Crocus sativus L. è una pianta facente parte della famiglia delle Iridaceae. È una pianta erbacea, perenne, costituita da un bulbo-tubero, che contiene circa 20 gemme indifferenziate dalle quali si originano tutti gli organi della pianta. 3 gemme principali daranno origine ai fiori e alle foglie. Le foglie sono strette e allungate simili a erba sottile, di colore verde-grigiastro. Il fiore ha una forma eretta e regolare ed è formato da 6 petali di colore violetto. Lo zafferano è poco esigente per quanto riguarda il clima e può infatti essere coltivato a varie altitudini, temperature ed umidità. Tuttavia, la temperatura nei luoghi dell’emisfero settentrionale è considerata ideale per la sua coltivazione. Tra le località più famose e importanti per la sua produzione troviamo l’Aquila nella regione Abruzzo che utilizza il metodo di coltivazione Navelli. I petali di Crocus sativus (materiale di scarto della lavorazione dello zafferano) sono ricchi di composti dotati di attività antiossidante quali flavonoli, flavanoidi, crocina e crocetina. L’attività antiossidante è principalmente attribuita ai carotenoidi e flavonoidi, in particolare ai glicosidi di crocina e kaempferolo. Tra i composti presenti, la crocina è responsabile del colore, il safranale del sapore mentre la pirocrocina del caratteristico gusto amaro. Tali composti possono essere estratti e utilizzati per trattare diverse patologie, soprattutto quelle riguardanti il sistema nervoso centrale. Tra le diverse attività risultano di particolare interesse quella antiepilettica esercitata dal safranale. L’estratto idroalcolico di Crocus sativus mostra buone proprietà antiossidanti, superiori alle concentrazioni di quelli della carota e del pomodoro, è dotato di modesta attività inibitoria sull’acetil-colinesterasi ed inibizione della partizione dell’acetilcolina e si è dimostrato utile candidato nel trattamento della patologia di Alzheimer. Crocus sativus ha prodotto effetti antidepressivi in pazienti adulti con depressione da lieve a moderata. In particolare la crocina ha dimostrato effetti simili a quelli esercitati da fluoxetina e imipramina. La crocina, inoltre, ha diverse caratteristiche tra cui: inibisce la formazione di lipidi perossidati in cellule PC12 in coltura, ripristina l’attività della superossidodismutasi (SOD), mantiene la morfologia dei neuroni ed ha un effetto antiossidante paragonabile a quello di α –tocoferolo. La crocina, riduce la citotossicità degli oligodendrociti e la neuropatologia in encefalomielite sperimentale autoimmune con significativa menomazione neurologica. Inibisce la sincitina-1 e l’ossido nitrico responsabili dei danni neurologici. In studi su modelli murini di astinenza da morfina, indotta da naloxone e trattati con estratti acquosi è stata evidenziata una riduzione dei sintomi dell’astinenza. Tra tutti la crocina è risultata ridurre tali sintomi senza però diminuire l’attività locomotoria. A seguito di tutti i risultati ottenuti, Crocus sativus sta suscitando sempre più interesse da parte dei ricercatori, anche grazie alla sua limitata esigenza nutrizionale, al suo adattamento ai terreni più aridi, all’agricoltura sostenibile ed agli effetti benefici che hanno i suoi costituenti, specialmente nella parti di scarto (petali) derivati dalla lavorazione dello zafferano.

Petali di Crocus sativus L. come potenziale fonte di sostanze bioattive

LA GAETANA, GIADA
2019/2020

Abstract

Crocus sativus L. è una pianta facente parte della famiglia delle Iridaceae. È una pianta erbacea, perenne, costituita da un bulbo-tubero, che contiene circa 20 gemme indifferenziate dalle quali si originano tutti gli organi della pianta. 3 gemme principali daranno origine ai fiori e alle foglie. Le foglie sono strette e allungate simili a erba sottile, di colore verde-grigiastro. Il fiore ha una forma eretta e regolare ed è formato da 6 petali di colore violetto. Lo zafferano è poco esigente per quanto riguarda il clima e può infatti essere coltivato a varie altitudini, temperature ed umidità. Tuttavia, la temperatura nei luoghi dell’emisfero settentrionale è considerata ideale per la sua coltivazione. Tra le località più famose e importanti per la sua produzione troviamo l’Aquila nella regione Abruzzo che utilizza il metodo di coltivazione Navelli. I petali di Crocus sativus (materiale di scarto della lavorazione dello zafferano) sono ricchi di composti dotati di attività antiossidante quali flavonoli, flavanoidi, crocina e crocetina. L’attività antiossidante è principalmente attribuita ai carotenoidi e flavonoidi, in particolare ai glicosidi di crocina e kaempferolo. Tra i composti presenti, la crocina è responsabile del colore, il safranale del sapore mentre la pirocrocina del caratteristico gusto amaro. Tali composti possono essere estratti e utilizzati per trattare diverse patologie, soprattutto quelle riguardanti il sistema nervoso centrale. Tra le diverse attività risultano di particolare interesse quella antiepilettica esercitata dal safranale. L’estratto idroalcolico di Crocus sativus mostra buone proprietà antiossidanti, superiori alle concentrazioni di quelli della carota e del pomodoro, è dotato di modesta attività inibitoria sull’acetil-colinesterasi ed inibizione della partizione dell’acetilcolina e si è dimostrato utile candidato nel trattamento della patologia di Alzheimer. Crocus sativus ha prodotto effetti antidepressivi in pazienti adulti con depressione da lieve a moderata. In particolare la crocina ha dimostrato effetti simili a quelli esercitati da fluoxetina e imipramina. La crocina, inoltre, ha diverse caratteristiche tra cui: inibisce la formazione di lipidi perossidati in cellule PC12 in coltura, ripristina l’attività della superossidodismutasi (SOD), mantiene la morfologia dei neuroni ed ha un effetto antiossidante paragonabile a quello di α –tocoferolo. La crocina, riduce la citotossicità degli oligodendrociti e la neuropatologia in encefalomielite sperimentale autoimmune con significativa menomazione neurologica. Inibisce la sincitina-1 e l’ossido nitrico responsabili dei danni neurologici. In studi su modelli murini di astinenza da morfina, indotta da naloxone e trattati con estratti acquosi è stata evidenziata una riduzione dei sintomi dell’astinenza. Tra tutti la crocina è risultata ridurre tali sintomi senza però diminuire l’attività locomotoria. A seguito di tutti i risultati ottenuti, Crocus sativus sta suscitando sempre più interesse da parte dei ricercatori, anche grazie alla sua limitata esigenza nutrizionale, al suo adattamento ai terreni più aridi, all’agricoltura sostenibile ed agli effetti benefici che hanno i suoi costituenti, specialmente nella parti di scarto (petali) derivati dalla lavorazione dello zafferano.
2019
Crocus sativus L. petals as a potential source of bioactive substances
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12437