Backgroud: L’emergere di dispositivi point-of-care (POCD) ha aperto la strada allo sviluppo di nuovi modelli di cura, come le tecniche di Self-Monitoring (SM), come strategia per migliorare la gestione della terapia anticoagulante orale (TAO) di pazienti che assumono antagonisti della vitamina K (VKA). Nonostante l’utilizzo di modelli SM abbia dimostrato una minore incidenza di complicanze rispetto ai trattamenti di cura standard della terapia TAO, in Italia, il modello maggiormente utilizzato risulta essere ancora quello gestito dal medico negli ospedali o nei centri specialistici (Centri di Emostasi e Trombosi, CET). Obiettivo: Descrivere le barriere e gli ostacoli percepiti dagli infermieri all’implementazione dei modelli di SM nei pazienti in terapia anticoagulante orale, nel contesto italiano. Metodi: Il disegno di studio adottato è l’analisi qualitativa del contenuto con approccio ibrido tra metodo deduttivo ed induttivo. La raccolta dati è stata resa possibile grazie a un focus group, su un campione di sei infermieri che avessero esperienza nella gestione della terapia anticoagulante orale. Per l’analisi del contenuto, in particolare, sono state utilizzate le strategie di Protocol Coding e la Magnitude Coding che hanno permesso l’identificazione dei codici, con successiva derivazione dei temi dai dati ottenuti. Per valutare la qualità dello studio sono stati rispettati i criteri della checklist Consolidated Criteria for Reporting Qualitative Research (COREQ). Risultati: Dall’analisi sono state individuate due categorie principali, le barriere organizzative e le barriere individuali, e cinque sottocategorie. Gli infermieri vedevano come ostacolo la mancanza di una regolamentazione nazionale sul rimborso e utilizzabilità dei dispositivi POCD, nonché la mancanza di protocolli per la gestione del paziente in SM. Fondamentale è risultata essere la collaborazione multidisciplinare e lo sviluppo di figure come l’infermiere di famiglia o il case/care manager. Dal punto di vista individuale gli ostacoli emersi sono stati divisi in propri della figura infermieristica e dei pazienti in trattamento. Gli infermieri hanno mostrato la necessità di una migliore conoscenza specifica e di percorsi di formazione post base riconosciuti. Le barriere relative ai pazienti hanno indicato l’importanza dell’alfabetizzazione sanitaria e di programmi educazionali affinché potesse essere possibile implementare i modelli di SM. Infine un tema condiviso tra gli ostacoli emersi è risultato essere una variazione ingiustificata degli approcci utilizzati nella gestione clinica del paziente in terapia TAO a livello nazionale. Conclusioni: I risultati ottenuti sono in linea con gli studi presenti in letteratura relativi alle pratiche di autogestione. Lo studio ha mostrato la necessità di sviluppo di percorsi di gestione e cura specifici per il modello di gestione SM della terapia TAO in Italia, e la necessità di diffusione e crescita di figure come l’infermiere di famiglia o il case/care manager, per patologie specifiche. Parole Chiave: Terapia anticoagulante orale, ostacoli/barriere, Self Monitoring, Patient self testing, Patient self management

BARRIERE ALL'IMPLEMENTAZIONE DELL'AUTOMONITORAGGIO NELLA POPOLAZIONE IN TAO: UN FOCUS GROUP CON ANALISI QUALITATIVA DESCRITTIVA TRA GLI INFERMIERI ITALIANI

FALCHI, CHIARA
2020/2021

Abstract

Backgroud: L’emergere di dispositivi point-of-care (POCD) ha aperto la strada allo sviluppo di nuovi modelli di cura, come le tecniche di Self-Monitoring (SM), come strategia per migliorare la gestione della terapia anticoagulante orale (TAO) di pazienti che assumono antagonisti della vitamina K (VKA). Nonostante l’utilizzo di modelli SM abbia dimostrato una minore incidenza di complicanze rispetto ai trattamenti di cura standard della terapia TAO, in Italia, il modello maggiormente utilizzato risulta essere ancora quello gestito dal medico negli ospedali o nei centri specialistici (Centri di Emostasi e Trombosi, CET). Obiettivo: Descrivere le barriere e gli ostacoli percepiti dagli infermieri all’implementazione dei modelli di SM nei pazienti in terapia anticoagulante orale, nel contesto italiano. Metodi: Il disegno di studio adottato è l’analisi qualitativa del contenuto con approccio ibrido tra metodo deduttivo ed induttivo. La raccolta dati è stata resa possibile grazie a un focus group, su un campione di sei infermieri che avessero esperienza nella gestione della terapia anticoagulante orale. Per l’analisi del contenuto, in particolare, sono state utilizzate le strategie di Protocol Coding e la Magnitude Coding che hanno permesso l’identificazione dei codici, con successiva derivazione dei temi dai dati ottenuti. Per valutare la qualità dello studio sono stati rispettati i criteri della checklist Consolidated Criteria for Reporting Qualitative Research (COREQ). Risultati: Dall’analisi sono state individuate due categorie principali, le barriere organizzative e le barriere individuali, e cinque sottocategorie. Gli infermieri vedevano come ostacolo la mancanza di una regolamentazione nazionale sul rimborso e utilizzabilità dei dispositivi POCD, nonché la mancanza di protocolli per la gestione del paziente in SM. Fondamentale è risultata essere la collaborazione multidisciplinare e lo sviluppo di figure come l’infermiere di famiglia o il case/care manager. Dal punto di vista individuale gli ostacoli emersi sono stati divisi in propri della figura infermieristica e dei pazienti in trattamento. Gli infermieri hanno mostrato la necessità di una migliore conoscenza specifica e di percorsi di formazione post base riconosciuti. Le barriere relative ai pazienti hanno indicato l’importanza dell’alfabetizzazione sanitaria e di programmi educazionali affinché potesse essere possibile implementare i modelli di SM. Infine un tema condiviso tra gli ostacoli emersi è risultato essere una variazione ingiustificata degli approcci utilizzati nella gestione clinica del paziente in terapia TAO a livello nazionale. Conclusioni: I risultati ottenuti sono in linea con gli studi presenti in letteratura relativi alle pratiche di autogestione. Lo studio ha mostrato la necessità di sviluppo di percorsi di gestione e cura specifici per il modello di gestione SM della terapia TAO in Italia, e la necessità di diffusione e crescita di figure come l’infermiere di famiglia o il case/care manager, per patologie specifiche. Parole Chiave: Terapia anticoagulante orale, ostacoli/barriere, Self Monitoring, Patient self testing, Patient self management
2020
Barriers to implementing self-monitoring in the oral anticoagulated population: A focus group study with descriptive qualitative content analysis among Italian nurses
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/13701