L’infertilità colpisce il 15% della popolazione maschile mondiale. Nello studio dell’infertilità maschile possono essere individuati diversi modelli istopatologici: ipospermatogenesi, arresto della maturazione, sindrome delle sole cellule di Sertoli, ialinizzazione dei tubuli seminiferi. Il presente elaborato analizza i diversi fattori che possono contribuire all’eziopatogenesi. I principali sono risultati: 1) disturbi dell'ipotalamo o dell'ipofisi che possono causare alterazioni del GnRH o nel rilascio di gonadotropine e, di conseguenza, una ridotta fertilità; 2) cause genetiche il cui studio ha permesso di identificare come cause di ipogonadotropia congenita diversi geni, tra i quali: KAL1, FGFR1, KISS1, GNRH1 (per quanto riguarda l’ipogonodotropia congenita), CFTR (azoospermia ostruttiva, volume testicolare normale e valori ormonali normali) e microdelezione della regione del fattore di azoospermi (AZF). Contribuiscono all’infertilità maschile anche il volume dello sperma, la frammentazione del DNA, la motilità e la morfologia dello sperma, mentre l'aumento dell'età paterna è associato negativamente alla salute della prole. Attraverso l’analisi dei dati della letteratura scientifica corrente sono stati identificati ulteriori elementi quali le specie reattive dell'ossigeno (ROS) e il loro ruolo nella capacitazione dello sperma, in particolare l’acido retinoico sembra partecipare allo sviluppo del testicolo fetale. Un’eccssiva stimolazione nella fase fetale potrebbe contribuire alla sindrome di disgenesi testicolare e quindi a una ridotta fertilità in età adulta. Inoltre, gli uomini con carenza di Vit D (<25 nmol/L) o insufficienza di Vit D (<50 nmol/L) hanno mostrato una minore motilità dello sperma. Anche alcune patologie neurologiche possono influire negativamente sulla fertilità maschile. È stato osservato come lesioni al neuroasse come nel caso di sclerosi multipla o nei difetti del tubo neurale e di mielite trasversa possano provocare un fallimento parziale o completo del trasporto degli spermatozoi. Sono state analizzate le terapie farmacologiche attualmente in uso quali: derivati dell’FSH, dell’LH, GnRH pulsatile, SERM, ALs. Particolare interesse è stato rivolto allo studio delle piante utilizzate nel trattamento dell’infertilità maschile, con un’analisi dei fitocomplessi di: Silybum marianum, Withania somnifera, Moringa oleifera, Panax ginseng, Nigella sativa. È stata condotta un’analisi della bibliografia non solo indicizzata, ma anche “di cultura popolare”, ricercando differenti fitocomponenti poco presenti nella letteratura tradizionale.

Fitoterapia dell'infertilità maschile

ZAPPA, GINEVRA
2020/2021

Abstract

L’infertilità colpisce il 15% della popolazione maschile mondiale. Nello studio dell’infertilità maschile possono essere individuati diversi modelli istopatologici: ipospermatogenesi, arresto della maturazione, sindrome delle sole cellule di Sertoli, ialinizzazione dei tubuli seminiferi. Il presente elaborato analizza i diversi fattori che possono contribuire all’eziopatogenesi. I principali sono risultati: 1) disturbi dell'ipotalamo o dell'ipofisi che possono causare alterazioni del GnRH o nel rilascio di gonadotropine e, di conseguenza, una ridotta fertilità; 2) cause genetiche il cui studio ha permesso di identificare come cause di ipogonadotropia congenita diversi geni, tra i quali: KAL1, FGFR1, KISS1, GNRH1 (per quanto riguarda l’ipogonodotropia congenita), CFTR (azoospermia ostruttiva, volume testicolare normale e valori ormonali normali) e microdelezione della regione del fattore di azoospermi (AZF). Contribuiscono all’infertilità maschile anche il volume dello sperma, la frammentazione del DNA, la motilità e la morfologia dello sperma, mentre l'aumento dell'età paterna è associato negativamente alla salute della prole. Attraverso l’analisi dei dati della letteratura scientifica corrente sono stati identificati ulteriori elementi quali le specie reattive dell'ossigeno (ROS) e il loro ruolo nella capacitazione dello sperma, in particolare l’acido retinoico sembra partecipare allo sviluppo del testicolo fetale. Un’eccssiva stimolazione nella fase fetale potrebbe contribuire alla sindrome di disgenesi testicolare e quindi a una ridotta fertilità in età adulta. Inoltre, gli uomini con carenza di Vit D (<25 nmol/L) o insufficienza di Vit D (<50 nmol/L) hanno mostrato una minore motilità dello sperma. Anche alcune patologie neurologiche possono influire negativamente sulla fertilità maschile. È stato osservato come lesioni al neuroasse come nel caso di sclerosi multipla o nei difetti del tubo neurale e di mielite trasversa possano provocare un fallimento parziale o completo del trasporto degli spermatozoi. Sono state analizzate le terapie farmacologiche attualmente in uso quali: derivati dell’FSH, dell’LH, GnRH pulsatile, SERM, ALs. Particolare interesse è stato rivolto allo studio delle piante utilizzate nel trattamento dell’infertilità maschile, con un’analisi dei fitocomplessi di: Silybum marianum, Withania somnifera, Moringa oleifera, Panax ginseng, Nigella sativa. È stata condotta un’analisi della bibliografia non solo indicizzata, ma anche “di cultura popolare”, ricercando differenti fitocomponenti poco presenti nella letteratura tradizionale.
2020
Phytotherapy of male infertility
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