Pressione del Tempo e Deadlines nelle Negoziazioni di Pace: i Casi del Mozambico e dell'Angola

This work aims to investigate and specify, through the presentation of two case studies, some of the effects of time pressure and deadlines on the outcome of the peace negotiations and on the durability of the agreements that result from them. The analysis of historical sources and of the negotiation techniques used by mediators in the two peace processes of Mozambique and Angola seems to suggest that time pressure tends, all other things being equal, to reduce the durability of agreements, making confidence-building processes more difficult and exacerbating the conflictual elements in the negotiation. This usually results in a lower design quality for the agreement, that reduces in turn its durability. These findings are well in line with most results of experimental psychology research on decision-making under time pressure, as well as with the only systematic international relations study on the issue. They are supported by the analysis of historical and diplomatic sources, as well as through the words of one of the official mediators for the Mozambique peace process, Mgr. Matteo Zuppi, who has kindly agreed to give an interview specifically on the issue. The research ends with a quick outline of some potential further case studies, which provide some insights with regard to the findings reached for the two main cases. These conclusions are followed by an analysis of the limits of this research, and of its implications for mediators and conflict resolution or international relations scholars willing to conduce further studies on this still under-researched topic.

Questo lavoro mira ad indagare ed a specificare, attraverso la presentazione di due casi di studio, alcuni degli effetti della pressione temporale e dell’utilizzo di deadlines sull’esito delle negoziazioni di pace e sulla durevolezza degli accordi che le seguono. L’analisi storica e delle tecniche di negoziazione utilizzate nei processi di pace che hanno seguito le guerre civili del Mozambico e dell’Angola sembra rivelare, in linea con i risultati di alcuni studi di psicologia sperimentale e con le conclusioni dell’unico tentativo di studio sistematico sulla materia, che la pressione del tempo tende – a parità di condizioni – a ridurre la durevolezza (‘durability’) degli accordi, rendendo difficoltosi i processi di rafforzamento della fiducia tra le parti ed esacerbando gli aspetti conflittuali della negoziazione, andando dunque a compromettere la qualità e la completezza del trattato. Tali argomentazioni sono sostenute, oltre che con l’analisi di fonti storiche e diplomatiche e dei testi finali degli accordi, anche tramite le parole di uno dei mediatori ufficiali per il processo di pace in Mozambico, Mons. Matteo Zuppi, che ha gentilmente concesso un’intervista a riguardo. Il lavoro si conclude con la rapida presentazione di alcuni potenziali ulteriori casi di studio, che forniscono indicazioni aggiuntive riguardo alle conclusioni raggiunte in merito ai due casi principali. Tali conclusioni sono seguite da un’analisi dei limiti di questo lavoro, ma anche delle implicazioni per i mediatori e per i ricercatori che volessero approfondire queste tematiche, ancora poco studiate.