Negli ultimi decenni, in linea con l’ampliamento dell’areale di distribuzione a livello europeo, il cinghiale ha colonizzato la Pianura Padana, dove si è stabilito in modo permanente giungendo a colonizzare anche le aree agricole e periurbane. I problemi di convivenza con l’uomo sono andati così aumentando; le principali cause di questo conflitto sono da ricercarsi nelle perdite economiche causate dai danni alle colture, nelle collisioni con i veicoli, e nella trasmissione di zoonosi e malattie ad animali domestici. L’attività di alimentazione del cinghiale può inoltre avere conseguenze anche sugli ambienti naturali: esso può sia agire da “ingegnere” dell’ecosistema, sia provocare effetti negativi sulla biodiversità. Comprendere quali fattori influenzino l’attività alimentare del cinghiale diventa fondamentale per favorire la conservazione degli ambienti naturali. In questo studio, condotto tra marzo e agosto 2019 nelle aree boschive del Parco Naturale della Valle del Ticino (Italia nord-occidentale), sono stati prese in esame le variabili che influenzano la selezione dell'habitat di alimentazione da parte del cinghiale e l’eventuale impatto dell’attività di rooting sulla flora nemorale che caratterizza i diversi tipi di bosco all’interno del Parco. L’attività di scavo durante i periodi primaverili ed estivi si è concentrata nelle aree boschive caratterizzate da suoli freschi, dove lo spessore della lettiera è maggiore e il contenuto di frutti del bosco, soprattutto ghiande, è abbondante. Sebbene esista una correlazione significativa tra l'intensità di rooting e la presenza di specie nemorali, non sembra che lo scavo a fini alimentari abbia un effetto negativo sul numero di specie presenti o sulla loro abbondanza e diversità nelle aree campionate. Si ritiene che l’animale abbia preferito le aree boschive in base alle variabili ambientali che le caratterizzavano, e non selezionando attivamente le aree per la presenza di specie nemorali come risorsa alimentare. L’impatto su queste specie vegetali si svilupperebbe come effetto secondario all’attività di scavo finalizzata alla ricerca di altre fonti alimentari, come i diversi frutti del bosco e gli invertebrati presenti nella lettiera.

Impatto del cinghiale (Sus scrofa) sulla flora erbacea nemorale all’interno del Parco del Ticino Piemontese

BOCCA CORSICO PICCOLINO, FRANCESCA
2019/2020

Abstract

Negli ultimi decenni, in linea con l’ampliamento dell’areale di distribuzione a livello europeo, il cinghiale ha colonizzato la Pianura Padana, dove si è stabilito in modo permanente giungendo a colonizzare anche le aree agricole e periurbane. I problemi di convivenza con l’uomo sono andati così aumentando; le principali cause di questo conflitto sono da ricercarsi nelle perdite economiche causate dai danni alle colture, nelle collisioni con i veicoli, e nella trasmissione di zoonosi e malattie ad animali domestici. L’attività di alimentazione del cinghiale può inoltre avere conseguenze anche sugli ambienti naturali: esso può sia agire da “ingegnere” dell’ecosistema, sia provocare effetti negativi sulla biodiversità. Comprendere quali fattori influenzino l’attività alimentare del cinghiale diventa fondamentale per favorire la conservazione degli ambienti naturali. In questo studio, condotto tra marzo e agosto 2019 nelle aree boschive del Parco Naturale della Valle del Ticino (Italia nord-occidentale), sono stati prese in esame le variabili che influenzano la selezione dell'habitat di alimentazione da parte del cinghiale e l’eventuale impatto dell’attività di rooting sulla flora nemorale che caratterizza i diversi tipi di bosco all’interno del Parco. L’attività di scavo durante i periodi primaverili ed estivi si è concentrata nelle aree boschive caratterizzate da suoli freschi, dove lo spessore della lettiera è maggiore e il contenuto di frutti del bosco, soprattutto ghiande, è abbondante. Sebbene esista una correlazione significativa tra l'intensità di rooting e la presenza di specie nemorali, non sembra che lo scavo a fini alimentari abbia un effetto negativo sul numero di specie presenti o sulla loro abbondanza e diversità nelle aree campionate. Si ritiene che l’animale abbia preferito le aree boschive in base alle variabili ambientali che le caratterizzavano, e non selezionando attivamente le aree per la presenza di specie nemorali come risorsa alimentare. L’impatto su queste specie vegetali si svilupperebbe come effetto secondario all’attività di scavo finalizzata alla ricerca di altre fonti alimentari, come i diversi frutti del bosco e gli invertebrati presenti nella lettiera.
2019
Wild boar (Sus scrofa) forest habitat selection and impacts of rooting on spontaneous undergrowth vegetation in a protected area of northern Italy
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