La Psoriasi, dermatite eritematosa squamosa, è una malattia infiammatoria della pelle, auto-immune, multigenica e multifattoriale. Caratterizzata da infiammazione della cute, iperproliferazione dei cheratinociti e infiltrazione linfocitaria a livello del derma. Questi eventi provocano la comparsa di placche eritematose, papule e lesioni, variamente distribuite lungo la superficie corporea. A livello della placca, la cute, oltre a risultare dolente ed arrossata, appare ispessita e, nell’arco di qualche mese, va incontro ad un processo di sfaldamento che induce la formazione delle caratteristiche scaglie argentate tipiche della malattia. La psoriasi spesso è associata a disturbi di carattere sistemico, tra cui disordini metabolici, quali dislipidemia, obesità e diabete. Non va, inoltre, sottovalutato l’enorme impatto che la patologia ha sullo stato emozionale del paziente. Molti studi dimostrano che la psoriasi è una patologia di tipo complesso, caratterizzata dall’interazione tra più geni predisponenti (o loci di suscettibilità) e fattori ambientali che, insieme, determinano la predisposizione individuale o familiare a sviluppare le varie forme della patologia. I loci di suscettibilità della psoriasi corrispondono a regioni in cui localizzano geni coinvolti nei processi infiammatori o geni coinvolti nelle fasi di differenziamento delle cellule che compongono l’epidermide. Tuttavia, seppur siano stati riconosciuti diversi loci correlati allo sviluppo della psoriasi, si ritiene che i soli geni non siano sufficienti per l’insorgenza della patologia, e che siano indispensabili altri fattori. Questi fattori predisponenti sono diversi e possono includere: traumi, raggi UV, fattori endocrini, farmaci, lo stile di vita e lo stress. Quest’ultimo rappresenta forse il fattore più importante nei processi di aggravamento o di riacutizzazione dei sintomi della psoriasi. Molti studi dimostrano che le persone affette da psoriasi sottoposte a intense situazioni stressanti, soprattutto di tipo psicologico, possono andare incontro più facilmente ad un'esacerbazione della malattia. É interessante notare, inoltre, che tra stress e psoriasi si instaura un circolo vizioso, nel senso che se è vero che lo stress può essere un fattore scatenante per l’insorgenza di questa patologia è altrettanto vero che la psoriasi costituisce un potente stimolo stressante, innescando così una reazione autorigenerativa che esacerba questa malattia dermatologica. Per quanto riguarda i meccanismi fisiologici che legano stress e psoriasi, si ritiene che gli eventi stressanti (cronici) producano una deregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi- corticale del surrene che porta ad una concentrazione dell’ormone di rilascio della corticotropina (CRH) e di corticosteroidi costantemente elevata. Alti livelli di cortisolo, tuttavia, non migliorano la risposta allo stress perché, provocando la degranulazione dei mastociti, determinano il rilascio di citochine pro-infiammatorie (IL1, IL4, IL6, IL18, TNF) ed esacerbano così la psoriasi. La degranulazione dei mastociti è indotta non solo dal cortisolo e dal CRH, ma anche da adrenalina, noradrenalina e sostanza P, tutte sostanze che, cosa molto interessante, possono essere prodotte anche dai cheratinociti. Data la stretta connessione tra stress e psoriasi, nella terapia, sarebbe meglio intervenire anche sullo stress e quindi è richiesta una stretta collaborazione tra psichiatri e dermatologi. Infatti, è stato dimostrato che i regimi terapeutici che alle classiche terapie farmacologiche associano strategie di gestione e riduzione dello stress, tra cui il “biofeedback”, la meditazione, lo yoga e l’ipnosi, sembrano avere un impatto più efficace nel ridurre non solo la sintomatologia, ma anche gli aspetti psicosociali, psicologici ed emotivi legati allo stress, interrompendo di conseguenza il circolo vizioso tra stress e psoriasi
Psoriasis, squamous erythematous dermatitis, is an autoimmune, multigenic and multifactorial inflammatory skin disease. Characterized by skin inflammation, keratinocyte hyperproliferation and lymphocyte infiltration in the dermis. These events cause the appearance of erythematous plaques, papules and lesions, variously distributed along the body surface. At the plaque level, the skin, in addition to being painful and red, appears thickened and, within a few months, undergoes a flaking process that induces the formation of the characteristic silver scales typical of the disease. Classifying psoriasis as an exclusively dermatological disease can be rather simplistic, in fact, it is often associated with systemic disorders, including metabolic disorders, such as dyslipidemia, obesity and diabetes. Furthermore, the enormous impact that the disease has on the patient's emotional state should not be underestimated. Many studies show that psoriasis is a complex type of disease, characterized by the interaction between multiple predisposing genes (or susceptibility loci) and environmental factors which, together, determine the individual or family predisposition to develop the various forms of the disease. The susceptibility loci of psoriasis correspond to regions where genes involved in inflammatory processes or genes involved in the differentiation phases of the cells that make up the epidermis are located. However, although several loci related to the development of psoriasis have been recognized, it is believed that genes alone are not sufficient for the onset of the disease, and that other factors are essential. These predisposing factors are diverse and can include: trauma, UV rays, endocrine factors, medications, lifestyle and stress. The latter is perhaps the most important factor in the worsening or exacerbation of psoriasis symptoms. Many studies show that people with psoriasis subjected to intense stressful situations, especially psychological ones, can more easily experience an exacerbation of the disease. It is also interesting to note that a vicious circle is established between stress and psoriasis, in the sense that if it is true that stress can be a trigger for the onset of this pathology, it is equally true that psoriasis is a powerful stressful stimulus. thus triggering a self-regenerative reaction that exacerbates this dermatological disease. Regarding the physiological mechanisms that link stress and psoriasis, it is believed that stressful (chronic) events produce a deregulation of the hypothalamus-pituitary-cortical axis of the adrenal gland leading to a concentration of corticotropin-releasing hormone (CRH) and of constantly elevated corticosteroids. However, high cortisol levels do not improve the stress response because, by causing mast cell degranulation, they release pro-inflammatory cytokines (IL1, IL4, IL6, IL18, TNF) and thus exacerbate psoriasis. Mast cell degranulation is induced not only by cortisol and CRH, but also by adrenaline, noradrenaline and substance P, all of which, interestingly, can also be produced by keratinocytes. Given the close connection between stress and psoriasis, in therapy, it would also be better to intervene on stress and therefore close collaboration between psychiatrists and dermatologists is required. In fact, it has been shown that therapeutic regimens that associate stress management and reduction strategies with classic drug therapies, including "biofeedback", meditation, yoga and hypnosis, seem to have a more effective impact in reducing not only the symptoms, but also the psychosocial, psychological and emotional aspects related to stress, consequently breaking the vicious circle between stress and psoriasis
L'incidenza dello stress sulla psoriasi
MERAJUDDIN, SABRIN
2020/2021
Abstract
La Psoriasi, dermatite eritematosa squamosa, è una malattia infiammatoria della pelle, auto-immune, multigenica e multifattoriale. Caratterizzata da infiammazione della cute, iperproliferazione dei cheratinociti e infiltrazione linfocitaria a livello del derma. Questi eventi provocano la comparsa di placche eritematose, papule e lesioni, variamente distribuite lungo la superficie corporea. A livello della placca, la cute, oltre a risultare dolente ed arrossata, appare ispessita e, nell’arco di qualche mese, va incontro ad un processo di sfaldamento che induce la formazione delle caratteristiche scaglie argentate tipiche della malattia. La psoriasi spesso è associata a disturbi di carattere sistemico, tra cui disordini metabolici, quali dislipidemia, obesità e diabete. Non va, inoltre, sottovalutato l’enorme impatto che la patologia ha sullo stato emozionale del paziente. Molti studi dimostrano che la psoriasi è una patologia di tipo complesso, caratterizzata dall’interazione tra più geni predisponenti (o loci di suscettibilità) e fattori ambientali che, insieme, determinano la predisposizione individuale o familiare a sviluppare le varie forme della patologia. I loci di suscettibilità della psoriasi corrispondono a regioni in cui localizzano geni coinvolti nei processi infiammatori o geni coinvolti nelle fasi di differenziamento delle cellule che compongono l’epidermide. Tuttavia, seppur siano stati riconosciuti diversi loci correlati allo sviluppo della psoriasi, si ritiene che i soli geni non siano sufficienti per l’insorgenza della patologia, e che siano indispensabili altri fattori. Questi fattori predisponenti sono diversi e possono includere: traumi, raggi UV, fattori endocrini, farmaci, lo stile di vita e lo stress. Quest’ultimo rappresenta forse il fattore più importante nei processi di aggravamento o di riacutizzazione dei sintomi della psoriasi. Molti studi dimostrano che le persone affette da psoriasi sottoposte a intense situazioni stressanti, soprattutto di tipo psicologico, possono andare incontro più facilmente ad un'esacerbazione della malattia. É interessante notare, inoltre, che tra stress e psoriasi si instaura un circolo vizioso, nel senso che se è vero che lo stress può essere un fattore scatenante per l’insorgenza di questa patologia è altrettanto vero che la psoriasi costituisce un potente stimolo stressante, innescando così una reazione autorigenerativa che esacerba questa malattia dermatologica. Per quanto riguarda i meccanismi fisiologici che legano stress e psoriasi, si ritiene che gli eventi stressanti (cronici) producano una deregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi- corticale del surrene che porta ad una concentrazione dell’ormone di rilascio della corticotropina (CRH) e di corticosteroidi costantemente elevata. Alti livelli di cortisolo, tuttavia, non migliorano la risposta allo stress perché, provocando la degranulazione dei mastociti, determinano il rilascio di citochine pro-infiammatorie (IL1, IL4, IL6, IL18, TNF) ed esacerbano così la psoriasi. La degranulazione dei mastociti è indotta non solo dal cortisolo e dal CRH, ma anche da adrenalina, noradrenalina e sostanza P, tutte sostanze che, cosa molto interessante, possono essere prodotte anche dai cheratinociti. Data la stretta connessione tra stress e psoriasi, nella terapia, sarebbe meglio intervenire anche sullo stress e quindi è richiesta una stretta collaborazione tra psichiatri e dermatologi. Infatti, è stato dimostrato che i regimi terapeutici che alle classiche terapie farmacologiche associano strategie di gestione e riduzione dello stress, tra cui il “biofeedback”, la meditazione, lo yoga e l’ipnosi, sembrano avere un impatto più efficace nel ridurre non solo la sintomatologia, ma anche gli aspetti psicosociali, psicologici ed emotivi legati allo stress, interrompendo di conseguenza il circolo vizioso tra stress e psoriasi È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12378