L’amianto, noto anche come asbesto, è una sostanza minerale naturale con struttura fibrosa caratterizzata da una notevole resistenza meccanica, resistenza al calore e da un’alta flessibilità. L’inalazione di questa fibra nelle sue due forme presenti in natura, anfiboli e serpentino, rappresenta il fattore di rischio principale del mesotelioma maligno. Esso origina dal mesotelio che riveste la pleura, il peritoneo, il pericardio e la tunica vaginale del testicolo, ed è caratterizzato da una prognosi infausta. L’incidenza di questa neoplasia dipende dalle caratteristiche dell’esposizione occupazionale, residenziale e domestica, compreso il tempo in cui questa si sia verificata. L’esposizione precoce nel corso della vita conferisce un maggior rischio considerando che il tempo di latenza tra esposizione e la diagnosi della patologia può raggiungere i 40-50 anni. La patogenesi, non ancora del tutto chiarita, sembra essere correlata al rilascio da parte dei macrofagi di specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto, che hanno proprietà mutagene sul DNA, con stimolazione autocrina derivante dall’attivazione di oncogeni (PDGF e VEGF), inattivazione di geni oncosoppressori (BAP1) e resistenza all’apoptosi. Il rischio individuale può essere influenzato da una predisposizione correlata al polimorfismo dei geni coinvolti nel processo di riparazione del DNA che rende i soggetti portatori di tale polimorfismo più vulnerabili. L’iter diagnostico comprende l’indagine radiologica, eventualmente l’esame citologico del versamento e la biopsia pleurica. Per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno, la terapia di elezione è il trattamento chemioterapico; l’associazione tra cisplatino e antifolato è il trattamento standard di prima linea, poiché questa combinazione ha dimostrato un miglioramento in termini di qualità di vita e controllo dei sintomi quali dispnea, dolore toracico, fatica e tosse. Le curve di incidenza e di mortalità della malattia sono ancora in crescita pressoché ovunque, a causa dell’enorme diffusione che l'amianto ha avuto in tutti i Paesi in seguito alle sue eccellenti proprietà chimico-fisiche e alla sua versatilità d’uso. Il mesotelioma pleurico maligno per le sue peculiarità (severa sintomatologia fisica, scarsa curabilità, prognosi infausta, alta frequenza in luoghi che si trovano nelle vicinanze di stabilimenti o cave di estrazione, insorgenza in cittadini di fasce d'età giovane) ha un forte impatto psicologico e sociale sui componenti dell'intera comunità in cui si manifesta. Molta speranza è riposta nella ricerca di nuovi farmaci in grado di incidere in maniera rilevante sulla sopravvivenza, che ad oggi si aggira mediamente intorno a 1-1,5 anni. Tra i farmaci su cui è particolarmente concentrata oggi l'attenzione dei ricercatori, gli immunoterapici e in generale i farmaci di natura biotecnologica, rivestono un ruolo centrale. Essendo il mesotelioma pleurico maligno caratterizzato anche da un’importante componente infiammatoria, parzialmente dovuta all’azione indotta dalle fibre di asbesto, particolare attenzione è volta anche a valutare l’efficacia di farmaci in grado di modulare la risposta immunitaria, tra cui gli anticorpi monoclonali inibitori del checkpoint immunitario (anti PD-1 e anti CTLA-4). Casale Monferrato e Broni sono rispettivamente le città piemontese e lombarda, che rivestono il ruolo-simbolo della pericolosità di questa fibra. A distanza di più di trent’anni dalla chiusura degli stabilimenti di produzione di manufatti in cemento-amianto (Eternit), le vittime (ex lavoratori e cittadini non esposti professionalmente) non tendono a diminuire. La ricerca di farmaci efficaci è dunque un imperativo morale per tutti; per onorare la memoria di chi non c'è più e per scongiurare la morte di tante altre future vittime potenziali.
IL MESOTELIOMA MALIGNO: ASPETTI EZIOLOGICI, CLINICI E TERAPEUTICI
FAVARIN, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
L’amianto, noto anche come asbesto, è una sostanza minerale naturale con struttura fibrosa caratterizzata da una notevole resistenza meccanica, resistenza al calore e da un’alta flessibilità. L’inalazione di questa fibra nelle sue due forme presenti in natura, anfiboli e serpentino, rappresenta il fattore di rischio principale del mesotelioma maligno. Esso origina dal mesotelio che riveste la pleura, il peritoneo, il pericardio e la tunica vaginale del testicolo, ed è caratterizzato da una prognosi infausta. L’incidenza di questa neoplasia dipende dalle caratteristiche dell’esposizione occupazionale, residenziale e domestica, compreso il tempo in cui questa si sia verificata. L’esposizione precoce nel corso della vita conferisce un maggior rischio considerando che il tempo di latenza tra esposizione e la diagnosi della patologia può raggiungere i 40-50 anni. La patogenesi, non ancora del tutto chiarita, sembra essere correlata al rilascio da parte dei macrofagi di specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto, che hanno proprietà mutagene sul DNA, con stimolazione autocrina derivante dall’attivazione di oncogeni (PDGF e VEGF), inattivazione di geni oncosoppressori (BAP1) e resistenza all’apoptosi. Il rischio individuale può essere influenzato da una predisposizione correlata al polimorfismo dei geni coinvolti nel processo di riparazione del DNA che rende i soggetti portatori di tale polimorfismo più vulnerabili. L’iter diagnostico comprende l’indagine radiologica, eventualmente l’esame citologico del versamento e la biopsia pleurica. Per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno, la terapia di elezione è il trattamento chemioterapico; l’associazione tra cisplatino e antifolato è il trattamento standard di prima linea, poiché questa combinazione ha dimostrato un miglioramento in termini di qualità di vita e controllo dei sintomi quali dispnea, dolore toracico, fatica e tosse. Le curve di incidenza e di mortalità della malattia sono ancora in crescita pressoché ovunque, a causa dell’enorme diffusione che l'amianto ha avuto in tutti i Paesi in seguito alle sue eccellenti proprietà chimico-fisiche e alla sua versatilità d’uso. Il mesotelioma pleurico maligno per le sue peculiarità (severa sintomatologia fisica, scarsa curabilità, prognosi infausta, alta frequenza in luoghi che si trovano nelle vicinanze di stabilimenti o cave di estrazione, insorgenza in cittadini di fasce d'età giovane) ha un forte impatto psicologico e sociale sui componenti dell'intera comunità in cui si manifesta. Molta speranza è riposta nella ricerca di nuovi farmaci in grado di incidere in maniera rilevante sulla sopravvivenza, che ad oggi si aggira mediamente intorno a 1-1,5 anni. Tra i farmaci su cui è particolarmente concentrata oggi l'attenzione dei ricercatori, gli immunoterapici e in generale i farmaci di natura biotecnologica, rivestono un ruolo centrale. Essendo il mesotelioma pleurico maligno caratterizzato anche da un’importante componente infiammatoria, parzialmente dovuta all’azione indotta dalle fibre di asbesto, particolare attenzione è volta anche a valutare l’efficacia di farmaci in grado di modulare la risposta immunitaria, tra cui gli anticorpi monoclonali inibitori del checkpoint immunitario (anti PD-1 e anti CTLA-4). Casale Monferrato e Broni sono rispettivamente le città piemontese e lombarda, che rivestono il ruolo-simbolo della pericolosità di questa fibra. A distanza di più di trent’anni dalla chiusura degli stabilimenti di produzione di manufatti in cemento-amianto (Eternit), le vittime (ex lavoratori e cittadini non esposti professionalmente) non tendono a diminuire. La ricerca di farmaci efficaci è dunque un imperativo morale per tutti; per onorare la memoria di chi non c'è più e per scongiurare la morte di tante altre future vittime potenziali.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/11992