Le benzodiazepine rappresentano una delle classi di farmaci più prescritte a livello mondiale. Scoperte e brevettate negli anni ’60 con grande entusiasmo per le loro proprietà ansiolitiche, ipnotico-sedative e miorilassanti, manifestarono in breve tempo notevoli effetti collaterali dovuti a diffusi fenomeni di abuso, tra i quali rapido sviluppo di tolleranza e dipendenza. L’alterazione a livello dei recettori GABA-ergici, alla base della tolleranza farmacologica, determina una ridotta sensibilità agli effetti del farmaco che si traduce nella necessità di assumere dosi sempre più elevate per ottenere lo stesso effetto farmacologico. L’ulteriore stimolazione delle vie neuronali dopaminergiche, coinvolte nei sistemi di gratificazione e ricompensa, da parte delle benzodiazepine a livello del sistema nervoso centrale, può portare all’insorgenza di una dipendenza patologica, fisica e psichica, definita dal DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) come un serio problema di salute che riduce notevolmente la qualità di vita del soggetto. Nonostante le linee guida raccomandino una terapia ai minimi dosaggi necessari e non superiore alle quattro settimane, le assunzioni prolungate o croniche, a dosi maggiori rispetto a quelle prescritte, oppure l’approvvigionamento a scopi ricreativi, rappresentano tutt’oggi una problematica importante di uso improprio delle benzodiazepine. Nell’elaborato sono stati analizzati due studi epidemiologici; dal primo emerge come nella popolazione europea l’assunzione cronica su prescrizione medica abbia un’incidenza molto maggiore rispetto ad usi non medici, sottolineando una forte correlazione tra abuso e disturbi mentali o dipendenza da sostanze illecite. Negli Stati Uniti invece l’assunzione al di fuori delle indicazioni terapeutiche fa sì che le benzodiazepine siano tra le sostanze più abusate dalla popolazione. Dalla letteratura emerge come tale fenomeno sia coinvolto in aumenti di casi di overdose da oppioidi, tentativi di suicidio e episodi di criminalità. Il trattamento della dipendenza da benzodiazepine richiede diverse strategie coadiuvanti a una riduzione scalare della dose somministrata, basate sia su un approccio farmacologico, sia psicoterapeutico. L’informazione diretta al paziente, la corretta prescrizione medica e consultazioni che comprendono anche la figura del farmacista, sono importanti strumenti per prevenire l’instaurarsi di questo fenomeno.

Abuso e dipendenza patologica da benzodiazepine su prescrizione medica

MASSA, DEBORA
2020/2021

Abstract

Le benzodiazepine rappresentano una delle classi di farmaci più prescritte a livello mondiale. Scoperte e brevettate negli anni ’60 con grande entusiasmo per le loro proprietà ansiolitiche, ipnotico-sedative e miorilassanti, manifestarono in breve tempo notevoli effetti collaterali dovuti a diffusi fenomeni di abuso, tra i quali rapido sviluppo di tolleranza e dipendenza. L’alterazione a livello dei recettori GABA-ergici, alla base della tolleranza farmacologica, determina una ridotta sensibilità agli effetti del farmaco che si traduce nella necessità di assumere dosi sempre più elevate per ottenere lo stesso effetto farmacologico. L’ulteriore stimolazione delle vie neuronali dopaminergiche, coinvolte nei sistemi di gratificazione e ricompensa, da parte delle benzodiazepine a livello del sistema nervoso centrale, può portare all’insorgenza di una dipendenza patologica, fisica e psichica, definita dal DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) come un serio problema di salute che riduce notevolmente la qualità di vita del soggetto. Nonostante le linee guida raccomandino una terapia ai minimi dosaggi necessari e non superiore alle quattro settimane, le assunzioni prolungate o croniche, a dosi maggiori rispetto a quelle prescritte, oppure l’approvvigionamento a scopi ricreativi, rappresentano tutt’oggi una problematica importante di uso improprio delle benzodiazepine. Nell’elaborato sono stati analizzati due studi epidemiologici; dal primo emerge come nella popolazione europea l’assunzione cronica su prescrizione medica abbia un’incidenza molto maggiore rispetto ad usi non medici, sottolineando una forte correlazione tra abuso e disturbi mentali o dipendenza da sostanze illecite. Negli Stati Uniti invece l’assunzione al di fuori delle indicazioni terapeutiche fa sì che le benzodiazepine siano tra le sostanze più abusate dalla popolazione. Dalla letteratura emerge come tale fenomeno sia coinvolto in aumenti di casi di overdose da oppioidi, tentativi di suicidio e episodi di criminalità. Il trattamento della dipendenza da benzodiazepine richiede diverse strategie coadiuvanti a una riduzione scalare della dose somministrata, basate sia su un approccio farmacologico, sia psicoterapeutico. L’informazione diretta al paziente, la corretta prescrizione medica e consultazioni che comprendono anche la figura del farmacista, sono importanti strumenti per prevenire l’instaurarsi di questo fenomeno.
2020
Abuse and pathological dependence on prescription benzodiazepines
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