Who is a pedophile? Criminology describes him as an immature man, lacking in empathy and social skills. Psychiatry defines him as a "pervert", a person who "deviates" from normality in the sexual field. Public opinion labels him as a monster. Criminal law deals with the phenomenon, identifying various criminal cases including sexual violence against minors, sexual acts with minors, bribery of minors, solicitation, and crimes of sexual exploitation against minors. The problems that criminal law faces are very serious, and mainly concern the imputability of pedophiles, the treatment of detained and released child offenders, and the thresholds beyond which indictment is appropriate. Chapter 1 will be dedicated to pedophilia as a phenomenon from a historical, criminological, and psychiatric perspective; Chapter 2 will be dedicated to the various crimes of sexual abuse against minors in the Italian legal system; Chapter 3 will provide a comparative review and two insights into the US and Scandinavian treatment approaches. The conclusive Chapter 4 will try to propose alternatives to indictment and a reflection on the tendency of anti-pedophilia legislation to approach the model of the "criminal law of the enemy".

Chi è il pedofilo? La criminologia lo descrive come un uomo immaturo, carente di empatia e di capacità sociali, che si identifica per difesa con il mondo infantile e instaura con il bambino oggetto delle sue attenzioni una relazione improntata alla reificazione e al solipsismo. La psichiatria lo considera tutt’oggi, fattualmente, un "perverso", cioè una persona che si caratterizza in quanto “devia” dalla norma sessuale, e non dà risposte né con riferimento a una possibile origine biologica della tendenza né con riferimento a una sua possibile cura. Per l’opinione pubblica, spesso il pedofilo è un mostro, un orco, un criminale. Tuttavia, il diritto penale sa – in forza del principio di offensività – che una tendenza, un orientamento sessuale, una pulsione, una fantasia non possono costituire reato, e dunque cerca di catalogare la pedofilia tra i reati di abuso sessuale ai danni di minore, confrontandosi spesso con problemi apparentemente insolubili: fino a che punto è opportuno astenersi dall’incriminare? è legittimo anticipare la tutela penalistica giungendo a sanzionare condotte evidentemente neutre sul piano offensivo ma fattualmente prodromiche a quelle di abuso? e, qualora si sia scelto di incriminare in astratto, su quali parametri è opportuno far gravitare la valutazione circa l’imputabilità di una persona che, come il pedofilo, potrebbe aver seguito nel commettere l’abuso la direzione irreprimibile della propria pulsione? e inoltre, anche se si è scelto di incriminare in astratto e il giudice ha stabilito di incriminare in concreto, come trattare il pedofilo child molester condannato: curarlo o punirlo? e come curarlo? come punirlo? Sottoporlo a castrazione chimica (come avviene per esempio nei Paesi scandinavi) nella convinzione che la sua neutralizzazione sia l’unico mezzo per perseguire la finalità specialpreventiva? Far seguire la pena detentiva da sistemi di monitoraggio, sorveglianza, registrazione e notificazione, per far fronte al fenomeno della (supposta alta) recidiva in campo sessuale? In fin dei conti tutto ciò non finisce per concentrare molte (troppe) energie sulla “lotta senza quartiere al nemico-pedofilo”, senza indagare invece in modo approfondito la possibilità di utilizzare strumenti extrapenali per la prevenzione del fenomeno dell’abuso sessuale ai danni di minori? Nella tesi si procederà ad analizzare il fenomeno della pedofilia (capitolo 1) sul piano storico, criminologico e psichiatrico; poi le modalità attraverso le quali tale fenomeno "entra" nell'ordinamento penale italiano (capitolo 2), con l'incriminazione delle condotte di violenza sessuale ai danni di minore, di atti sessuali con minorenne, di corruzione di minorenne, di adescamento di minorenni e le varie che afferiscono all'ambito dello sfruttamento sessuale infantile con particolare attenzione per le fattispecie di pedo pornografia. Al capitolo 3 si passerà poi in rassegna la repressione del fenomeno a livello europeo e le sperimentazioni sul piano trattamentale condotte negli Stati Uniti (con le "leggi di Megan" di registrazione e notificazione dei child offenders rilasciati) e nei Paesi scandinavi (con le misure di castrazione chimica anche preventiva). Infine, il capitolo 4 sarà dedicato alla ricerca di alternative all'incriminazione di atti prodromici dei pur gravi fatti di abuso sessuale ai danni di minore e alla riflessione circa il pericoloso avvicinarsi della legislazione antipedofilia al denigrato modello del "diritto penale del nemico".

La pedofilia nel diritto italiano e comparato. Un'analisi interdisciplinare

CAPRA, CATERINA LUCIA
2020/2021

Abstract

Who is a pedophile? Criminology describes him as an immature man, lacking in empathy and social skills. Psychiatry defines him as a "pervert", a person who "deviates" from normality in the sexual field. Public opinion labels him as a monster. Criminal law deals with the phenomenon, identifying various criminal cases including sexual violence against minors, sexual acts with minors, bribery of minors, solicitation, and crimes of sexual exploitation against minors. The problems that criminal law faces are very serious, and mainly concern the imputability of pedophiles, the treatment of detained and released child offenders, and the thresholds beyond which indictment is appropriate. Chapter 1 will be dedicated to pedophilia as a phenomenon from a historical, criminological, and psychiatric perspective; Chapter 2 will be dedicated to the various crimes of sexual abuse against minors in the Italian legal system; Chapter 3 will provide a comparative review and two insights into the US and Scandinavian treatment approaches. The conclusive Chapter 4 will try to propose alternatives to indictment and a reflection on the tendency of anti-pedophilia legislation to approach the model of the "criminal law of the enemy".
2020
Pedophilia in Italian and Comparative Law. An Interdisciplinary Analysis
Chi è il pedofilo? La criminologia lo descrive come un uomo immaturo, carente di empatia e di capacità sociali, che si identifica per difesa con il mondo infantile e instaura con il bambino oggetto delle sue attenzioni una relazione improntata alla reificazione e al solipsismo. La psichiatria lo considera tutt’oggi, fattualmente, un "perverso", cioè una persona che si caratterizza in quanto “devia” dalla norma sessuale, e non dà risposte né con riferimento a una possibile origine biologica della tendenza né con riferimento a una sua possibile cura. Per l’opinione pubblica, spesso il pedofilo è un mostro, un orco, un criminale. Tuttavia, il diritto penale sa – in forza del principio di offensività – che una tendenza, un orientamento sessuale, una pulsione, una fantasia non possono costituire reato, e dunque cerca di catalogare la pedofilia tra i reati di abuso sessuale ai danni di minore, confrontandosi spesso con problemi apparentemente insolubili: fino a che punto è opportuno astenersi dall’incriminare? è legittimo anticipare la tutela penalistica giungendo a sanzionare condotte evidentemente neutre sul piano offensivo ma fattualmente prodromiche a quelle di abuso? e, qualora si sia scelto di incriminare in astratto, su quali parametri è opportuno far gravitare la valutazione circa l’imputabilità di una persona che, come il pedofilo, potrebbe aver seguito nel commettere l’abuso la direzione irreprimibile della propria pulsione? e inoltre, anche se si è scelto di incriminare in astratto e il giudice ha stabilito di incriminare in concreto, come trattare il pedofilo child molester condannato: curarlo o punirlo? e come curarlo? come punirlo? Sottoporlo a castrazione chimica (come avviene per esempio nei Paesi scandinavi) nella convinzione che la sua neutralizzazione sia l’unico mezzo per perseguire la finalità specialpreventiva? Far seguire la pena detentiva da sistemi di monitoraggio, sorveglianza, registrazione e notificazione, per far fronte al fenomeno della (supposta alta) recidiva in campo sessuale? In fin dei conti tutto ciò non finisce per concentrare molte (troppe) energie sulla “lotta senza quartiere al nemico-pedofilo”, senza indagare invece in modo approfondito la possibilità di utilizzare strumenti extrapenali per la prevenzione del fenomeno dell’abuso sessuale ai danni di minori? Nella tesi si procederà ad analizzare il fenomeno della pedofilia (capitolo 1) sul piano storico, criminologico e psichiatrico; poi le modalità attraverso le quali tale fenomeno "entra" nell'ordinamento penale italiano (capitolo 2), con l'incriminazione delle condotte di violenza sessuale ai danni di minore, di atti sessuali con minorenne, di corruzione di minorenne, di adescamento di minorenni e le varie che afferiscono all'ambito dello sfruttamento sessuale infantile con particolare attenzione per le fattispecie di pedo pornografia. Al capitolo 3 si passerà poi in rassegna la repressione del fenomeno a livello europeo e le sperimentazioni sul piano trattamentale condotte negli Stati Uniti (con le "leggi di Megan" di registrazione e notificazione dei child offenders rilasciati) e nei Paesi scandinavi (con le misure di castrazione chimica anche preventiva). Infine, il capitolo 4 sarà dedicato alla ricerca di alternative all'incriminazione di atti prodromici dei pur gravi fatti di abuso sessuale ai danni di minore e alla riflessione circa il pericoloso avvicinarsi della legislazione antipedofilia al denigrato modello del "diritto penale del nemico".
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/1335