Comunemente chiamato “botulino”, Clostridium botulinum è un batterio Gram positivo anaerobio obbligato, ovvero un agente patogeno, che viene considerato dalla medicina sia come una pericolosa minaccia che come un’utile risorsa. Infatti, alcune delle cure oggi disponibili non solo sono mirate a sconfiggere il patogeno, ma strettamente correlate al batterio ed al suo metabolismo. C. botulinum deve la sua fama alle tossine che produce. Infatti, sono proprio le neurotossine botuliniche a rappresentare l’unico determinante di virulenza e quindi ad essere responsabili dell’intero quadro patologico della malattia associata a questo microrganismo. Le possibilità di entrare in contatto con le tossine botuliniche sono numerose, tant’è che esistono diverse forme di botulismo: la più diffusa è quella alimentare, che si verifica quando, con gli alimenti, vengono ingerite anche le tossine. La terapia specifica per trattare le affezioni da neurotossine botuliniche (BT) consiste nella somministrazione di un siero iperimmune in infusione venosa lenta. Tale siero è composto di antitossine botuliniche, cioè immunoglobuline di origine equina che agiscono per formazione di complessi con le BT, inattivandole. Tuttavia, il vaccino rimane la forma più efficace di protezione contro le tossine botuliniche. Le neurotossine di C. botulinum provocano seri danni all’organismo e, se non vi si pone rimedio in tempi brevi, possono dare origine a prognosi infauste. Tutte le tipologie di tossine botuliniche esercitano la loro azione sul sistema colinergico, a livello dei terminali presinaptici dei motoneuroni e bloccano la trasmissione di acetilcolina nelle giunzioni neuromuscolari: questo si traduce in una paralisi della muscolatura scheletrica volontaria e liscia involontaria, che porta alla morte del soggetto per paralisi flaccida. Tuttavia, ridotte dosi della tossina, iniettate nei muscoli al fine di metterli temporaneamente a riposo, consentono di curare diversi disturbi collegati all'eccessiva o inadeguata contrazione muscolare. L’impiego della tossina botulinica, sia esso estetico che mirato alla cura di patologie importanti, non ha un effetto permanente, tant’è che sono necessarie più iniezioni, effettuate ad intervalli di tempo regolari (ogni 4-6 mesi circa), per mantenere stabile il profilo clinico del paziente. Dal primo utilizzo della tossina sono in corso continue ricerche e sperimentazioni per ampliarne i campi di applicazione, che ad oggi sono circa un centinaio. In questo lavoro di ricerca verranno approfondite le applicazioni delle BTX per blefarospasmo, iperidrosi, distonia cervicale, emicrania, medicina estetica, sclerosi multipla e Parkinson. Nonostante il C. botulinum sia un microrganismo che suscita dubbi e apprensioni, questa ricerca documenta come la conoscenza approfondita di questo patogeno renda l’uomo in grado di sfruttarne i benefici e gli permetta di adoperarlo in totale sicurezza, garantendo ottimi risultati a livello terapeutico.

Clostridium botulinum, un patogeno utile

PERETTI, MARIA CHIARA
2020/2021

Abstract

Comunemente chiamato “botulino”, Clostridium botulinum è un batterio Gram positivo anaerobio obbligato, ovvero un agente patogeno, che viene considerato dalla medicina sia come una pericolosa minaccia che come un’utile risorsa. Infatti, alcune delle cure oggi disponibili non solo sono mirate a sconfiggere il patogeno, ma strettamente correlate al batterio ed al suo metabolismo. C. botulinum deve la sua fama alle tossine che produce. Infatti, sono proprio le neurotossine botuliniche a rappresentare l’unico determinante di virulenza e quindi ad essere responsabili dell’intero quadro patologico della malattia associata a questo microrganismo. Le possibilità di entrare in contatto con le tossine botuliniche sono numerose, tant’è che esistono diverse forme di botulismo: la più diffusa è quella alimentare, che si verifica quando, con gli alimenti, vengono ingerite anche le tossine. La terapia specifica per trattare le affezioni da neurotossine botuliniche (BT) consiste nella somministrazione di un siero iperimmune in infusione venosa lenta. Tale siero è composto di antitossine botuliniche, cioè immunoglobuline di origine equina che agiscono per formazione di complessi con le BT, inattivandole. Tuttavia, il vaccino rimane la forma più efficace di protezione contro le tossine botuliniche. Le neurotossine di C. botulinum provocano seri danni all’organismo e, se non vi si pone rimedio in tempi brevi, possono dare origine a prognosi infauste. Tutte le tipologie di tossine botuliniche esercitano la loro azione sul sistema colinergico, a livello dei terminali presinaptici dei motoneuroni e bloccano la trasmissione di acetilcolina nelle giunzioni neuromuscolari: questo si traduce in una paralisi della muscolatura scheletrica volontaria e liscia involontaria, che porta alla morte del soggetto per paralisi flaccida. Tuttavia, ridotte dosi della tossina, iniettate nei muscoli al fine di metterli temporaneamente a riposo, consentono di curare diversi disturbi collegati all'eccessiva o inadeguata contrazione muscolare. L’impiego della tossina botulinica, sia esso estetico che mirato alla cura di patologie importanti, non ha un effetto permanente, tant’è che sono necessarie più iniezioni, effettuate ad intervalli di tempo regolari (ogni 4-6 mesi circa), per mantenere stabile il profilo clinico del paziente. Dal primo utilizzo della tossina sono in corso continue ricerche e sperimentazioni per ampliarne i campi di applicazione, che ad oggi sono circa un centinaio. In questo lavoro di ricerca verranno approfondite le applicazioni delle BTX per blefarospasmo, iperidrosi, distonia cervicale, emicrania, medicina estetica, sclerosi multipla e Parkinson. Nonostante il C. botulinum sia un microrganismo che suscita dubbi e apprensioni, questa ricerca documenta come la conoscenza approfondita di questo patogeno renda l’uomo in grado di sfruttarne i benefici e gli permetta di adoperarlo in totale sicurezza, garantendo ottimi risultati a livello terapeutico.
2020
Clostridium botulinum, a useful pathogen
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12682