La valutazione della qualità dell’aria è di fondamentale importanza sia per ambienti indoor, in special modo per gli ambienti ospedalieri, sia per gli ambienti outdoor. Valutare la qualità dell’aria significa andare a determinare il grado di inquinamento, la presenza di determinati microrganismi con le relative concentrazioni e la probabilità di rischio di sviluppare una determinata patologia. Gestire e controllare la diffusione di infezioni aeree è un problema di estrema attualità, basti pensare all’epidemia di SARS-CoV-2 scoppiata il 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan (Cina). Andando ad esaminare come sono state affrontate, trattate e, in alcuni casi, sconfitte le infezioni del passato, è possibile identificare delle strategie per comprendere come confrontarsi con queste sfide. Per esempio, la tubercolosi e altre malattie infettive nell’epoca precedente alla disponibilità di antibiotici, vedevano come trattamento gold standard la terapia all’aria aperta. L’obiettivo di questo tipo di trattamento era cercare di evitare le infezioni crociate e prevenire le reinfezioni. Il sistema ad aria aperta venne ampiamente utilizzato in Europa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e divenne di primaria importanza per trattare i feriti della Prima Guerra Mondiale e durante la pandemia di influenza spagnola nel 1918-1919. I primi sanatori italiani nacquero in Valtellina all’inizio del XX secolo, per poi diffondersi in tutta la Nazione. A partire dal 1950, la terapia all’aria aperta è stata progressivamente sostituita dalla chemioterapia e, negli anni ’60 gli scienziati impegnati nella ricerca sulla biodifesa hanno sviluppato una tecnica per misurare l’effetto dell’aria fresca sui patogeni aerotrasportati scoprendo che l’aria outdoor era potenzialmente più letale per loro rispetto a quella indoor. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’esposizione ad agenti inquinanti in ambienti indoor può perfino essere, in certi casi, superiore a quella ad inquinanti outdoor e/o industriali. Poiché il bioaerosol rappresenta una componente molto importante dell’inquinamento dell’aria indoor, procedere al suo campionamento ed alla sua analisi, oltre a consentire una valutazione delle caratteristiche biologiche dell’aria, rappresenta un importante strumento per preservare la salute della popolazione e prevenire il rischio sanitario.
Microrganismi aerodiffusi, problematiche connesse alle misure
BRUNI, GIADA CARLOTTA
2020/2021
Abstract
La valutazione della qualità dell’aria è di fondamentale importanza sia per ambienti indoor, in special modo per gli ambienti ospedalieri, sia per gli ambienti outdoor. Valutare la qualità dell’aria significa andare a determinare il grado di inquinamento, la presenza di determinati microrganismi con le relative concentrazioni e la probabilità di rischio di sviluppare una determinata patologia. Gestire e controllare la diffusione di infezioni aeree è un problema di estrema attualità, basti pensare all’epidemia di SARS-CoV-2 scoppiata il 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan (Cina). Andando ad esaminare come sono state affrontate, trattate e, in alcuni casi, sconfitte le infezioni del passato, è possibile identificare delle strategie per comprendere come confrontarsi con queste sfide. Per esempio, la tubercolosi e altre malattie infettive nell’epoca precedente alla disponibilità di antibiotici, vedevano come trattamento gold standard la terapia all’aria aperta. L’obiettivo di questo tipo di trattamento era cercare di evitare le infezioni crociate e prevenire le reinfezioni. Il sistema ad aria aperta venne ampiamente utilizzato in Europa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e divenne di primaria importanza per trattare i feriti della Prima Guerra Mondiale e durante la pandemia di influenza spagnola nel 1918-1919. I primi sanatori italiani nacquero in Valtellina all’inizio del XX secolo, per poi diffondersi in tutta la Nazione. A partire dal 1950, la terapia all’aria aperta è stata progressivamente sostituita dalla chemioterapia e, negli anni ’60 gli scienziati impegnati nella ricerca sulla biodifesa hanno sviluppato una tecnica per misurare l’effetto dell’aria fresca sui patogeni aerotrasportati scoprendo che l’aria outdoor era potenzialmente più letale per loro rispetto a quella indoor. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’esposizione ad agenti inquinanti in ambienti indoor può perfino essere, in certi casi, superiore a quella ad inquinanti outdoor e/o industriali. Poiché il bioaerosol rappresenta una componente molto importante dell’inquinamento dell’aria indoor, procedere al suo campionamento ed alla sua analisi, oltre a consentire una valutazione delle caratteristiche biologiche dell’aria, rappresenta un importante strumento per preservare la salute della popolazione e prevenire il rischio sanitario.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12706