La tesi tratta di un potenziale impiego di prodotti di origine naturale come supporto alla terapia farmacologica esistente per le malattie neurodegenerative, con attenzione particolare per il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer, le due con più alta incidenza a livello globale. Dopo una introduzione che tratta le due patologie sia a livello epidemiologico sia a livello fisiopatologico, con riferimenti a manifestazioni cliniche e fattori di rischio, sono evidenziati i pregi e i limiti della terapia farmacologica esistente per queste patologie. In particolare viene posta l'attenzione sul fatto che esistano solo terapie sintomatiche caratterizzate da diversi effetti collaterali e viene anche evidenziata la carenza di farmaci sintetici disponibili, in particolare per l'Alzheimer, e le difficoltà nel produrne di nuovi. A questo scopo vengono trattate alcune piante da cui si possono ottenere molecole o estratti con effetti neuroprotettivi e che possono essere di interesse per questo campo applicativo. Le piante trattate sono Curcuma Longa, Malva parviflora, Macrosphyra Longistyla, Mucuna Pruriens e Panax Ginseng. La Curcuma è quella a cui è dedicato più spazio, dal momento che il suo rizoma contiene la Curcumina, un polifenolo naturale di elevatissimo interesse in campo neurologico a causa dei suoi molteplici effetti neuroprotettivi, tra cui antiinfiammatori, antiossidanti, la capacità di chelare metalli potenzialmente neurotossici e anche la capacità di interagire sia coi depositi di β-amiloide nell’Alzheimer sia con i depositi di α-sinucleina nel Parkinson. Le altre piante hanno meno spazio dedicato ma hanno una rilevanza anch’esse, in quanto da queste è possibile ottenere degli estratti,spesso di natura idroalcolica, contenenti varie componenti ad attività neuroprotettiva. Tutto questo è dimostrato da esperimenti in vitro e in vivo, come nel caso dell’estratto idroalcolico ottenuto da Malva parviflora, testato in vivo su topi da laboratorio, con risultati che confermano le sue proprietà neuroprotettive. Dalla Macrosphyra Longistyla si ottiene un estratto di natura metanolica avente anch’esso proprietà neuroprotettive grazie alla presenza di molecole come fenoli, flavonoidi, tannini e ad una inibizione di enzimi come acetilcolinesterasi e butirrilcolinesterasi. Per quanto riguarda Mucuna Pruriens l’interesse di base nasce dal fatto che i suoi semi contengono levodopa e un suo estratto mostra proprietà neuroprotettive, in particolar modo nel Parkinson, grazie alla sua presenza. Infine per quanto riguarda Panax Ginseng, le attività protettive di maggiore interesse sono dovute ad alcuni componenti attivi che contiene, soprattutto ai ginsenosidi, dei quali esistono più di 100 specie. In conclusione si evidenziano i limiti esistenti della terapia farmacologica del Morbo di Parkinson e della malattia di Alzheimer, suggerendo come un potenziale impiego di queste molecole ottenute dalle piante trattate potrebbe essere un vantaggio per migliorare il trattamento sintomatico di queste patologie, riducendo gli effetti collaterali di una terapia condotta esclusivamente con farmaci sintetici ed evidenziando anche come molecole naturali siano più facili da ottenere e con costi inferiori. I limiti legati a questa terapia di supporto sono dovuti prevalentemente a fattori come bassa biodisponibilità, instabilità nei fluidi corporei e una rapida eliminazione dall’organismo, caratteristiche di questi preparati ed in particolare della curcumina, per la quale però sono in via di sviluppo formulazioni nanoparticellari avanzate per ovviare a queste problematiche.

Utilizzo di prodotti fitoterapici come supporto nella prevenzione e nel trattamento sintomatico di patologie neurodegenerative

RAMONI, FILIPPO EMANUELE
2019/2020

Abstract

La tesi tratta di un potenziale impiego di prodotti di origine naturale come supporto alla terapia farmacologica esistente per le malattie neurodegenerative, con attenzione particolare per il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer, le due con più alta incidenza a livello globale. Dopo una introduzione che tratta le due patologie sia a livello epidemiologico sia a livello fisiopatologico, con riferimenti a manifestazioni cliniche e fattori di rischio, sono evidenziati i pregi e i limiti della terapia farmacologica esistente per queste patologie. In particolare viene posta l'attenzione sul fatto che esistano solo terapie sintomatiche caratterizzate da diversi effetti collaterali e viene anche evidenziata la carenza di farmaci sintetici disponibili, in particolare per l'Alzheimer, e le difficoltà nel produrne di nuovi. A questo scopo vengono trattate alcune piante da cui si possono ottenere molecole o estratti con effetti neuroprotettivi e che possono essere di interesse per questo campo applicativo. Le piante trattate sono Curcuma Longa, Malva parviflora, Macrosphyra Longistyla, Mucuna Pruriens e Panax Ginseng. La Curcuma è quella a cui è dedicato più spazio, dal momento che il suo rizoma contiene la Curcumina, un polifenolo naturale di elevatissimo interesse in campo neurologico a causa dei suoi molteplici effetti neuroprotettivi, tra cui antiinfiammatori, antiossidanti, la capacità di chelare metalli potenzialmente neurotossici e anche la capacità di interagire sia coi depositi di β-amiloide nell’Alzheimer sia con i depositi di α-sinucleina nel Parkinson. Le altre piante hanno meno spazio dedicato ma hanno una rilevanza anch’esse, in quanto da queste è possibile ottenere degli estratti,spesso di natura idroalcolica, contenenti varie componenti ad attività neuroprotettiva. Tutto questo è dimostrato da esperimenti in vitro e in vivo, come nel caso dell’estratto idroalcolico ottenuto da Malva parviflora, testato in vivo su topi da laboratorio, con risultati che confermano le sue proprietà neuroprotettive. Dalla Macrosphyra Longistyla si ottiene un estratto di natura metanolica avente anch’esso proprietà neuroprotettive grazie alla presenza di molecole come fenoli, flavonoidi, tannini e ad una inibizione di enzimi come acetilcolinesterasi e butirrilcolinesterasi. Per quanto riguarda Mucuna Pruriens l’interesse di base nasce dal fatto che i suoi semi contengono levodopa e un suo estratto mostra proprietà neuroprotettive, in particolar modo nel Parkinson, grazie alla sua presenza. Infine per quanto riguarda Panax Ginseng, le attività protettive di maggiore interesse sono dovute ad alcuni componenti attivi che contiene, soprattutto ai ginsenosidi, dei quali esistono più di 100 specie. In conclusione si evidenziano i limiti esistenti della terapia farmacologica del Morbo di Parkinson e della malattia di Alzheimer, suggerendo come un potenziale impiego di queste molecole ottenute dalle piante trattate potrebbe essere un vantaggio per migliorare il trattamento sintomatico di queste patologie, riducendo gli effetti collaterali di una terapia condotta esclusivamente con farmaci sintetici ed evidenziando anche come molecole naturali siano più facili da ottenere e con costi inferiori. I limiti legati a questa terapia di supporto sono dovuti prevalentemente a fattori come bassa biodisponibilità, instabilità nei fluidi corporei e una rapida eliminazione dall’organismo, caratteristiche di questi preparati ed in particolare della curcumina, per la quale però sono in via di sviluppo formulazioni nanoparticellari avanzate per ovviare a queste problematiche.
2019
Use of phytotherapeutic products as support in the prevention and symptomatic treatment of neurodegenerative diseases
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12097