La possibilità di avere a disposizione biomarcatori affidabili che descrivano l’evoluzione dell’evento ictale e che definiscano l’efficacia dei trattamenti eseguiti, permetterebbe di rendere i trattamenti stessi più personalizzati, valutando in modo oggettivo quali strategie terapeutiche siano più efficaci per il singolo paziente ed efficienti per le risorse disponibili. Inoltre, lo studio dei biomarcatori circolanti potrebbe aiutare a comprendere meglio i processi molecolari coinvolti nel danno ischemico e nella regolazione dei meccanismi rigenerativi. Lo Studio presentato in questa Tesi di Laurea si inserisce in tale contesto e analizza i risultati preliminari ottenuti nell’ambito di un Progetto di Ricerca più ampio, avente l’obiettivo di valutare alcuni biomarcatori circolanti, sia di danno ischemico sia associati al recupero funzionale. In questa Ricerca, che è uno studio multicentrico osservazionale longitudinale prospettico, è in particolare considerata la relazione intercorrente tra i livelli ematici di neurofilamenti a catena leggera (Nf-L) e l’evoluzione dello stato di salute e di malattia nel medesimo paziente, a partire dall’evento acuto (t0, entro 24 ore) e sistematicamente a 4 tempi (7 giorni, 30 giorni, 60 giorni e 180 giorni), osservando il recupero nel tempo dei pazienti dimessi al domicilio e di quelli che hanno necessitato di un periodo in una struttura riabilitativa. I valori ottenuti sono stati correlati con le scale cliniche normalmente utilizzate per la valutazione del paziente sia in fase acuta che nella fase di recupero, con l’obiettivo primario di studiare la correlazione tra le concentrazioni sieriche di Nf-L ed il recupero funzionale del paziente, valutato mediante il punteggio ottenuto alla scala di Rankin modificata (mRS), una misura della disabilità del paziente in termini di dipendenza nelle attività della vita quotidiana. I risultati ottenuti dimostrano che le concentrazioni sieriche di Nf-L al tempo D7 e M1 correlano con il recupero funzionale valutato mediante la scala mRS ai corrispettivi tempi, anche quando i punteggi ottenuti siano corretti per il valore mRS pre-stroke, in particolare per il valore a M1. Tuttavia, analizzando prospetticamente i dati, i valori dei neurofilamenti ottenuti al tempo D7 correlano solo con il punteggio mRS a M1. Per quanto riguarda gli obiettivi secondari, sia il deficit neurologico residuo che le scale di valutazione riabilitativa correlano con le concentrazioni di Nf-L al tempo D7 e al tempo M1. In particolare, in questo Studio sono state considerate per la prima volta le scale TCT, FAC, FIM e MoCA rispetto ai valori di Nf-L ed è interessante osservare che solamente il punteggio ottenuto alla scala FIM correla con il biomarcatore non solo a D7 e M1, ma anche a M3. Questa scala tiene conto delle capacità di movimento del paziente, ma anche delle capacità comunicative e di quelle cognitive, le cui alterazioni possono persistere più a lungo. Scomponendo il punteggio totale assegnato ad ogni paziente nella componente motoria e cognitiva della scala FIM, questa ipotesi è confermata, poiché è proprio la componente cognitiva a mantenere la correlazione con i valori di biomarcatore a M3, non solo rispetto alle concentrazioni al corrispettivo tempo di osservazione, ma anche prospetticamente rispetto alle concentrazioni a D7. In conclusione, i risultati ottenuti si sono rivelati promettenti nello stabilire la correlazione esistente tra le concentrazioni di Nf-L (per ora selettivamente a D7 e M1) ed il recupero funzionale. In prospettiva, sarà di interesse non solo valutare se tale correlazione sarà confermata al completamento dello Studio, ma anche studiare le relazioni intercorrenti tra Nf-L e le altre molecole considerate, nell’ottica di sviluppare un pannello di biomarcatori utile sia nella fase acuta, che durante il percorso riabilitativo del paziente con ictus ischemico.

Ruolo dei neurofilamenti a catena leggera come biomarcatori nel monitoraggio del paziente con ictus ischemico: dati preliminari di uno studio multicentrico longitudinale prospettico

FERRARI, FEDERICA
2019/2020

Abstract

La possibilità di avere a disposizione biomarcatori affidabili che descrivano l’evoluzione dell’evento ictale e che definiscano l’efficacia dei trattamenti eseguiti, permetterebbe di rendere i trattamenti stessi più personalizzati, valutando in modo oggettivo quali strategie terapeutiche siano più efficaci per il singolo paziente ed efficienti per le risorse disponibili. Inoltre, lo studio dei biomarcatori circolanti potrebbe aiutare a comprendere meglio i processi molecolari coinvolti nel danno ischemico e nella regolazione dei meccanismi rigenerativi. Lo Studio presentato in questa Tesi di Laurea si inserisce in tale contesto e analizza i risultati preliminari ottenuti nell’ambito di un Progetto di Ricerca più ampio, avente l’obiettivo di valutare alcuni biomarcatori circolanti, sia di danno ischemico sia associati al recupero funzionale. In questa Ricerca, che è uno studio multicentrico osservazionale longitudinale prospettico, è in particolare considerata la relazione intercorrente tra i livelli ematici di neurofilamenti a catena leggera (Nf-L) e l’evoluzione dello stato di salute e di malattia nel medesimo paziente, a partire dall’evento acuto (t0, entro 24 ore) e sistematicamente a 4 tempi (7 giorni, 30 giorni, 60 giorni e 180 giorni), osservando il recupero nel tempo dei pazienti dimessi al domicilio e di quelli che hanno necessitato di un periodo in una struttura riabilitativa. I valori ottenuti sono stati correlati con le scale cliniche normalmente utilizzate per la valutazione del paziente sia in fase acuta che nella fase di recupero, con l’obiettivo primario di studiare la correlazione tra le concentrazioni sieriche di Nf-L ed il recupero funzionale del paziente, valutato mediante il punteggio ottenuto alla scala di Rankin modificata (mRS), una misura della disabilità del paziente in termini di dipendenza nelle attività della vita quotidiana. I risultati ottenuti dimostrano che le concentrazioni sieriche di Nf-L al tempo D7 e M1 correlano con il recupero funzionale valutato mediante la scala mRS ai corrispettivi tempi, anche quando i punteggi ottenuti siano corretti per il valore mRS pre-stroke, in particolare per il valore a M1. Tuttavia, analizzando prospetticamente i dati, i valori dei neurofilamenti ottenuti al tempo D7 correlano solo con il punteggio mRS a M1. Per quanto riguarda gli obiettivi secondari, sia il deficit neurologico residuo che le scale di valutazione riabilitativa correlano con le concentrazioni di Nf-L al tempo D7 e al tempo M1. In particolare, in questo Studio sono state considerate per la prima volta le scale TCT, FAC, FIM e MoCA rispetto ai valori di Nf-L ed è interessante osservare che solamente il punteggio ottenuto alla scala FIM correla con il biomarcatore non solo a D7 e M1, ma anche a M3. Questa scala tiene conto delle capacità di movimento del paziente, ma anche delle capacità comunicative e di quelle cognitive, le cui alterazioni possono persistere più a lungo. Scomponendo il punteggio totale assegnato ad ogni paziente nella componente motoria e cognitiva della scala FIM, questa ipotesi è confermata, poiché è proprio la componente cognitiva a mantenere la correlazione con i valori di biomarcatore a M3, non solo rispetto alle concentrazioni al corrispettivo tempo di osservazione, ma anche prospetticamente rispetto alle concentrazioni a D7. In conclusione, i risultati ottenuti si sono rivelati promettenti nello stabilire la correlazione esistente tra le concentrazioni di Nf-L (per ora selettivamente a D7 e M1) ed il recupero funzionale. In prospettiva, sarà di interesse non solo valutare se tale correlazione sarà confermata al completamento dello Studio, ma anche studiare le relazioni intercorrenti tra Nf-L e le altre molecole considerate, nell’ottica di sviluppare un pannello di biomarcatori utile sia nella fase acuta, che durante il percorso riabilitativo del paziente con ictus ischemico.
2019
Role of neurofilament light chain as biomarker in the monitoring of ischemic stroke patients: preliminary results of a multicentric longitudinal prospective study
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12008