The aim of this work is to examine some structural elements of Richard Wagner's aesthetic-philosophical thought and of his Ring des Nibelungen in order to find a fundamental and constant paradox, which constitutes the most part of Wagnerian view of world: that of a messianic-eschatological perspective - principally expressed by the concepts of "redemption" and "purely human" - contradicted in his inside by an opposite perspective, concentrated in the idea of a pagan-mythic reabsorption of the World in his original beginning. From the aesthetic point of view, we can deduce this paradox in the soteriological and political-revolutionary element referred to the drama of the future, compromised by a substantial "metaphysics of expression" which tends to summarise (and to reabsorb) in herself the whole experience of Greek-Western art in the exclusive form of mythic-poietic and musical rite. At the same time in the Tetralogy, the messianic element personified by the Wälsungen (and in particular by Siegfried and Brünnhilde) finally overturns itself in a pure fulfillment of the prescribed world-destiny, which corresponds with a total return of the vertical-masculine element (personified by Wotan) in the cyclic and dark womb of Earth (represented by Erda and the Norns). Also, the musical-leitmotivic dynamics of the Ring reflects this process of cyclization and gradual saturation of every (poetic and musical) archetype, especially linear, affirmative, and diatonic ones. Finally, with a short excursus on Parsifal and in Wagner's political-anthropological view, it is shown how the overturned eschatology (i.e., structurally impossible) represents the ultimate knot - never really solved - of the great German artist's figure.

L'obiettivo di questo studio è indagare alcuni elementi strutturali del pensiero estetico-filosofico di Richard Wagner e del suo Ring des Nibelungen al fine di rintracciarvi un paradosso cruciale e costante, comune alla gran parte dell'orizzonte wagneriano: quello di una radicale istanza messianico-escatologica - espressa principalmente dai concetti di "redenzione" e di "puramente umano" - contraddetta al suo interno da un'istanza opposta, che si può esprimere nell'idea di un riassorbimento mitico-pagano del mondo nel suo Principio originario. Dal punto di vista estetico, questo paradosso si evince dal connotato politico-rivoluzionario e soteriologico attribuito al dramma dell'avvenire, compromesso da una sostanziale "metafisica dell'espressione" che pretende di riassumere (e riassorbire) in sé l'intera esperienza dell'arte greco-occidentale nella forma esclusiva del rito mito-poietico e musicale. Nella Tetralogia ugualmente, l'elemento messianico incarnato dalla stirpe dei Wälsungen - e in particolare da Siegfried e Brünnhilde - finisce ad ultimo per rovesciarsi in un puro adempimento del destino cosmico già prescritto, corrispondente ad un totale ritorno dell'elemento verticale-maschile (rappresentato da Wotan) nel grembo ciclico e oscuro della terra (incarnato da Erda e dalle Norne). La stessa dinamica leitmotivica e musicale del Ring riflette questo processo di ciclizzazione e saturazione progressiva di tutti gli archetipi (poetici e musicali) di tipo lineare, affermativo e diatonico. Con un breve excursus finale sul Parsifal e sulla visione politico-antropologica di Wagner, si mostra infine come l'escatologia rovesciata (ossia strutturalmente impossibilitata) rappresenti il nodo ultimo, mai veramente disciolto, dell'immensa figura del drammaturgo tedesco.

Mito e musica. Escatologia del riassorbimento nella Tetralogia e nel pensiero di Richard Wagner

CIMICHELLA, LUCA
2020/2021

Abstract

The aim of this work is to examine some structural elements of Richard Wagner's aesthetic-philosophical thought and of his Ring des Nibelungen in order to find a fundamental and constant paradox, which constitutes the most part of Wagnerian view of world: that of a messianic-eschatological perspective - principally expressed by the concepts of "redemption" and "purely human" - contradicted in his inside by an opposite perspective, concentrated in the idea of a pagan-mythic reabsorption of the World in his original beginning. From the aesthetic point of view, we can deduce this paradox in the soteriological and political-revolutionary element referred to the drama of the future, compromised by a substantial "metaphysics of expression" which tends to summarise (and to reabsorb) in herself the whole experience of Greek-Western art in the exclusive form of mythic-poietic and musical rite. At the same time in the Tetralogy, the messianic element personified by the Wälsungen (and in particular by Siegfried and Brünnhilde) finally overturns itself in a pure fulfillment of the prescribed world-destiny, which corresponds with a total return of the vertical-masculine element (personified by Wotan) in the cyclic and dark womb of Earth (represented by Erda and the Norns). Also, the musical-leitmotivic dynamics of the Ring reflects this process of cyclization and gradual saturation of every (poetic and musical) archetype, especially linear, affirmative, and diatonic ones. Finally, with a short excursus on Parsifal and in Wagner's political-anthropological view, it is shown how the overturned eschatology (i.e., structurally impossible) represents the ultimate knot - never really solved - of the great German artist's figure.
2020
Myth and Music. Eschatology of Reabsorption in Richard Wagner's Tetralogy and Thought
L'obiettivo di questo studio è indagare alcuni elementi strutturali del pensiero estetico-filosofico di Richard Wagner e del suo Ring des Nibelungen al fine di rintracciarvi un paradosso cruciale e costante, comune alla gran parte dell'orizzonte wagneriano: quello di una radicale istanza messianico-escatologica - espressa principalmente dai concetti di "redenzione" e di "puramente umano" - contraddetta al suo interno da un'istanza opposta, che si può esprimere nell'idea di un riassorbimento mitico-pagano del mondo nel suo Principio originario. Dal punto di vista estetico, questo paradosso si evince dal connotato politico-rivoluzionario e soteriologico attribuito al dramma dell'avvenire, compromesso da una sostanziale "metafisica dell'espressione" che pretende di riassumere (e riassorbire) in sé l'intera esperienza dell'arte greco-occidentale nella forma esclusiva del rito mito-poietico e musicale. Nella Tetralogia ugualmente, l'elemento messianico incarnato dalla stirpe dei Wälsungen - e in particolare da Siegfried e Brünnhilde - finisce ad ultimo per rovesciarsi in un puro adempimento del destino cosmico già prescritto, corrispondente ad un totale ritorno dell'elemento verticale-maschile (rappresentato da Wotan) nel grembo ciclico e oscuro della terra (incarnato da Erda e dalle Norne). La stessa dinamica leitmotivica e musicale del Ring riflette questo processo di ciclizzazione e saturazione progressiva di tutti gli archetipi (poetici e musicali) di tipo lineare, affermativo e diatonico. Con un breve excursus finale sul Parsifal e sulla visione politico-antropologica di Wagner, si mostra infine come l'escatologia rovesciata (ossia strutturalmente impossibilitata) rappresenti il nodo ultimo, mai veramente disciolto, dell'immensa figura del drammaturgo tedesco.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/13745