiente, si va a lavorare attraverso lo sport su tutto quello che può incrementare la socialità e favorire l’inclusione in un contesto relazionale. La revisione della letteratura scientifica per quanto riguarda l’attività adattata in acqua e i metodi comportamentali più utilizzati ha permesso di creare un programma specifico per ognuno dei ragazzi presi in considerazione. Ognuno di loro, avente come obiettivo ultimo l’apprendimento delle tecniche di nuotata, è stato seguito in un programma personalizzato in base alle capacità di partenza e agli stati umorali del giorno. La creazione di un test di valutazione in acqua ha permesso di creare gli obiettivi che permettessero il raggiungimento dell’obiettivo meta e tenere monitorati i miglioramenti. Ciò che è emerso dallo studio effettuato è che, pur in un tempo ristretto, l’attività in acqua ha permesso miglioramenti, prima di tutto dal punto di vista acquatico, e in un secondo luogo anche dal punto di vista comportamentale, nei momenti di gestione della rabbia e dell’ansia e diminuzione dei comportamenti problema.
2019
Strategies and approaches for people on autism spectrum during swimming lessons.
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