Quando un medicinale viene autorizzato all’immissione in commercio, il suo bilancio tra rischi e benefici è positivo, ma questo precario equilibrio è destinato inevitabilmente a cambiare durante la vita del farmaco. Per questo è necessario che ogni medicinale abbia un adeguato sistema di gestione del rischio, che includa le attività di minimizzazione del rischio attuate al fine di limitare i rischi. I contraccettivi ormonali combinati espongono le donne a numerosi rischi, primo tra tutti il rischio di formazione di coagulo di sangue e conseguenti eventi tromboembolici. Nell’ultimo decennio, con il potenziamento del Risk Management, è stata introdotta una serie di interventi volti a limitare il rischio di tromboembolismo nelle utilizzatrici di questi medicinali, fornendo agli operatori sanitari e alle pazienti maggiore consapevolezza sui fattori di rischio e sui principali sintomi, attraverso la diffusione di strumenti educazionali. Dopo alcuni anni dall’introduzione di queste misure addizionali di minimizzazione del rischio, è significativo svolgere una valutazione della loro efficacia e analizzare l’impatto che hanno avuto sulla pratica clinica. Attraverso questo lavoro è stata condotta un’indagine trasversale tra farmacisti che praticano la loro professione nelle farmacie del territorio italiano al fine di valutare il loro coinvolgimento nella gestione delle segnalazioni di reazioni avverse e nella gestione dei problemi di sicurezza correlati ai contraccettivi ormonali. Il farmacista è uno dei protagonisti all’interno del sistema di farmacovigilanza, grazie alla sua quotidiana vicinanza ai pazienti, sorveglia la loro sicurezza, promuovendo un uso sicuro e razionale dei medicinali. Nel valutare la performance di questi interventi, sono stati utilizzati indicatori di processo e di risultato, che permettono di evidenziare lo scostamento tra gli obiettivi preposti e i risultati raggiunti, mettendo in luce le fragilità del sistema di gestione del rischio di questa classe di medicinali.
Farmacovigilanza e gestione del rischio nei contraccettivi ormonali combinati: indagine tra i farmacisti sull’efficacia delle misure di minimizzazione del rischio
MAZZA, BEATRICE
2020/2021
Abstract
Quando un medicinale viene autorizzato all’immissione in commercio, il suo bilancio tra rischi e benefici è positivo, ma questo precario equilibrio è destinato inevitabilmente a cambiare durante la vita del farmaco. Per questo è necessario che ogni medicinale abbia un adeguato sistema di gestione del rischio, che includa le attività di minimizzazione del rischio attuate al fine di limitare i rischi. I contraccettivi ormonali combinati espongono le donne a numerosi rischi, primo tra tutti il rischio di formazione di coagulo di sangue e conseguenti eventi tromboembolici. Nell’ultimo decennio, con il potenziamento del Risk Management, è stata introdotta una serie di interventi volti a limitare il rischio di tromboembolismo nelle utilizzatrici di questi medicinali, fornendo agli operatori sanitari e alle pazienti maggiore consapevolezza sui fattori di rischio e sui principali sintomi, attraverso la diffusione di strumenti educazionali. Dopo alcuni anni dall’introduzione di queste misure addizionali di minimizzazione del rischio, è significativo svolgere una valutazione della loro efficacia e analizzare l’impatto che hanno avuto sulla pratica clinica. Attraverso questo lavoro è stata condotta un’indagine trasversale tra farmacisti che praticano la loro professione nelle farmacie del territorio italiano al fine di valutare il loro coinvolgimento nella gestione delle segnalazioni di reazioni avverse e nella gestione dei problemi di sicurezza correlati ai contraccettivi ormonali. Il farmacista è uno dei protagonisti all’interno del sistema di farmacovigilanza, grazie alla sua quotidiana vicinanza ai pazienti, sorveglia la loro sicurezza, promuovendo un uso sicuro e razionale dei medicinali. Nel valutare la performance di questi interventi, sono stati utilizzati indicatori di processo e di risultato, che permettono di evidenziare lo scostamento tra gli obiettivi preposti e i risultati raggiunti, mettendo in luce le fragilità del sistema di gestione del rischio di questa classe di medicinali.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/13773