Le memorie emotive definiscono l’insieme di conoscenze derivate da un’esperienza che ha scatenato in noi una reazione emotiva. Tale stato fisico e mentale permette di attribuire particolari caratteristiche di valenza e salienza al contenuto del ricordo, le quali consentono in seguito di attuare risposte comportamentali adeguate alle diverse situazioni che si presentano nella vita dell’organismo. La formazione e lo sviluppo di queste tracce mnestiche avviene attraverso un processo di fondamentale importanza definito consolidamento. A seguito della codifica delle informazioni acquisite durante una nuova esperienza, l’engramma che viene generato e che ne mantiene la rappresentazione neurale subisce un processo di stabilizzazione che si attua sia a livello sinaptico che sistemico. Se il consolidamento sinaptico consiste in modifiche trascrizionali e molecolari, il consolidamento sistemico è quel fenomeno dinamico che permette il cambiamento delle regioni cerebrali nelle quali le memorie vengono depositate. Numerosi studi hanno infatti permesso di osservare come questa riorganizzazione segua una precisa dinamica temporale: le memorie a lungo termine, inizialmente formate e depositate in strutture sottocorticali e nell’ippocampo, divengono nel tempo indipendenti da questi siti per venire immagazzinate a livello della neocorteccia. Le diverse cortecce sensoriali di ordine superiore e le cortecce associative sono risultate essere un substrato fondamentale nella ritenzione e nel recupero delle rappresentazioni acquisite in tempi remoti le quali sono in grado, riattivandosi, di influenzare il nostro comportamento in base alle informazioni in esse contenute. Questa tesi ha lo scopo di investigare le dinamiche del consolidamento sistemico generate dall’interazione di due memorie emotive avversive. In particolare, lo studio descritto in questo elaborato vuole indagare il ruolo della corteccia uditiva secondaria (Te2) e della corteccia cingolata anteriore (ACC) nelle fasi precoci del consolidamento sistemico di una memoria avversiva la cui acquisizione è stata preceduta da una prima esperienza traumatica. Utilizzando un modello murino, attraverso tecniche di inattivazione reversibile e studi di espressione genica, è stato dimostrato il coinvolgimento di queste cortecce nella ritenzione della memoria emotiva recente in finestre temporali vicine alla sua acquisizione. La condizione necessaria all’accelerazione del consolidamento sistemico osservata risulta essere la presenza di una memoria emotiva remota che condivide con la memoria recente il coinvolgimento della stessa modalità sensoriale e la stessa valenza emotiva. Nell’insieme, questi dati indicano come il processo di consolidamento sistemico non sia governato unicamente da dinamiche temporali, ma piuttosto risulti modulato da fattori esterni che influiscono profondamente sui meccanismi della sua espressione. Questo fenomeno risulta essere di grande importanza sia per la comprensione dei meccanismi fisiologici che guidano il processamento delle memorie a lungo termine che per lo studio di possibili terapie applicabili ai disturbi generati da esperienze traumatiche. Le memorie emotive che originano da questi eventi possono infatti portare allo sviluppo di patologie, quali il disturbo d’ansia generalizzato o il disturbo post-traumatico da stress, che hanno un grosso impatto sulla vita dell’individuo. Indagare a fondo i circuiti coinvolti nelle dinamiche descritte in questa tesi, anche a livello umano, può essere utile per l’individuazione di applicazioni terapeutiche che agiscano a livello di queste interazioni in modo da manipolarne l’espressione.

Ruolo delle cortecce sensoriali di ordine superiore e delle cortecce associative nelle fasi precoci del consolidamento sistemico

VIVIANI, MAURO
2019/2020

Abstract

Le memorie emotive definiscono l’insieme di conoscenze derivate da un’esperienza che ha scatenato in noi una reazione emotiva. Tale stato fisico e mentale permette di attribuire particolari caratteristiche di valenza e salienza al contenuto del ricordo, le quali consentono in seguito di attuare risposte comportamentali adeguate alle diverse situazioni che si presentano nella vita dell’organismo. La formazione e lo sviluppo di queste tracce mnestiche avviene attraverso un processo di fondamentale importanza definito consolidamento. A seguito della codifica delle informazioni acquisite durante una nuova esperienza, l’engramma che viene generato e che ne mantiene la rappresentazione neurale subisce un processo di stabilizzazione che si attua sia a livello sinaptico che sistemico. Se il consolidamento sinaptico consiste in modifiche trascrizionali e molecolari, il consolidamento sistemico è quel fenomeno dinamico che permette il cambiamento delle regioni cerebrali nelle quali le memorie vengono depositate. Numerosi studi hanno infatti permesso di osservare come questa riorganizzazione segua una precisa dinamica temporale: le memorie a lungo termine, inizialmente formate e depositate in strutture sottocorticali e nell’ippocampo, divengono nel tempo indipendenti da questi siti per venire immagazzinate a livello della neocorteccia. Le diverse cortecce sensoriali di ordine superiore e le cortecce associative sono risultate essere un substrato fondamentale nella ritenzione e nel recupero delle rappresentazioni acquisite in tempi remoti le quali sono in grado, riattivandosi, di influenzare il nostro comportamento in base alle informazioni in esse contenute. Questa tesi ha lo scopo di investigare le dinamiche del consolidamento sistemico generate dall’interazione di due memorie emotive avversive. In particolare, lo studio descritto in questo elaborato vuole indagare il ruolo della corteccia uditiva secondaria (Te2) e della corteccia cingolata anteriore (ACC) nelle fasi precoci del consolidamento sistemico di una memoria avversiva la cui acquisizione è stata preceduta da una prima esperienza traumatica. Utilizzando un modello murino, attraverso tecniche di inattivazione reversibile e studi di espressione genica, è stato dimostrato il coinvolgimento di queste cortecce nella ritenzione della memoria emotiva recente in finestre temporali vicine alla sua acquisizione. La condizione necessaria all’accelerazione del consolidamento sistemico osservata risulta essere la presenza di una memoria emotiva remota che condivide con la memoria recente il coinvolgimento della stessa modalità sensoriale e la stessa valenza emotiva. Nell’insieme, questi dati indicano come il processo di consolidamento sistemico non sia governato unicamente da dinamiche temporali, ma piuttosto risulti modulato da fattori esterni che influiscono profondamente sui meccanismi della sua espressione. Questo fenomeno risulta essere di grande importanza sia per la comprensione dei meccanismi fisiologici che guidano il processamento delle memorie a lungo termine che per lo studio di possibili terapie applicabili ai disturbi generati da esperienze traumatiche. Le memorie emotive che originano da questi eventi possono infatti portare allo sviluppo di patologie, quali il disturbo d’ansia generalizzato o il disturbo post-traumatico da stress, che hanno un grosso impatto sulla vita dell’individuo. Indagare a fondo i circuiti coinvolti nelle dinamiche descritte in questa tesi, anche a livello umano, può essere utile per l’individuazione di applicazioni terapeutiche che agiscano a livello di queste interazioni in modo da manipolarne l’espressione.
2019
Role of higher-order sensory cortices and associative cortices in early stages of system consolidation
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12187