La malattia d’Alzheimer è la più comune forma di demenza al mondo, è caratterizzata principalmente dalla formazione di placche β-amiloide e grovigli neurofibrillari. Si stima che, in tutto il mondo, soffrono di demenza circa 40 milioni di persone e, questa cifra, potrebbe raddoppiare ogni 20 anni, almeno fino al 2050. Diversi fattori, esterni o interni, possono contribuire allo sviluppo di tale patologia. Questo elaborato prende in considerazione una possibile connessione tra l’intestino e il cervello definendola appunto “asse microbiota-intestino-cervello”. Infatti, da recenti studi si è visto che l’alterazione della composizione intestinale può essere determinata dall’aumento della permeabilità della barriera intestinale e dall’attivazione delle cellule immunitarie causando, in questo modo, una disfunzione della barriera ematoencefalica promuovendo così la neuroinfiammazione, l’apoptosi neuronale e, quindi, la possibilità di sviluppo del morbo di Alzheimer. Da qui, ci sono stati diversi studi che hanno cercato di studiare il ruolo della disbiosi del microbiota intestinale nella patogenesi di tale patologia e a prendere in considerazione l’ipotesi di un’eventuale modifica della composizione della microflora intestinale mediante una terapia, preventiva o terapeutica, basata principalmente su un’integrazione aggiunta di antibiotici, prebiotici e probiotici che può essere associata ad una dieta specifica per ciascun individuo. Questi studi possono essere utili per lo sviluppo di nuovi trattamenti e terapie per il morbo d’Alzheimer.

Il ruolo del microbiota intestinale nella malattia d'Alzheimer

TOSETTO, ELEONORA
2020/2021

Abstract

La malattia d’Alzheimer è la più comune forma di demenza al mondo, è caratterizzata principalmente dalla formazione di placche β-amiloide e grovigli neurofibrillari. Si stima che, in tutto il mondo, soffrono di demenza circa 40 milioni di persone e, questa cifra, potrebbe raddoppiare ogni 20 anni, almeno fino al 2050. Diversi fattori, esterni o interni, possono contribuire allo sviluppo di tale patologia. Questo elaborato prende in considerazione una possibile connessione tra l’intestino e il cervello definendola appunto “asse microbiota-intestino-cervello”. Infatti, da recenti studi si è visto che l’alterazione della composizione intestinale può essere determinata dall’aumento della permeabilità della barriera intestinale e dall’attivazione delle cellule immunitarie causando, in questo modo, una disfunzione della barriera ematoencefalica promuovendo così la neuroinfiammazione, l’apoptosi neuronale e, quindi, la possibilità di sviluppo del morbo di Alzheimer. Da qui, ci sono stati diversi studi che hanno cercato di studiare il ruolo della disbiosi del microbiota intestinale nella patogenesi di tale patologia e a prendere in considerazione l’ipotesi di un’eventuale modifica della composizione della microflora intestinale mediante una terapia, preventiva o terapeutica, basata principalmente su un’integrazione aggiunta di antibiotici, prebiotici e probiotici che può essere associata ad una dieta specifica per ciascun individuo. Questi studi possono essere utili per lo sviluppo di nuovi trattamenti e terapie per il morbo d’Alzheimer.
2020
The role of the gut microbiota in Alzheimer's disease
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/13503