La maceria è lo scarto del tempo, edifici o porzioni di edifici in stato di abbandono, fisico e culturale. Focalizzando l’attenzione sulla maceria classica e non moderna (industriale e non finita), essa può ascendere al livello di rovina se inserita in un contesto consolidato (fisico e culturale). Inevitabile è quindi il dibattito tra rovine e maceria, che nasce all’interno della discussione del restauro in merito alle strategie di conservazione degli edifici, in favore della conservazione del loro significato. L’atteggiamento conservativo nei confronti di questi manufatti, rende ancora più difficile l’approccio progettuale, soprattutto nei territori fragili, ovvero quei territori che non riescono ad attrarre e a suscitare un interesse attivo nei confronti delle loro risorse, competenze, conoscenze, cultura, beni materiali e ambientali. Quindi la maceria nei contesti fragili perde potenza ma può acquistare potenziale. A fronte di queste constatazioni, la tesi proposta cerca, attraverso il caso studio della chiesa Diruta a Grottole (MT), di attuare una strategia per la possibile riattivazione dei cosiddetti territori fragili, elevando a rovina l’attuale maceria attraverso l’atto del riuso. Partendo dall’analisi generale del territorio di Grottole e partendo dall’esempio di Bilbao, di integrazione tra architettura e rigenerazione, si è potuto capire che per ottenere un esito positivo sul contesto, bisogna agire non solo attraverso il riuso adattivo del singolo elemento, bensì adottando “nuovi modelli insediativi che riescano a metamorfizzare quegli scarti”(Bocchi 2014,p.15). A fronte di ciò, l’atto di riuso diventa quindi non solo un atto di conoscenza (Pellegrini 2018) ma anche un’occasione di rilancio del contesto oltre i confini geografici, dove l’efficacia del riuso risiede nell'ibridazione. Nel caso studio da me analizzato, la metodologia di approccio scelta per trasformare la chiesa in auditorium, sottoposta a vincolo storico, prevede un distacco materico tra l’elemento esistente e il nuovo che però coesistono e lavorano in armonia per realizzare un unico spazio. Per questo motivo ove è stato ritenuto necessario si è proceduto con la demolizione di parti dell’esistente, mettendo quindi in discussione il vincolo conservativo in favore di una nuova libertà d’azione. Bibliografia Bocchi R. 2014, Re-Cycled paper, Re-cycle Op_Positions I, Vol. 05 Re-cycle italy, Roma, Aracne; Pellegrini P.,2018 Manuale del riuso architettonico, Analisi ed interventi contemporanei per il recupero degli edifici, Dario Flaccovio.
Il ruolo della maceria nei territori fragili caso studio della Chiesa Diruta a Grottole (MT)
VENTURA, SARA
2019/2020
Abstract
La maceria è lo scarto del tempo, edifici o porzioni di edifici in stato di abbandono, fisico e culturale. Focalizzando l’attenzione sulla maceria classica e non moderna (industriale e non finita), essa può ascendere al livello di rovina se inserita in un contesto consolidato (fisico e culturale). Inevitabile è quindi il dibattito tra rovine e maceria, che nasce all’interno della discussione del restauro in merito alle strategie di conservazione degli edifici, in favore della conservazione del loro significato. L’atteggiamento conservativo nei confronti di questi manufatti, rende ancora più difficile l’approccio progettuale, soprattutto nei territori fragili, ovvero quei territori che non riescono ad attrarre e a suscitare un interesse attivo nei confronti delle loro risorse, competenze, conoscenze, cultura, beni materiali e ambientali. Quindi la maceria nei contesti fragili perde potenza ma può acquistare potenziale. A fronte di queste constatazioni, la tesi proposta cerca, attraverso il caso studio della chiesa Diruta a Grottole (MT), di attuare una strategia per la possibile riattivazione dei cosiddetti territori fragili, elevando a rovina l’attuale maceria attraverso l’atto del riuso. Partendo dall’analisi generale del territorio di Grottole e partendo dall’esempio di Bilbao, di integrazione tra architettura e rigenerazione, si è potuto capire che per ottenere un esito positivo sul contesto, bisogna agire non solo attraverso il riuso adattivo del singolo elemento, bensì adottando “nuovi modelli insediativi che riescano a metamorfizzare quegli scarti”(Bocchi 2014,p.15). A fronte di ciò, l’atto di riuso diventa quindi non solo un atto di conoscenza (Pellegrini 2018) ma anche un’occasione di rilancio del contesto oltre i confini geografici, dove l’efficacia del riuso risiede nell'ibridazione. Nel caso studio da me analizzato, la metodologia di approccio scelta per trasformare la chiesa in auditorium, sottoposta a vincolo storico, prevede un distacco materico tra l’elemento esistente e il nuovo che però coesistono e lavorano in armonia per realizzare un unico spazio. Per questo motivo ove è stato ritenuto necessario si è proceduto con la demolizione di parti dell’esistente, mettendo quindi in discussione il vincolo conservativo in favore di una nuova libertà d’azione. Bibliografia Bocchi R. 2014, Re-Cycled paper, Re-cycle Op_Positions I, Vol. 05 Re-cycle italy, Roma, Aracne; Pellegrini P.,2018 Manuale del riuso architettonico, Analisi ed interventi contemporanei per il recupero degli edifici, Dario Flaccovio.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12632