Nigella sativa, comunemente nota come cumino nero, è stata a lungo studiata per le sue proprietà medicamentose in virtù delle quali rientra nei rimedi tradizionali comunemente utilizzati, soprattutto nell’area mediorientale. Molte delle attività farmacologiche attribuite ai semi sono da imputare alla presenza di molecole a struttura chinonica, tra cui il timochinone, sostanza volatile abbondante nell’olio essenziale. Tra le varie applicazione terapeutiche l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sull’impiego della pianta in campo dermatologico, in particolare, sono state recentemente pubblicati svariati studi sull’analisi della pianta come rimedio naturale per il trattamento e la cura dermocosmetica dell’acne. L’acne può essere considerata una dermatite infiammatoria che si sviluppa a livello dei follicoli pilo-sebacei e che si presenta clinicamente con comedoni, papule, pustole, noduli e cicatrici diffuse al volto, torace, dorso e spalle di individui di tutte le età, ma con ampia prevalenza nell’adolescenza. Nel determinismo della dermatite intervengono numerosi fattori, tra i quali un batterio Gram positivo, anaerobio-facoltativo, chiamato Propionibacterium acnes (P. acnes). Questo batterio, che vive nei follicoli pilosebacei e sulla cute di tutti gli esseri umani, abitualmente come commensale, induce nei pazienti acneici processi infiammatori che portano allo sviluppo delle lesioni sopra descritte. Gli antibiotici, per uso topico e sistemico, rappresentano una delle possibili opzioni terapeutiche, la cui prescrizione è tuttavia limitata alle sole forme severe. Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è un evento biologico che si riscontra anche in dermatologia, ecco perché la ricerca scientifica si sta orientando verso la selezione di nuove strategie, efficaci e sicure, per la cura dell’acne. In questo contesto si inserisce l’uso di piante medicinali e l’analisi dei meccanismi d’azione degli estratti e delle molecole isolate. Tra le varie specie vegetali analizzate compare anche Nigella sativa, i cui estratti sembrano possedere attività antimicrobica e antinfiammatoria, utili per la risoluzione delle lesioni acneiche. Gli studi esaminati corroborano l’ipotesi dell’efficacia essenziale di Nigella sativa come rimedio alternativo ai comuni trattamenti terapeutici proposti. I trials clinici, condotti sull’uomo in studi randomizzati in doppio-cieco, hanno dimostrato come le preparazioni ottenute a partire dai semi, applicate regolarmente sulla pelle, siano in grado di produrre un significativo miglioramento delle manifestazioni topiche e siano state ben tollerate dai pazienti reclutati. Nei lavori selezionati sono state esaminate lozioni alcoliche a base di olio essenziale, gel e idrogel ottenuti a partire da diversi estratti grezzi. Gli autori degli studi imputano l’efficacia delle formulazioni allestite alla presenza di timochinone, agente antimicrobico, antinfiammatorio e immunomodulatorio. I risultati positivi razionalizzano l’uso popolare della pianta, tuttavia lo studio e l’impiego delle droghe vegetali in medicina pone una serie di problematiche peculiari, legate alla complessa composizione della pianta e quindi degli estratti, ecco perché sono necessari ulteriori indagini su campioni di popolazione più rappresentativi e studi formulativi per la standardizzazione e l’ottimizzazione della preparazione topica. Nonostante la bassissima tossicità e l’ampio margine di sicurezza di Nigella sativa, alcuni studi hanno dimostrato un’azione antagonista di tale pianta in associazione al fenobarbital sodico e alla ciclosporina A. Questo aspetto sottolinea la necessità di maggiore informazione in ambito botanico in quanto nell’immaginario comune i pazienti sono indotti a ritenere le piante estremamente sicure mentre è sempre bene considerare i probabili effetti collaterali e quindi anche le interazioni.
POTENZIALI APPLICAZIONI DI NIGELLA SATIVA NEL TRATTAMENTO DI ACNE VULGARIS
ZUCCOTTI, BEATRICE
2019/2020
Abstract
Nigella sativa, comunemente nota come cumino nero, è stata a lungo studiata per le sue proprietà medicamentose in virtù delle quali rientra nei rimedi tradizionali comunemente utilizzati, soprattutto nell’area mediorientale. Molte delle attività farmacologiche attribuite ai semi sono da imputare alla presenza di molecole a struttura chinonica, tra cui il timochinone, sostanza volatile abbondante nell’olio essenziale. Tra le varie applicazione terapeutiche l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sull’impiego della pianta in campo dermatologico, in particolare, sono state recentemente pubblicati svariati studi sull’analisi della pianta come rimedio naturale per il trattamento e la cura dermocosmetica dell’acne. L’acne può essere considerata una dermatite infiammatoria che si sviluppa a livello dei follicoli pilo-sebacei e che si presenta clinicamente con comedoni, papule, pustole, noduli e cicatrici diffuse al volto, torace, dorso e spalle di individui di tutte le età, ma con ampia prevalenza nell’adolescenza. Nel determinismo della dermatite intervengono numerosi fattori, tra i quali un batterio Gram positivo, anaerobio-facoltativo, chiamato Propionibacterium acnes (P. acnes). Questo batterio, che vive nei follicoli pilosebacei e sulla cute di tutti gli esseri umani, abitualmente come commensale, induce nei pazienti acneici processi infiammatori che portano allo sviluppo delle lesioni sopra descritte. Gli antibiotici, per uso topico e sistemico, rappresentano una delle possibili opzioni terapeutiche, la cui prescrizione è tuttavia limitata alle sole forme severe. Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è un evento biologico che si riscontra anche in dermatologia, ecco perché la ricerca scientifica si sta orientando verso la selezione di nuove strategie, efficaci e sicure, per la cura dell’acne. In questo contesto si inserisce l’uso di piante medicinali e l’analisi dei meccanismi d’azione degli estratti e delle molecole isolate. Tra le varie specie vegetali analizzate compare anche Nigella sativa, i cui estratti sembrano possedere attività antimicrobica e antinfiammatoria, utili per la risoluzione delle lesioni acneiche. Gli studi esaminati corroborano l’ipotesi dell’efficacia essenziale di Nigella sativa come rimedio alternativo ai comuni trattamenti terapeutici proposti. I trials clinici, condotti sull’uomo in studi randomizzati in doppio-cieco, hanno dimostrato come le preparazioni ottenute a partire dai semi, applicate regolarmente sulla pelle, siano in grado di produrre un significativo miglioramento delle manifestazioni topiche e siano state ben tollerate dai pazienti reclutati. Nei lavori selezionati sono state esaminate lozioni alcoliche a base di olio essenziale, gel e idrogel ottenuti a partire da diversi estratti grezzi. Gli autori degli studi imputano l’efficacia delle formulazioni allestite alla presenza di timochinone, agente antimicrobico, antinfiammatorio e immunomodulatorio. I risultati positivi razionalizzano l’uso popolare della pianta, tuttavia lo studio e l’impiego delle droghe vegetali in medicina pone una serie di problematiche peculiari, legate alla complessa composizione della pianta e quindi degli estratti, ecco perché sono necessari ulteriori indagini su campioni di popolazione più rappresentativi e studi formulativi per la standardizzazione e l’ottimizzazione della preparazione topica. Nonostante la bassissima tossicità e l’ampio margine di sicurezza di Nigella sativa, alcuni studi hanno dimostrato un’azione antagonista di tale pianta in associazione al fenobarbital sodico e alla ciclosporina A. Questo aspetto sottolinea la necessità di maggiore informazione in ambito botanico in quanto nell’immaginario comune i pazienti sono indotti a ritenere le piante estremamente sicure mentre è sempre bene considerare i probabili effetti collaterali e quindi anche le interazioni.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12100