La pelle rappresenta una barriera naturale che si interpone tra l’organismo e l’ambiente. Essa, quotidianamente, è sottoposta all’azione di fattori estrinseci (inquinamento ambientale, fumo di sigaretta, radiazioni UV e luce blu di dispositivi elettronici), i quali contribuiscono alla produzione di specie reattive dell’ossigeno portando così ad un aumento dello stress ossidativo, dell’infiammazione e della generazione di metalloproteasi deputate alla degradazione della matrice extracellulare. Tali agenti estrinseci accelerano il naturale processo di invecchiamento cutaneo. Essendo l’organo più esteso del corpo, la pelle mostra i segni visibili dell’invecchiamento e ciò può avere un importante impatto sociale. Da qui la necessità di avere a disposizione prodotti cosmetici in grado di prevenire o rallentare tale processo. Oggi si sente parlare spesso di prodotti antipollution, i quali agiscono come uno scudo nei confronti degli aggressori ambientali. La presenza di tali prodotti necessita la messa a punto di un test in grado di dimostrare l’efficacia vantata dal cosmetico. In base al Regolamento 1223/2009 è vietato l’uso di animali per testare la sicurezza e l’efficacia dei prodotti cosmetici. Pertanto, le aziende cosmetiche sono costantemente impegnate a sviluppare nuovi test utilizzando metodi alternativi, quali l’uso di colture cellulare e di tessuti umani ricostruiti. In questo contesto rientra il mio progetto di tesi, svolto presso il laboratorio analisi in vitro di Bio Basic Europe S.r.l., azienda specializzata nel settore delle valutazioni di sicurezza ed efficacia di prodotti dermo-cosmetologici. Lo scopo del presente lavoro consiste nello sviluppo di un test in vitro utile ad evidenziare l’efficacia di un prodotto cosmetico che vanta un’azione protettrice nei confronti degli agenti estrinseci dannosi per la cute. Per raggiungere tale scopo sono stati condotti studi su una linea cellulare di cheratinociti umani e tessuti umani ricostruiti sottoposti a stimoli che vanno a mimare le condizioni di stress a cui la cute è quotidianamente soggetta valutando in primis la vitalità cellulare e successivamente lo stress ossidativo, l’infiammazione e l’azione detergente.
Sviluppo di un test in vitro per la valutazione dell'azione antipollution di prodotti cosmetici
CANEPARO, ANNA
2019/2020
Abstract
La pelle rappresenta una barriera naturale che si interpone tra l’organismo e l’ambiente. Essa, quotidianamente, è sottoposta all’azione di fattori estrinseci (inquinamento ambientale, fumo di sigaretta, radiazioni UV e luce blu di dispositivi elettronici), i quali contribuiscono alla produzione di specie reattive dell’ossigeno portando così ad un aumento dello stress ossidativo, dell’infiammazione e della generazione di metalloproteasi deputate alla degradazione della matrice extracellulare. Tali agenti estrinseci accelerano il naturale processo di invecchiamento cutaneo. Essendo l’organo più esteso del corpo, la pelle mostra i segni visibili dell’invecchiamento e ciò può avere un importante impatto sociale. Da qui la necessità di avere a disposizione prodotti cosmetici in grado di prevenire o rallentare tale processo. Oggi si sente parlare spesso di prodotti antipollution, i quali agiscono come uno scudo nei confronti degli aggressori ambientali. La presenza di tali prodotti necessita la messa a punto di un test in grado di dimostrare l’efficacia vantata dal cosmetico. In base al Regolamento 1223/2009 è vietato l’uso di animali per testare la sicurezza e l’efficacia dei prodotti cosmetici. Pertanto, le aziende cosmetiche sono costantemente impegnate a sviluppare nuovi test utilizzando metodi alternativi, quali l’uso di colture cellulare e di tessuti umani ricostruiti. In questo contesto rientra il mio progetto di tesi, svolto presso il laboratorio analisi in vitro di Bio Basic Europe S.r.l., azienda specializzata nel settore delle valutazioni di sicurezza ed efficacia di prodotti dermo-cosmetologici. Lo scopo del presente lavoro consiste nello sviluppo di un test in vitro utile ad evidenziare l’efficacia di un prodotto cosmetico che vanta un’azione protettrice nei confronti degli agenti estrinseci dannosi per la cute. Per raggiungere tale scopo sono stati condotti studi su una linea cellulare di cheratinociti umani e tessuti umani ricostruiti sottoposti a stimoli che vanno a mimare le condizioni di stress a cui la cute è quotidianamente soggetta valutando in primis la vitalità cellulare e successivamente lo stress ossidativo, l’infiammazione e l’azione detergente.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12243