La gravidanza rappresenta una finestra critica per le donne che necessitano di trattamenti farmacologici per specifiche condizioni di salute, in quanto la somministrazione di farmaci durante le fasi della gestazione può risultare pericolosa per il feto. Durante la gravidanza madre e feto sono in contatto per mezzo di un complesso organo che prende il nome di “placenta”. La placenta garantisce gli scambi necessari tra madre e feto promuovendo l’accrescimento della nuova vita, ma ha anche l’importante funzione di barriera anatomica e fisiologica con un certo grado di selettività; è proprio il grado di selettività di questo organo che risulta essere oggetto di numerosi studi e sta alla base dell’obiettivo del presente lavoro. In questo elaborato si analizzerà il trattamento di donne sieropositive in stato di gravidanza in terapia con alcune classi di antiretrovirali e il possibile coinvolgimento di questa terapia nel promuovere l’incidenza di forme tumorali nella prole. Nella prima parte del lavoro analizzeremo le modificazioni a carico della placenta nelle diverse fasi della gestazione in relazione al potenziale risvolto tossicologico che potrebbe avere l’esposizione della madre ad eventuali xenobiotici. Nella seconda parte del lavoro, si approfondiranno le caratteristiche epidemiologiche del virus dell’HIV e i trattamenti farmacologici attualmente in uso. Nello specifico, si tratteranno le classi di antiretrovirali che rappresentano la terapia utilizzata nel trattamento di donne sieropositive durante i mesi della gestazione. Le classi di antiretrovirali in studio saranno poi analizzate dal punto di vista dell’interazione con i trasportatori placentari attraverso specifici test di perfusione placentare eseguiti su espianti di placenta o su animali. Gli studi in questione saranno il punto di partenza per la valutazione degli effetti a lungo termine dell’esposizione in utero alla terapia con antiretrovirali a cui sono sottoposte le madri. I dati analizzati forniscono ipotesi riguardanti la tossicità transplacentare, la teratogenesi e la valutazione del rischio nell’esposizione ai suddetti trattamenti farmacologici.
Antiretrovirali in gravidanza per il trattamento di madri HIV-positive: evidenze per la cancerogenesi transplacentare?
VENTIMIGLIA, ALESSIA
2020/2021
Abstract
La gravidanza rappresenta una finestra critica per le donne che necessitano di trattamenti farmacologici per specifiche condizioni di salute, in quanto la somministrazione di farmaci durante le fasi della gestazione può risultare pericolosa per il feto. Durante la gravidanza madre e feto sono in contatto per mezzo di un complesso organo che prende il nome di “placenta”. La placenta garantisce gli scambi necessari tra madre e feto promuovendo l’accrescimento della nuova vita, ma ha anche l’importante funzione di barriera anatomica e fisiologica con un certo grado di selettività; è proprio il grado di selettività di questo organo che risulta essere oggetto di numerosi studi e sta alla base dell’obiettivo del presente lavoro. In questo elaborato si analizzerà il trattamento di donne sieropositive in stato di gravidanza in terapia con alcune classi di antiretrovirali e il possibile coinvolgimento di questa terapia nel promuovere l’incidenza di forme tumorali nella prole. Nella prima parte del lavoro analizzeremo le modificazioni a carico della placenta nelle diverse fasi della gestazione in relazione al potenziale risvolto tossicologico che potrebbe avere l’esposizione della madre ad eventuali xenobiotici. Nella seconda parte del lavoro, si approfondiranno le caratteristiche epidemiologiche del virus dell’HIV e i trattamenti farmacologici attualmente in uso. Nello specifico, si tratteranno le classi di antiretrovirali che rappresentano la terapia utilizzata nel trattamento di donne sieropositive durante i mesi della gestazione. Le classi di antiretrovirali in studio saranno poi analizzate dal punto di vista dell’interazione con i trasportatori placentari attraverso specifici test di perfusione placentare eseguiti su espianti di placenta o su animali. Gli studi in questione saranno il punto di partenza per la valutazione degli effetti a lungo termine dell’esposizione in utero alla terapia con antiretrovirali a cui sono sottoposte le madri. I dati analizzati forniscono ipotesi riguardanti la tossicità transplacentare, la teratogenesi e la valutazione del rischio nell’esposizione ai suddetti trattamenti farmacologici.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/12801