Background: L'attuale situazione pandemica ha riacceso nella comunità medica la discussione circa il tema della vaccinazione. In questo lavoro abbiamo analizzato la campagna vaccinale anti-vaiolosa condotta a Pavia all'inizio dell'800, con l'obiettivo di esplorare i parallelismi esistenti sul piano organizzativo e comunicativo con la situazione odierna, per ricavarne indicazioni generali applicabili a qualsiasi periodo storico. Metodologia: Per la raccolta dei materiali abbiamo ricercato fonti primarie in vari istituti archivistici del territorio pavese e milanese ed abbiamo analizzato gli scritti ed i Regolamenti dell'epoca circa gli specifici argomenti di nostro interesse. Risultati: Dai documenti esaminati è emerso un quadro complesso, in cui la città di Pavia e il suo Ateneo hanno ricoperto un ruolo fondamentale nell'introduzione delle innovazioni in campo di igiene pubblica e medicina preventiva. L'autonomia gestionale e finanziaria ricoperta dalle comunità parrocchiali, che si configuravano come punto di erogazione delle prestazioni sanitarie, ricalcava l'odierna organizzazione in distretti ed hub vaccinali. Fenomeni come la "vaccine hesitancy" erano di notevole rilevanza anche all'epoca: le motivazioni dietro a questa incertezza erano legate soprattutto ad un rilassamento indotto dal miglioramento della situazione pandemica. La discussione circa l'introduzione della vaccinazione obbligatoria come mezzo risolutivo era più che mai viva: questa soluzione era auspicata soprattutto dai medici locali, mentre il pur dispotico ed autoritario governo austriaco agiva con più cautela scendendo a compromessi che garantivano l'ordine sociale. L'approccio comunicativo all'epoca come oggi prevedeva il ricorso a testimonial, figure riconoscibili e stimate che riuscissero a comunicare in maniera diretta ed empatica con la popolazione. Venne altresì riconosciuta l'importanza della personalizzazione delle tecniche di comunicazione in base all'alfabetizzazione sanitaria, o "health literacy" dei cittadini, fornendo ai meno istruiti strumenti alternativi ai libri ed ai trattati come cere e rappresentazioni grafiche che esemplificassero i principali temi sanitari. Conclusioni: Molti degli aspetti organizzativi di base e di comunicazione analizzati si sono mantenuti sorprendentemente simili nei secoli; altri si sono modificati ed evoluti. Interessante notare come i contemporanei governi democratici abbiano mantenuto un approccio similmente prudente rispetto all'obbligo vaccinale, lasciando questa soluzione come ultima spiaggia. Le motivazioni circa la vaccine hesitancy si sono ampliate, con l'aggiunta della sfiducia verso le istituzioni sanitarie e governative. Le strategie comunicative si sono conservate, nei principi, molto simili, pur cambiando gli interpreti.

Vaccinazione anti-vaiolosa di massa nella Pavia del primo '800: analisi dei profili di attualità in ambito epidemiologico, organizzativo e di comunicazione

BOZZONI, FRANCESCO
2020/2021

Abstract

Background: L'attuale situazione pandemica ha riacceso nella comunità medica la discussione circa il tema della vaccinazione. In questo lavoro abbiamo analizzato la campagna vaccinale anti-vaiolosa condotta a Pavia all'inizio dell'800, con l'obiettivo di esplorare i parallelismi esistenti sul piano organizzativo e comunicativo con la situazione odierna, per ricavarne indicazioni generali applicabili a qualsiasi periodo storico. Metodologia: Per la raccolta dei materiali abbiamo ricercato fonti primarie in vari istituti archivistici del territorio pavese e milanese ed abbiamo analizzato gli scritti ed i Regolamenti dell'epoca circa gli specifici argomenti di nostro interesse. Risultati: Dai documenti esaminati è emerso un quadro complesso, in cui la città di Pavia e il suo Ateneo hanno ricoperto un ruolo fondamentale nell'introduzione delle innovazioni in campo di igiene pubblica e medicina preventiva. L'autonomia gestionale e finanziaria ricoperta dalle comunità parrocchiali, che si configuravano come punto di erogazione delle prestazioni sanitarie, ricalcava l'odierna organizzazione in distretti ed hub vaccinali. Fenomeni come la "vaccine hesitancy" erano di notevole rilevanza anche all'epoca: le motivazioni dietro a questa incertezza erano legate soprattutto ad un rilassamento indotto dal miglioramento della situazione pandemica. La discussione circa l'introduzione della vaccinazione obbligatoria come mezzo risolutivo era più che mai viva: questa soluzione era auspicata soprattutto dai medici locali, mentre il pur dispotico ed autoritario governo austriaco agiva con più cautela scendendo a compromessi che garantivano l'ordine sociale. L'approccio comunicativo all'epoca come oggi prevedeva il ricorso a testimonial, figure riconoscibili e stimate che riuscissero a comunicare in maniera diretta ed empatica con la popolazione. Venne altresì riconosciuta l'importanza della personalizzazione delle tecniche di comunicazione in base all'alfabetizzazione sanitaria, o "health literacy" dei cittadini, fornendo ai meno istruiti strumenti alternativi ai libri ed ai trattati come cere e rappresentazioni grafiche che esemplificassero i principali temi sanitari. Conclusioni: Molti degli aspetti organizzativi di base e di comunicazione analizzati si sono mantenuti sorprendentemente simili nei secoli; altri si sono modificati ed evoluti. Interessante notare come i contemporanei governi democratici abbiano mantenuto un approccio similmente prudente rispetto all'obbligo vaccinale, lasciando questa soluzione come ultima spiaggia. Le motivazioni circa la vaccine hesitancy si sono ampliate, con l'aggiunta della sfiducia verso le istituzioni sanitarie e governative. Le strategie comunicative si sono conservate, nei principi, molto simili, pur cambiando gli interpreti.
2020
Early 1800's widespread smallpox vaccination campaign in Pavia: modern aspects through the epidemiological, organizational and communication fields
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/13782