ABSTRACT Introduzione: Chiunque abbia praticato attività sportiva, a qualsiasi livello, giovanile, amatoriale o professionistico, ha sentito parlare di Pubalgia. Fortunatamente l’interesse nei confronti di questa problematica è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, portando a una conclusione ormai comune e accettata: la Pubalgia, non è una diagnosi di patologia, bensì un insieme di sintomi con cause estremamente variabili, che rendono la diagnosi e il trattamento una vera sfida per i professionisti del settore. Obbiettivo dello studio: Questo lavoro di tesi nasce con la finalità di indagare sull’eziologia del dolore pubico riconducibile all’attività sportiva, inquadrare la problematica clinicamente, e verificare se in letteratura siano presenti protocolli riabilitativi incentrati sull’esercizio fisico che siano erogabili da un laureato in scienze motorie. Materiali e metodi: La raccolta del materiale è stata portata a termine tramite il motore di ricerca PubMed. Per la selezione iniziale si è tenuto conto della letteratura pubblicata negli ultimi 5, quindi sono stati inclusi gli articoli ritenuti più rilevanti. Sono stati esclusi gli articoli scritti in una lingua diversa dall’inglese o dei quali non fosse possibile la consultazione. Risultati: Diagnosi e trattamento sono particolarmente difficili a causa della complessità anatomica della regione inguinale. I diversi protocolli di riabilitazione sono spesso suddivisi in più fasi e solitamente partono dal rinforzo selettivo della muscolatura adduttoria e addominale nonché dal miglioramento della stabilità lombo-pelvica e della mobilità dell’anca. Si passa poi alla rieducazione motoria; si affronta infine la ripresa del gesto sportivo. Un esempio è il protocollo di Holmich. Conclusioni: La GrPS presenta una sintomatologia frequente e variegata, in particolare nella popolazione atletica. Data la complessità della regione anatomica coinvolta e delle possibili sovrapposizioni patologiche, per il clinico si rivela estremamente difficile compiere una diagnosi accurata e specifica. Conseguentemente, la scelta del percorso terapeutico risulta essere un lavoro difficilmente standardizzabile. Non esistono quindi protocolli validati scientificamente ma il trattamento conservativo può essere molto efficace soprattutto se la diagnosi è accurata e precoce. Rimane comunque fondamentale minimizzare i rischi con allenamenti di tipo preventivo.
Groin Pain Syndrome: dall’eziologia alla riattletizzazione
COCCO, RICCARDO
2020/2021
Abstract
ABSTRACT Introduzione: Chiunque abbia praticato attività sportiva, a qualsiasi livello, giovanile, amatoriale o professionistico, ha sentito parlare di Pubalgia. Fortunatamente l’interesse nei confronti di questa problematica è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, portando a una conclusione ormai comune e accettata: la Pubalgia, non è una diagnosi di patologia, bensì un insieme di sintomi con cause estremamente variabili, che rendono la diagnosi e il trattamento una vera sfida per i professionisti del settore. Obbiettivo dello studio: Questo lavoro di tesi nasce con la finalità di indagare sull’eziologia del dolore pubico riconducibile all’attività sportiva, inquadrare la problematica clinicamente, e verificare se in letteratura siano presenti protocolli riabilitativi incentrati sull’esercizio fisico che siano erogabili da un laureato in scienze motorie. Materiali e metodi: La raccolta del materiale è stata portata a termine tramite il motore di ricerca PubMed. Per la selezione iniziale si è tenuto conto della letteratura pubblicata negli ultimi 5, quindi sono stati inclusi gli articoli ritenuti più rilevanti. Sono stati esclusi gli articoli scritti in una lingua diversa dall’inglese o dei quali non fosse possibile la consultazione. Risultati: Diagnosi e trattamento sono particolarmente difficili a causa della complessità anatomica della regione inguinale. I diversi protocolli di riabilitazione sono spesso suddivisi in più fasi e solitamente partono dal rinforzo selettivo della muscolatura adduttoria e addominale nonché dal miglioramento della stabilità lombo-pelvica e della mobilità dell’anca. Si passa poi alla rieducazione motoria; si affronta infine la ripresa del gesto sportivo. Un esempio è il protocollo di Holmich. Conclusioni: La GrPS presenta una sintomatologia frequente e variegata, in particolare nella popolazione atletica. Data la complessità della regione anatomica coinvolta e delle possibili sovrapposizioni patologiche, per il clinico si rivela estremamente difficile compiere una diagnosi accurata e specifica. Conseguentemente, la scelta del percorso terapeutico risulta essere un lavoro difficilmente standardizzabile. Non esistono quindi protocolli validati scientificamente ma il trattamento conservativo può essere molto efficace soprattutto se la diagnosi è accurata e precoce. Rimane comunque fondamentale minimizzare i rischi con allenamenti di tipo preventivo.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/13138