L’acne è il più diffuso disturbo della pelle che spesso viene erroneamente considerato un disturbo lieve adolescenziale che non necessita di alcuna terapia. In realtà l’acne è un problema che può diventare anche grave, comportando seri danni psicologici sia per gli adolescenti che per gli adulti che ne sono colpiti, perché spesso lascia cicatrici ben visibili che hanno un impatto sull’aspetto estetico. Al giorno d’oggi, inoltre, la pandemia da Sars-Cov-2 (COVID19) ha comportato un aumento dell’incidenza di questa patologia, esacerbata dal prolungato uso delle maschere facciali quali dispositivi medici, dispositivi di protezione individuale e mascherine ad uso della collettività. Un corretto trattamento dell’acne non è semplice ed immediato, sebbene negli ultimi anni studi sull'eziologia di questa patologia, che vedono il coinvolgimento della biologia delle ghiandole sebacee, del sebo, della cheratinizzazione, della differenziazione, dell'immunologia e della batteriologia, abbiano chiarito la sua patogenesi, portando allo sviluppo di nuove terapie. L’errato management dell’acne comporta da un lato l’aggravamento del burden psicologico di questa malattia, perché spesso si intraprendono terapie inefficaci senza il consiglio di un esperto dermatologo, e si aggrava la depressione e l’ansia legate all’impatto estetico che questa malattia ha soprattutto negli adolescenti. Dall’altro lato emerge la consapevolezza che una terapia errata a base di creme antimicrobiche e antibiotici orali a lungo termine aggrava il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che desta grande preoccupazione considerando che secondo l’OMS ogni anno 700.000 persone nel mondo, e 10.000 persone solo in Italia, muoiono a causa di infezione da batteri antibiotico-resistenti. La strategia terapeutica prevede prima l’identificazione del tipo e della severità della lesione acneica, quindi per le forme più lievi le linee guida prevedono l’utilizzo di creme a base di retinoidi e, nel caso non risultasse efficace, lo step successivo prevede la terapia topica combinata di retinoidi e perossido di benzoile. Per i casi più gravi la strategia terapeutica prevede l’utilizzo di antibiotici topici oltre alla terapia combinata retinoidi/perossido di benzoile e, nel caso siano presenti noduli, il trattamento prevede la somministrazione di un antibiotico orale. L’ultimo gradino terapeutico prevede la somministrazione orale di isotretinoina. La ricerca, per trovare un trattamento sicuro efficace e alternativo agli antibiotici, si è focalizzata su nuove molecole quali olumacostat glasaretil, cortexolone 17α-propionato, inibitori della stearoil-CoA desaturasi 1, agenti che influenzano il sistema melanocortinico, omiganan e minociclina, che sono attualmente oggetto di studi. Utilizzando i progressi della tecnologia, i ricercatori hanno aumentato le conoscenze sul microbioma umano, riuscendo a stabilire una correlazione tra microbiota e P. acnes, coinvolto nella patogenesi dell’acne. Questo ha aperto la strada all’utilizzo di integratori che agiscono sul microbioma intestinale e all’integrazione orale di probiotici, e proprio quest’ultima si è dimostrata efficace nel trattamento dell’acne, anche se non sono stati condotti sufficienti trial clinici per aprire la strada all’inserimento dei probiotici nelle linee guida per la terapia dell’acne, e alla luce dei risultati emersi da questa tesi è proprio in questa direzione che la ricerca scientifica dovrebbe concentrare gli sforzi.

Impiego di integratori alimentari nel trattamento dell'acne vulgaris: focus sui probiotici

ANTONIOLI, MARIANA
2020/2021

Abstract

L’acne è il più diffuso disturbo della pelle che spesso viene erroneamente considerato un disturbo lieve adolescenziale che non necessita di alcuna terapia. In realtà l’acne è un problema che può diventare anche grave, comportando seri danni psicologici sia per gli adolescenti che per gli adulti che ne sono colpiti, perché spesso lascia cicatrici ben visibili che hanno un impatto sull’aspetto estetico. Al giorno d’oggi, inoltre, la pandemia da Sars-Cov-2 (COVID19) ha comportato un aumento dell’incidenza di questa patologia, esacerbata dal prolungato uso delle maschere facciali quali dispositivi medici, dispositivi di protezione individuale e mascherine ad uso della collettività. Un corretto trattamento dell’acne non è semplice ed immediato, sebbene negli ultimi anni studi sull'eziologia di questa patologia, che vedono il coinvolgimento della biologia delle ghiandole sebacee, del sebo, della cheratinizzazione, della differenziazione, dell'immunologia e della batteriologia, abbiano chiarito la sua patogenesi, portando allo sviluppo di nuove terapie. L’errato management dell’acne comporta da un lato l’aggravamento del burden psicologico di questa malattia, perché spesso si intraprendono terapie inefficaci senza il consiglio di un esperto dermatologo, e si aggrava la depressione e l’ansia legate all’impatto estetico che questa malattia ha soprattutto negli adolescenti. Dall’altro lato emerge la consapevolezza che una terapia errata a base di creme antimicrobiche e antibiotici orali a lungo termine aggrava il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che desta grande preoccupazione considerando che secondo l’OMS ogni anno 700.000 persone nel mondo, e 10.000 persone solo in Italia, muoiono a causa di infezione da batteri antibiotico-resistenti. La strategia terapeutica prevede prima l’identificazione del tipo e della severità della lesione acneica, quindi per le forme più lievi le linee guida prevedono l’utilizzo di creme a base di retinoidi e, nel caso non risultasse efficace, lo step successivo prevede la terapia topica combinata di retinoidi e perossido di benzoile. Per i casi più gravi la strategia terapeutica prevede l’utilizzo di antibiotici topici oltre alla terapia combinata retinoidi/perossido di benzoile e, nel caso siano presenti noduli, il trattamento prevede la somministrazione di un antibiotico orale. L’ultimo gradino terapeutico prevede la somministrazione orale di isotretinoina. La ricerca, per trovare un trattamento sicuro efficace e alternativo agli antibiotici, si è focalizzata su nuove molecole quali olumacostat glasaretil, cortexolone 17α-propionato, inibitori della stearoil-CoA desaturasi 1, agenti che influenzano il sistema melanocortinico, omiganan e minociclina, che sono attualmente oggetto di studi. Utilizzando i progressi della tecnologia, i ricercatori hanno aumentato le conoscenze sul microbioma umano, riuscendo a stabilire una correlazione tra microbiota e P. acnes, coinvolto nella patogenesi dell’acne. Questo ha aperto la strada all’utilizzo di integratori che agiscono sul microbioma intestinale e all’integrazione orale di probiotici, e proprio quest’ultima si è dimostrata efficace nel trattamento dell’acne, anche se non sono stati condotti sufficienti trial clinici per aprire la strada all’inserimento dei probiotici nelle linee guida per la terapia dell’acne, e alla luce dei risultati emersi da questa tesi è proprio in questa direzione che la ricerca scientifica dovrebbe concentrare gli sforzi.
2020
Use of food supplements in the treatment of acne vulgaris: focus on probiotics
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12695