La tesi mette in confronto due tipologie di intervento: l’emicolectomia destra convenzionale e l’escissione mesocolica completa. Con l’escissione mesocolica completa si considerano due concetti fondamentali che sono la “Central vascular ligation” e la dissezione lungo il piano mesocolico che consente di asportare il tratto di colon en bloc con mesocolon e fascia di Toldt comprendente la rete linfovascolare. L’escissione mesocolica completa consente anche l’asportazione di un numero di linfonodi maggiore rispetto all’emicolectomia destra. In letteratura sono presenti diversi articoli di studi che mettono in confronto l’emicolectomia e l’escissione mesocolica completa, dai quali si apprende come essa impatta in modo maggiore sulla sopravvivenza e sulla sopravvivenza libera da malattia rispetto all’emicolectomia convenzionale. Non si evidenzia invece una differenza in termini di short-term outcomes. Al San Matteo di Pavia, presso la Chirurgia Generale, è stato condotto uno studio retrospettivo, con l’obiettivo di dare una panoramica dell’attività svolta presso la Chirurgia generale del Policlinco confrontando l’esperienza del centro con i dati presenti in letteratura e dimostrare quali fattori paziente-relati, intervento-relati e tumore-relati possono influenzare il numero di linfonodi raccolti durante la procedura chirurgica, e se questi linfonodi possono influenzare la sopravvivenza e la sopravvivenza libera da malattia. Sono stati eseguiti 294 interventi resettivi del colon destro nel periodo tra Gennaio 2009 e Dicembre 2019. È stato raccolto un database per i pazienti con diagnosi di neoplasia del colon destro e si sono valutati: gli short-term outcomes, l’istologia e il follow-up oncologico. Sono stati valutati anche i possibili fattori associabili ad un incremento della raccolta linfonodale, classificandoli in tre categorie: fattori paziente-relati (sesso, BMI, età), fattori intervento chirurgico-relati (approccio chirurgico, esperienza del chirurgo, timing) e fattori neoplasia-relati (localizzazione, grading, estensione del tumore, positività del CEA). Dallo studio retrospettivo, non si evidenzia una differenza in termini di short-term outcomes tra le due tipologie di intervento, ma una maggiore sopravvivenza e sopravvivenza libera da malattia nell’escissione mesocolica completa rispetto all’emicolectomia destra convenzionale. Questa differenza statisticamente significativa si evidenzia soprattutto negli stadi più avanzati di malattia. La maggiore raccolta linfonodale dell’escissione mesocolica completa permette una diagnosi istologica più accurata e una valutazione migliore della prognosi del paziente e dell’eventuale terapia adiuvante da fare in seguito all’intervento. Si è evidenziata una differenza in termini di raccolta linfonodale in base alle caratteristiche dei pazienti e dell’intervento chirurgico. Non vi è, invece, una differenza in termini di raccolta linfonodale tra i pazienti in base alle caratteristiche della neoplasia. Si evidenzia una maggiore raccolta linfonodale nei pazienti di sesso femminile, nella popolazione under 65, nei normopeso, nell’approccio laparoscopico, quando l’operatore è un chirurgo colorettale e quando l’intervento viene eseguito in elezione.
Confronto tra Escissione mesocolica completa ed emicolectomia destra convenzionale
MINNITI, LORENZA
2019/2020
Abstract
La tesi mette in confronto due tipologie di intervento: l’emicolectomia destra convenzionale e l’escissione mesocolica completa. Con l’escissione mesocolica completa si considerano due concetti fondamentali che sono la “Central vascular ligation” e la dissezione lungo il piano mesocolico che consente di asportare il tratto di colon en bloc con mesocolon e fascia di Toldt comprendente la rete linfovascolare. L’escissione mesocolica completa consente anche l’asportazione di un numero di linfonodi maggiore rispetto all’emicolectomia destra. In letteratura sono presenti diversi articoli di studi che mettono in confronto l’emicolectomia e l’escissione mesocolica completa, dai quali si apprende come essa impatta in modo maggiore sulla sopravvivenza e sulla sopravvivenza libera da malattia rispetto all’emicolectomia convenzionale. Non si evidenzia invece una differenza in termini di short-term outcomes. Al San Matteo di Pavia, presso la Chirurgia Generale, è stato condotto uno studio retrospettivo, con l’obiettivo di dare una panoramica dell’attività svolta presso la Chirurgia generale del Policlinco confrontando l’esperienza del centro con i dati presenti in letteratura e dimostrare quali fattori paziente-relati, intervento-relati e tumore-relati possono influenzare il numero di linfonodi raccolti durante la procedura chirurgica, e se questi linfonodi possono influenzare la sopravvivenza e la sopravvivenza libera da malattia. Sono stati eseguiti 294 interventi resettivi del colon destro nel periodo tra Gennaio 2009 e Dicembre 2019. È stato raccolto un database per i pazienti con diagnosi di neoplasia del colon destro e si sono valutati: gli short-term outcomes, l’istologia e il follow-up oncologico. Sono stati valutati anche i possibili fattori associabili ad un incremento della raccolta linfonodale, classificandoli in tre categorie: fattori paziente-relati (sesso, BMI, età), fattori intervento chirurgico-relati (approccio chirurgico, esperienza del chirurgo, timing) e fattori neoplasia-relati (localizzazione, grading, estensione del tumore, positività del CEA). Dallo studio retrospettivo, non si evidenzia una differenza in termini di short-term outcomes tra le due tipologie di intervento, ma una maggiore sopravvivenza e sopravvivenza libera da malattia nell’escissione mesocolica completa rispetto all’emicolectomia destra convenzionale. Questa differenza statisticamente significativa si evidenzia soprattutto negli stadi più avanzati di malattia. La maggiore raccolta linfonodale dell’escissione mesocolica completa permette una diagnosi istologica più accurata e una valutazione migliore della prognosi del paziente e dell’eventuale terapia adiuvante da fare in seguito all’intervento. Si è evidenziata una differenza in termini di raccolta linfonodale in base alle caratteristiche dei pazienti e dell’intervento chirurgico. Non vi è, invece, una differenza in termini di raccolta linfonodale tra i pazienti in base alle caratteristiche della neoplasia. Si evidenzia una maggiore raccolta linfonodale nei pazienti di sesso femminile, nella popolazione under 65, nei normopeso, nell’approccio laparoscopico, quando l’operatore è un chirurgo colorettale e quando l’intervento viene eseguito in elezione.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12543