The research on which this thesis is based was carried out between June and August of this year and aims to observe and evaluate how the virus has spread among the employees of the IRCCS San Matteo of Pavia. The San Matteo facility immediately found itself facing the viral emergency, seeing itself involved in the front line in the epicenter of Italian infection. The workers of San Matteo were therefore exposed to important viral loads and this research certainly has significant relevance for the epidemiological study of viral transmission in such a involved hospital. The study investigated the main epidemiological features that may have influenced the infection of the facility's staff, through the retrospective collection of demographic data on the lifestyle, work and comorbidities of 1,447 healthcare workers who underwent a nasopharyngeal swab for the SARS-CoV-2. For the 164 SARS-CoV-2 positive healthcare workers, data on occupational safety, symptoms, and clinical course of COVID-19 were also collected. Assuming equal accessibility and proper use of PPE by all healthcare professionals in our hospital, increased contact with COVID-19 patients was found to be the crucial risk factor for SARS-CoV-2 infection ( p <0.0001). Prevention efforts must therefore be specifically focused on the most exposed groups of workers.

La ricerca su cui si basa questo lavoro di tesi è stata svolta tra giugno e agosto di quest’anno e si pone come obbiettivo quello di osservare e valutare come il virus si sia diffuso tra i dipendenti dell’IRCCS San Matteo di Pavia. La struttura del San Matteo si è trovata fin da subito a fronteggiare l’emergenza virale, vedendosi coinvolta in prima linea nell’epicentro di infezione italiana. I lavoratori del San Matteo sono stati dunque esposti a cariche virali importanti e questa ricerca ha sicuramente una rilevanza significativa per lo studio epidemiologico della trasmissione virale in un ospedale così coinvolto. Lo studio ha indagato le principali caratteristiche epidemiologiche che potrebbero aver influito sul contagio del personale della struttura, tramite la raccolta retrospettiva di dati demografici sullo stile di vita, sul lavoro e sulle comorbidità di 1447 operatori sanitari che sono stati sottoposti a un tampone nasofaringeo per il SARS-CoV-2. Per i 164 operatori sanitari positivi alla SARS-CoV-2, sono stati raccolti inoltre i dati sulla sicurezza sul lavoro, sui sintomi e sul decorso clinico della COVID-19. L’Ospedale San Matteo dal 22 febbraio 2020 è stato individuato come centro di riferimento COVID-19 ed il primo caso italiano, confermato il 21 febbraio 2020, è stato ricoverato proprio presso il Policlinico 1,2. Tutto il personale, formato da 4632 addetti, è stato più o meno coinvolto nell’emergenza e tutti si sono adeguati al protocollo emanato dal Comitato Infezioni della struttura. Agli operatori è stato garantito un continuo approvvigionamento dei DPI consigliati dalle linee guida OMS3: respiratori facciali FFP2/3, mascherine chirurgiche, camici idrorepellenti certificati per rischio biologico, cuffie per capelli, copriscarpe, maschere e visori. Il numero di operatori infetti, del Policlinico San Matteo è risultato, con un’incidenza cumulativa dell’11,33%, in linea con il dato nazionale, 10,7%, fornito il 16 aprile 2020 dall’ISS4, non sono state registrate morti lavoratori positivi e, pur mostrando sintomi, generalmente lievi e aspecifici, nel 90% dei casi, solo il 5% (8) di questi ha richiesto ricovero ospedaliero. L'incidenza cumulativa dell'infezione da SARS-CoV-2 tra i lavoratori sottoposti a screening è stata di 11,33 (9,72-13,21). Riguardo ad abitudini e fattori di rischio esplorati, è risultata moderatamente significativa (p=0,01) la differenza media di BMI, più elevato nei soggetti infettati (23,4 vs. 24,4). Il fattore fumo è risultato significativo (p<0,0001), in particolare essere ex fumatore ha rappresentato un’associazione sfavorevole rispetto all’esserlo attualmente, mentre la distribuzione dei non fumatori è risultata equa in infetti e non. Supponendo un'uguale accessibilità e un uso corretto dei DPI di tutti gli operatori sanitari del nostro ospedale, il maggior contatto con i pazienti affetti da COVID-19 è risultato essere il fattore di rischio cruciale per l’infezione da SARS-CoV-2 (p<0,0001). Gli sforzi di prevenzione devono dunque essere focalizzati in modo specifico sui gruppi di lavoratori più esposti.

COVID-19: I RISVOLTI EPIDEMIOLOGICI DELLA PANDEMIA TRA I LAVORATORI DELLA FONDAZIONE IRCCS POLICLINICO SAN MATTEO

DURBANO, ALESSANDRO
2019/2020

Abstract

The research on which this thesis is based was carried out between June and August of this year and aims to observe and evaluate how the virus has spread among the employees of the IRCCS San Matteo of Pavia. The San Matteo facility immediately found itself facing the viral emergency, seeing itself involved in the front line in the epicenter of Italian infection. The workers of San Matteo were therefore exposed to important viral loads and this research certainly has significant relevance for the epidemiological study of viral transmission in such a involved hospital. The study investigated the main epidemiological features that may have influenced the infection of the facility's staff, through the retrospective collection of demographic data on the lifestyle, work and comorbidities of 1,447 healthcare workers who underwent a nasopharyngeal swab for the SARS-CoV-2. For the 164 SARS-CoV-2 positive healthcare workers, data on occupational safety, symptoms, and clinical course of COVID-19 were also collected. Assuming equal accessibility and proper use of PPE by all healthcare professionals in our hospital, increased contact with COVID-19 patients was found to be the crucial risk factor for SARS-CoV-2 infection ( p <0.0001). Prevention efforts must therefore be specifically focused on the most exposed groups of workers.
2019
COVID-19: the epidemiological implications of the pandemic among the workers of the Policlinico San Matteo
La ricerca su cui si basa questo lavoro di tesi è stata svolta tra giugno e agosto di quest’anno e si pone come obbiettivo quello di osservare e valutare come il virus si sia diffuso tra i dipendenti dell’IRCCS San Matteo di Pavia. La struttura del San Matteo si è trovata fin da subito a fronteggiare l’emergenza virale, vedendosi coinvolta in prima linea nell’epicentro di infezione italiana. I lavoratori del San Matteo sono stati dunque esposti a cariche virali importanti e questa ricerca ha sicuramente una rilevanza significativa per lo studio epidemiologico della trasmissione virale in un ospedale così coinvolto. Lo studio ha indagato le principali caratteristiche epidemiologiche che potrebbero aver influito sul contagio del personale della struttura, tramite la raccolta retrospettiva di dati demografici sullo stile di vita, sul lavoro e sulle comorbidità di 1447 operatori sanitari che sono stati sottoposti a un tampone nasofaringeo per il SARS-CoV-2. Per i 164 operatori sanitari positivi alla SARS-CoV-2, sono stati raccolti inoltre i dati sulla sicurezza sul lavoro, sui sintomi e sul decorso clinico della COVID-19. L’Ospedale San Matteo dal 22 febbraio 2020 è stato individuato come centro di riferimento COVID-19 ed il primo caso italiano, confermato il 21 febbraio 2020, è stato ricoverato proprio presso il Policlinico 1,2. Tutto il personale, formato da 4632 addetti, è stato più o meno coinvolto nell’emergenza e tutti si sono adeguati al protocollo emanato dal Comitato Infezioni della struttura. Agli operatori è stato garantito un continuo approvvigionamento dei DPI consigliati dalle linee guida OMS3: respiratori facciali FFP2/3, mascherine chirurgiche, camici idrorepellenti certificati per rischio biologico, cuffie per capelli, copriscarpe, maschere e visori. Il numero di operatori infetti, del Policlinico San Matteo è risultato, con un’incidenza cumulativa dell’11,33%, in linea con il dato nazionale, 10,7%, fornito il 16 aprile 2020 dall’ISS4, non sono state registrate morti lavoratori positivi e, pur mostrando sintomi, generalmente lievi e aspecifici, nel 90% dei casi, solo il 5% (8) di questi ha richiesto ricovero ospedaliero. L'incidenza cumulativa dell'infezione da SARS-CoV-2 tra i lavoratori sottoposti a screening è stata di 11,33 (9,72-13,21). Riguardo ad abitudini e fattori di rischio esplorati, è risultata moderatamente significativa (p=0,01) la differenza media di BMI, più elevato nei soggetti infettati (23,4 vs. 24,4). Il fattore fumo è risultato significativo (p<0,0001), in particolare essere ex fumatore ha rappresentato un’associazione sfavorevole rispetto all’esserlo attualmente, mentre la distribuzione dei non fumatori è risultata equa in infetti e non. Supponendo un'uguale accessibilità e un uso corretto dei DPI di tutti gli operatori sanitari del nostro ospedale, il maggior contatto con i pazienti affetti da COVID-19 è risultato essere il fattore di rischio cruciale per l’infezione da SARS-CoV-2 (p<0,0001). Gli sforzi di prevenzione devono dunque essere focalizzati in modo specifico sui gruppi di lavoratori più esposti.
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