A seguito dell’individuazione del virus SARS-CoV-2, agente eziologico della malattia definita COVID-19 (CoronaVirus Disease 19), tutti gli sforzi della comunità scientifica si sono orientati verso lo sviluppo di farmaci o vaccini, rispettivamente per il trattamento e la prevenzione della diffusione del virus. A causa dell’iniziale assenza di terapie approvate per la gestione di questa malattia, differenti strategie terapeutiche sono state proposte, tra cui la somministrazione di ossigeno e l’utilizzo di farmaci antivirali e anticoagulanti. Nonostante ciò, però, circa il 10% dei soggetti infettati va incontro ad un peggioramento clinico con sviluppo della sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS, acute respiratory distress function). Considerando che il meccanismo patogenetico che porta all’insorgenza di quest’ultima condizione risiede nella presenza di uno stato infiammatorio incontrollato, la rimozione dal sangue dei mediatori dell’infiammazione potrebbe rivelarsi utile ai fini di contrastare l’evoluzione del danno tissutale e di migliorare l’outcome clinico. Sulla base di questa considerazione, l’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia della terapia adiuvante con emoperfusione in pazienti affetti da polmonite severa da SARS-CoV-2. Di nove pazienti consecutivi, cinque sono stati trattati con la metodica sperimentale mentre per i rimanenti quattro non è stato possibile garantire il suddetto trattamento a causa della carenza di personale già impiegato per la gestione della pandemia. Nel primo gruppo di pazienti, l’emoperfusione è stata intrapresa 6-7 giorni dopo l’ospedalizzazione e il trattamento ha previsto due sessioni consecutive di quattro ore ciascuna attuate tramite l’utilizzo della cartuccia adsorbente CytoSorb. I risultati ottenuti mostrano che nei pazienti trattati con la metodica sperimentale il decorso clinico è stato migliore rispetto ai controlli. Infatti, ad eccezione di un solo caso, tutti i soggetti del primo gruppo sono sopravvissuti e soltanto due sono stati intubati; al contrario, tutti i pazienti non sottoposti a trattamento sperimentale sono stati intubati ed infine sono deceduti. Considerando i parametri di laboratorio, la linfocitopenia è peggiorata durante l’ospedalizzazione soltanto nel gruppo di controllo, mentre il livello di proteina C-reattiva è diminuito in entrambi i gruppi seppur in maniera maggiore nel gruppo sperimentale. In aggiunta, i livelli di IL-6, IL-8 e TNF-alfa sono diminuiti a seguito di emoperfusione con CytoSorb, mentre nessuna variazione è stata evidenziata per il livello di IL-10. Considerando la funzione respiratoria nei due gruppi, questa è rimasta stabile confrontando il gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Nonostante la ridotta numerosità campionaria e la natura osservazionale di questo studio che impediscono la possibilità di giungere ad evidenze definitive circa l’efficacia dell’emoperfusione come trattamento di pazienti affetti da COVID-19, questa ricerca indica un possibile ruolo terapeutico dell’emoperfusione con Cytosorb come terapia adiuvante da applicare nelle fasi iniziali di polmonite da SARS-CoV-2. Successivi trial clinici randomizzati saranno necessari per fornire livelli di evidenza più forti.
Emoperfusione con CytoSorb come terapia adiuvante nei pazienti con polmonite severa da SARS-CoV-2
GALLO, FEDERICA
2019/2020
Abstract
A seguito dell’individuazione del virus SARS-CoV-2, agente eziologico della malattia definita COVID-19 (CoronaVirus Disease 19), tutti gli sforzi della comunità scientifica si sono orientati verso lo sviluppo di farmaci o vaccini, rispettivamente per il trattamento e la prevenzione della diffusione del virus. A causa dell’iniziale assenza di terapie approvate per la gestione di questa malattia, differenti strategie terapeutiche sono state proposte, tra cui la somministrazione di ossigeno e l’utilizzo di farmaci antivirali e anticoagulanti. Nonostante ciò, però, circa il 10% dei soggetti infettati va incontro ad un peggioramento clinico con sviluppo della sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS, acute respiratory distress function). Considerando che il meccanismo patogenetico che porta all’insorgenza di quest’ultima condizione risiede nella presenza di uno stato infiammatorio incontrollato, la rimozione dal sangue dei mediatori dell’infiammazione potrebbe rivelarsi utile ai fini di contrastare l’evoluzione del danno tissutale e di migliorare l’outcome clinico. Sulla base di questa considerazione, l’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia della terapia adiuvante con emoperfusione in pazienti affetti da polmonite severa da SARS-CoV-2. Di nove pazienti consecutivi, cinque sono stati trattati con la metodica sperimentale mentre per i rimanenti quattro non è stato possibile garantire il suddetto trattamento a causa della carenza di personale già impiegato per la gestione della pandemia. Nel primo gruppo di pazienti, l’emoperfusione è stata intrapresa 6-7 giorni dopo l’ospedalizzazione e il trattamento ha previsto due sessioni consecutive di quattro ore ciascuna attuate tramite l’utilizzo della cartuccia adsorbente CytoSorb. I risultati ottenuti mostrano che nei pazienti trattati con la metodica sperimentale il decorso clinico è stato migliore rispetto ai controlli. Infatti, ad eccezione di un solo caso, tutti i soggetti del primo gruppo sono sopravvissuti e soltanto due sono stati intubati; al contrario, tutti i pazienti non sottoposti a trattamento sperimentale sono stati intubati ed infine sono deceduti. Considerando i parametri di laboratorio, la linfocitopenia è peggiorata durante l’ospedalizzazione soltanto nel gruppo di controllo, mentre il livello di proteina C-reattiva è diminuito in entrambi i gruppi seppur in maniera maggiore nel gruppo sperimentale. In aggiunta, i livelli di IL-6, IL-8 e TNF-alfa sono diminuiti a seguito di emoperfusione con CytoSorb, mentre nessuna variazione è stata evidenziata per il livello di IL-10. Considerando la funzione respiratoria nei due gruppi, questa è rimasta stabile confrontando il gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Nonostante la ridotta numerosità campionaria e la natura osservazionale di questo studio che impediscono la possibilità di giungere ad evidenze definitive circa l’efficacia dell’emoperfusione come trattamento di pazienti affetti da COVID-19, questa ricerca indica un possibile ruolo terapeutico dell’emoperfusione con Cytosorb come terapia adiuvante da applicare nelle fasi iniziali di polmonite da SARS-CoV-2. Successivi trial clinici randomizzati saranno necessari per fornire livelli di evidenza più forti.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12414