L’ISTAT calcola che nel 2043 gli anziani oltrepasseranno il 32% della popolazione italiana, proprio sulla base di questi dati è importante riflettere su ciò che un anziano rappresenta nella nostra società, non solo in termini di ruolo ma anche di qualità di vita, necessità ed aspettative. La qualità di vita del soggetto anziano subisce un altissimo impatto se alterata dal dolore , ciò si riversa sulle normali attività quotidiane, sull’alimentazione, sul sonno e sulla depressione del tono dell’umore. La presenza concomitante di demenza e di depressione è altamente significativa, tant’è che una storia pregressa di depressione raddoppia il rischio di sviluppare Demenza di Alzheimer, per ovviare quindi a tale problematica risulta essere di estrema importanza l’assunzione di farmaci, in grado di ritardare l’avanzamento del deficit cognitivo. Molto spesso nell’anziano si può andare incontro ad un vero e proprio processo di “fragilizzazione” che si trasduce in un completo isolamento del soggetto (loneliness). E’ proprio a tal proposito, che uno dei massimi neuroscienziati J.Cacioppo identifica una correlazione tra solitudine e gli effetti che essa va a scaturire sul sistema immunitario. La depressione è una malattia di tipo psichiatrico la cui identificazione può essere resa possibile da una concomitanza di più punti cardine suggeriti dal DSM-5 ( manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), seppur spesso, possano esistere errate diagnosi circa l’identificazione della stessa. I principali fattori scatenanti la depressione risultano essere : la presenza in famiglia di casi di disturbo dell’umore, predisposizione di tipo genetico, fisiologico ed età. Molte persone che soffrono di depressione, siano esse anziane o giovani, denunciano deficit cognitivo come il rallentamento del pensiero, una netta diminuzione della capacità di concentrazione e deterioramenti della memoria. Sono identificabili diverse forme di depressione, quali : psicotica, con alterazioni cognitive, con disturbo dell’alimentazione e di regressione del comportamento. Le strutture costituenti il circuito limbico risultano essere il principale oggetto di studio relativo a stati depressivi, ciò confermato anche dalle principali ricerche del 2004 di Campbell e nel 2008 di Hamilton e Grimm. Anche i fattori ormonali come citochine e cortisolo , nonché l’ambiente stesso, hanno un significativo impatto sulla depressione. L’età è il principale fattore predittivo dell’uso di farmaci sia in termini di spesa sia di dosi prescritte. Infatti, il notevole incremento delle fasce di età più avanzate ha ampliato il numero di soggetti affetti da patologie croniche multiple e trattate con complessi regimi polifarmacologici. La terapia della depressione è molto varia. Ciò deriva dal fatto che le sindromi cliniche che comportano sintomi depressivi sono molto diverse tra di loro, spesso con eziologie e fattori scatenanti differenti. Tuttavia, il cardine della terapia della depressione consiste nella somministrazione di farmaci antidepressivi, diversi per meccanismo d’azione e posologia. In associazione, numerosi pazienti sono anche sottoposti a cure psicoanalitiche, oppure ad innovative tecniche messe a punto allo scopo di migliorare le condizioni di vita del paziente, soprattutto anziani, che soffrono di questo tipo di disturbo.

LA DEPRESSIONE NELL’ANZIANO: cause e possibili approcci terapeutici

ITALIA, LORENZO
2019/2020

Abstract

L’ISTAT calcola che nel 2043 gli anziani oltrepasseranno il 32% della popolazione italiana, proprio sulla base di questi dati è importante riflettere su ciò che un anziano rappresenta nella nostra società, non solo in termini di ruolo ma anche di qualità di vita, necessità ed aspettative. La qualità di vita del soggetto anziano subisce un altissimo impatto se alterata dal dolore , ciò si riversa sulle normali attività quotidiane, sull’alimentazione, sul sonno e sulla depressione del tono dell’umore. La presenza concomitante di demenza e di depressione è altamente significativa, tant’è che una storia pregressa di depressione raddoppia il rischio di sviluppare Demenza di Alzheimer, per ovviare quindi a tale problematica risulta essere di estrema importanza l’assunzione di farmaci, in grado di ritardare l’avanzamento del deficit cognitivo. Molto spesso nell’anziano si può andare incontro ad un vero e proprio processo di “fragilizzazione” che si trasduce in un completo isolamento del soggetto (loneliness). E’ proprio a tal proposito, che uno dei massimi neuroscienziati J.Cacioppo identifica una correlazione tra solitudine e gli effetti che essa va a scaturire sul sistema immunitario. La depressione è una malattia di tipo psichiatrico la cui identificazione può essere resa possibile da una concomitanza di più punti cardine suggeriti dal DSM-5 ( manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), seppur spesso, possano esistere errate diagnosi circa l’identificazione della stessa. I principali fattori scatenanti la depressione risultano essere : la presenza in famiglia di casi di disturbo dell’umore, predisposizione di tipo genetico, fisiologico ed età. Molte persone che soffrono di depressione, siano esse anziane o giovani, denunciano deficit cognitivo come il rallentamento del pensiero, una netta diminuzione della capacità di concentrazione e deterioramenti della memoria. Sono identificabili diverse forme di depressione, quali : psicotica, con alterazioni cognitive, con disturbo dell’alimentazione e di regressione del comportamento. Le strutture costituenti il circuito limbico risultano essere il principale oggetto di studio relativo a stati depressivi, ciò confermato anche dalle principali ricerche del 2004 di Campbell e nel 2008 di Hamilton e Grimm. Anche i fattori ormonali come citochine e cortisolo , nonché l’ambiente stesso, hanno un significativo impatto sulla depressione. L’età è il principale fattore predittivo dell’uso di farmaci sia in termini di spesa sia di dosi prescritte. Infatti, il notevole incremento delle fasce di età più avanzate ha ampliato il numero di soggetti affetti da patologie croniche multiple e trattate con complessi regimi polifarmacologici. La terapia della depressione è molto varia. Ciò deriva dal fatto che le sindromi cliniche che comportano sintomi depressivi sono molto diverse tra di loro, spesso con eziologie e fattori scatenanti differenti. Tuttavia, il cardine della terapia della depressione consiste nella somministrazione di farmaci antidepressivi, diversi per meccanismo d’azione e posologia. In associazione, numerosi pazienti sono anche sottoposti a cure psicoanalitiche, oppure ad innovative tecniche messe a punto allo scopo di migliorare le condizioni di vita del paziente, soprattutto anziani, che soffrono di questo tipo di disturbo.
2019
DEPRESSION IN THE ELDERLY: causes and possible therapeutic approaches
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/12775