La Risonanza Magnetica permette di visualizzare i tessuti non ossificati sfruttando un campo magnetico molto intenso, il quale però interagisce con tutti i materiali al suo interno, tra i quali sono di particolare interesse quelli ferromagnetici, che risentono particolarmente dell’influenza del campo stesso, e l’acciaio inossidabile utilizzato per le bande molari ortodontiche è uno di questi. Questa interazione può portare a un rischio di surriscaldamento, spostamento o distacco del dispositivo, con possibile ferimento del paziente, oltre a causare distorsioni nell’immagine. A causa di ciò, è richiesto preventivamente al paziente di far rimuovere dall’ortodontista tutte le apparecchiature ortodontiche, con notevoli disagi, legati al rischio di danneggiare lo smalto dentario, all’interruzione temporanea del trattamento, con la possibilità che occorrano movimenti dentali indesiderati prima del riposizionamento, e ad un rilevante dispendio economico e di tempo. Risulta perciò interessante valutare l’intensità degli effetti dovuti alla presenza delle bande durante un esame RM e i rischi associati, per analizzare la reale necessità di rimozione delle stesse. Questa tesi si propone di analizzare, tramite test in vitro, l’interazione tra bande molari e campo magnetico, in termini di surriscaldamento e variazione della forza di distacco, per quantificare gli eventuali rischi per il paziente e la conseguente necessità di rimuovere le stesse preventivamente. A tal fine, sono stati utilizzati 60 molari umani, suddivisi in 6 gruppi da 10 elementi ciascuno, ai quali sono state cementate le bande di acciaio inossidabile. 3 gruppi (1, 3 e 5) sono stati cementati con un cemento Vetroionomerico modificato con resina e gli altri 3 (2, 4, 6) con un Compomero, i due cementi più comunemente utilizzati per questo scopo. I gruppi 1 e 2 non sono stati sottoposti a risonanza (gruppi controllo). I gruppi 3 e 4 sono stati sottoposti a RM 1.5T e i gruppi 5 e 6 a RM 3 T. Prima e dopo l'esame è stata misurata la temperatura dei dispositivi con un termometro da contatto. Per tutti i gruppi sono state esaminate inoltre la forza di distacco al taglio e l'Indice di Adesivo Residuo (ARI). È stato rilevato un incremento della temperatura sulle bande (+ 2.94°C) e i tubi (+2.48°C) del gruppo 4, per il quale è stato utilizzato il Compomero ed è sottoposto a RM 1.5T, ma non di entità tale da compromettere la vitalità pulpare o l’integrità dei tessuti intraorali, clinicamente irrilevante, mentre la resistenza al taglio non è stata significativamente alterata. Pertanto, i dispositivi e i cementi testati risultano RM-compatibili con gli esami di risonanza magnetica a 1.5 T e a 3 T dal punto di vista della sicurezza per il paziente.

Ortodonzia e Risonanza Magnetica: variazione di temperatura e della forza di adesione delle bande ortodontiche dopo esame RM a 1.5T e 3T

BOLDRINI, ANDREA
2020/2021

Abstract

La Risonanza Magnetica permette di visualizzare i tessuti non ossificati sfruttando un campo magnetico molto intenso, il quale però interagisce con tutti i materiali al suo interno, tra i quali sono di particolare interesse quelli ferromagnetici, che risentono particolarmente dell’influenza del campo stesso, e l’acciaio inossidabile utilizzato per le bande molari ortodontiche è uno di questi. Questa interazione può portare a un rischio di surriscaldamento, spostamento o distacco del dispositivo, con possibile ferimento del paziente, oltre a causare distorsioni nell’immagine. A causa di ciò, è richiesto preventivamente al paziente di far rimuovere dall’ortodontista tutte le apparecchiature ortodontiche, con notevoli disagi, legati al rischio di danneggiare lo smalto dentario, all’interruzione temporanea del trattamento, con la possibilità che occorrano movimenti dentali indesiderati prima del riposizionamento, e ad un rilevante dispendio economico e di tempo. Risulta perciò interessante valutare l’intensità degli effetti dovuti alla presenza delle bande durante un esame RM e i rischi associati, per analizzare la reale necessità di rimozione delle stesse. Questa tesi si propone di analizzare, tramite test in vitro, l’interazione tra bande molari e campo magnetico, in termini di surriscaldamento e variazione della forza di distacco, per quantificare gli eventuali rischi per il paziente e la conseguente necessità di rimuovere le stesse preventivamente. A tal fine, sono stati utilizzati 60 molari umani, suddivisi in 6 gruppi da 10 elementi ciascuno, ai quali sono state cementate le bande di acciaio inossidabile. 3 gruppi (1, 3 e 5) sono stati cementati con un cemento Vetroionomerico modificato con resina e gli altri 3 (2, 4, 6) con un Compomero, i due cementi più comunemente utilizzati per questo scopo. I gruppi 1 e 2 non sono stati sottoposti a risonanza (gruppi controllo). I gruppi 3 e 4 sono stati sottoposti a RM 1.5T e i gruppi 5 e 6 a RM 3 T. Prima e dopo l'esame è stata misurata la temperatura dei dispositivi con un termometro da contatto. Per tutti i gruppi sono state esaminate inoltre la forza di distacco al taglio e l'Indice di Adesivo Residuo (ARI). È stato rilevato un incremento della temperatura sulle bande (+ 2.94°C) e i tubi (+2.48°C) del gruppo 4, per il quale è stato utilizzato il Compomero ed è sottoposto a RM 1.5T, ma non di entità tale da compromettere la vitalità pulpare o l’integrità dei tessuti intraorali, clinicamente irrilevante, mentre la resistenza al taglio non è stata significativamente alterata. Pertanto, i dispositivi e i cementi testati risultano RM-compatibili con gli esami di risonanza magnetica a 1.5 T e a 3 T dal punto di vista della sicurezza per il paziente.
2020
Orthodontics and Magnetic Resonance: variation of temperature and adhesion strength of orthodontic bands after MRI examination at 1.5T and 3T
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/13554