Il progressivo aumento della popolazione, l’utilizzo non sostenibile di materie prime e risorse naturali, insieme all’attuale modello economico lineare generano una quantità di scarti e inquinamento che non sono più tollerabili. Per cercare di contrastare il cambiamento climatico, i paesi sviluppati adottano l'economia circolare come nuovo sistema che promette essere un’alternativa per la valorizzazione e il riutilizzo di materie prime e scarti, in modo da minimizzare il loro impatto ambientale e abbassare drasticamente la produzione di rifiuti. Il settore cosmetico nella transizione circolare potrebbe trarre vantaggi dalla manipolazione e valorizzazione dei derivati agroalimentari perché ricchi di proprietà benefiche per l'organismo umano. La produzione di olio d’oliva crea ingenti quantità di perdite: foglie, noccioli, sansa, acqua di scarto (olive millwastewater OMW). Quest’ultima, anche per effetto di falle nel sistema legislativo, una volta abbandonata nell’ambiente, suolo o acqua risulta essere sgradevole (per odore e colore), inquinante e fitotossica per via della sua composizione organica ricca di polifenoli e agenti antiossidanti. Questo stesso aspetto negativo per l’ambiente può essere un valore aggiunto in altri campi, diventando ingrediente attivo per preparati farmaceutici, cosmetici, mangime per bestiame ma anche energia, biocarburante e polimeri. Da un’analisi chimico-fisica di OMW si nota che contiene molti composti funzionali (grazie a polifenoli e soprattutto idrossitirosolo e oleuropeina) comuni all’olio d’oliva. Una sua valorizzazione potrebbe portare, nel settore cosmetico, a proprietà antibatteriche, antiossidanti per contrastare segni da stress, invecchiamento e grazie ad acidi grassi e minerali potrebbe diventare un fattore di protezione e idratazione della pelle. I trattamenti che si propongono di recuperare composti bioattivi e acqua, o per generare biogas, polimeri ecc., sono diversi e noti da tempo; l’inconveniente che ne impedisce un reale utilizzo su scala industriale è dovuto per lo più, alla quantità di energia necessaria al procedimento o al costo economico di materiali, attrezzature e manodopera. Le tecnologie per la gestione di OMW si possono suddividere in biologiche (digestione aerobica, anaerobica, enzimatica) o non biologiche che a loro volta si distinguono in più categorie: metodi fisici, termici o fisico-chimici. Una prospettiva interessante, futuribile ed ecosostenibile per la gestione dello scarto e la sua valorizzazione è la filtrazione attraverso membrane in sequenza. Questo sistema sicuro, economico ed efficiente, recupera selettivamente i composti fenolici in base alla loro massa molecolare. Un altro metodo comune per l’estrazione di polifenoli in quanto semplice, riutilizzabile, dove non vi è trasformazione dei composti target ed economico è l’adsorbimento mediante resine, o meglio con materiali adsorbenti eco-friendly come la buccia di banana che ha dimostrato avere capacità adsorbenti del contenuto fenolico di OMW. In ultimo, a favore del progetto di recupero di ingredienti attivi per uso cosmetico dagli scarti di produzione di olio d’oliva vi è l’andamento del mercato cosmetico. Infatti, da studi e indagini condotte sui progressi che muovono il marketing cosmetico si nota come l’odierno consumatore prediliga prodotti più naturali, eco compatibili e una maggiore trasparenza da parte delle aziende sulla composizione dei loro prodotti e sui procedimenti di lavorazione. In generale cresce l’attenzione per il benessere della persona in modo ecologico e naturale, dunque, l’intensificarsi del dibattito intorno ai cambiamenti climatici e alla salute hanno ispirato lo sviluppo di nuovi prodotti cosmetici. Date le circostanze si auspica possibile l’utilizzo dello scarto agroalimentare dell’olio d’oliva in un’economia circolare, che sia eco-sostenibile e di tendenza nel settore cosmetico
Valorizzazione dello scarto di produzione dell’olio d’oliva come ingrediente funzionale cosmetico ecosostenibile
BOLLANI, REBECCA
2020/2021
Abstract
Il progressivo aumento della popolazione, l’utilizzo non sostenibile di materie prime e risorse naturali, insieme all’attuale modello economico lineare generano una quantità di scarti e inquinamento che non sono più tollerabili. Per cercare di contrastare il cambiamento climatico, i paesi sviluppati adottano l'economia circolare come nuovo sistema che promette essere un’alternativa per la valorizzazione e il riutilizzo di materie prime e scarti, in modo da minimizzare il loro impatto ambientale e abbassare drasticamente la produzione di rifiuti. Il settore cosmetico nella transizione circolare potrebbe trarre vantaggi dalla manipolazione e valorizzazione dei derivati agroalimentari perché ricchi di proprietà benefiche per l'organismo umano. La produzione di olio d’oliva crea ingenti quantità di perdite: foglie, noccioli, sansa, acqua di scarto (olive millwastewater OMW). Quest’ultima, anche per effetto di falle nel sistema legislativo, una volta abbandonata nell’ambiente, suolo o acqua risulta essere sgradevole (per odore e colore), inquinante e fitotossica per via della sua composizione organica ricca di polifenoli e agenti antiossidanti. Questo stesso aspetto negativo per l’ambiente può essere un valore aggiunto in altri campi, diventando ingrediente attivo per preparati farmaceutici, cosmetici, mangime per bestiame ma anche energia, biocarburante e polimeri. Da un’analisi chimico-fisica di OMW si nota che contiene molti composti funzionali (grazie a polifenoli e soprattutto idrossitirosolo e oleuropeina) comuni all’olio d’oliva. Una sua valorizzazione potrebbe portare, nel settore cosmetico, a proprietà antibatteriche, antiossidanti per contrastare segni da stress, invecchiamento e grazie ad acidi grassi e minerali potrebbe diventare un fattore di protezione e idratazione della pelle. I trattamenti che si propongono di recuperare composti bioattivi e acqua, o per generare biogas, polimeri ecc., sono diversi e noti da tempo; l’inconveniente che ne impedisce un reale utilizzo su scala industriale è dovuto per lo più, alla quantità di energia necessaria al procedimento o al costo economico di materiali, attrezzature e manodopera. Le tecnologie per la gestione di OMW si possono suddividere in biologiche (digestione aerobica, anaerobica, enzimatica) o non biologiche che a loro volta si distinguono in più categorie: metodi fisici, termici o fisico-chimici. Una prospettiva interessante, futuribile ed ecosostenibile per la gestione dello scarto e la sua valorizzazione è la filtrazione attraverso membrane in sequenza. Questo sistema sicuro, economico ed efficiente, recupera selettivamente i composti fenolici in base alla loro massa molecolare. Un altro metodo comune per l’estrazione di polifenoli in quanto semplice, riutilizzabile, dove non vi è trasformazione dei composti target ed economico è l’adsorbimento mediante resine, o meglio con materiali adsorbenti eco-friendly come la buccia di banana che ha dimostrato avere capacità adsorbenti del contenuto fenolico di OMW. In ultimo, a favore del progetto di recupero di ingredienti attivi per uso cosmetico dagli scarti di produzione di olio d’oliva vi è l’andamento del mercato cosmetico. Infatti, da studi e indagini condotte sui progressi che muovono il marketing cosmetico si nota come l’odierno consumatore prediliga prodotti più naturali, eco compatibili e una maggiore trasparenza da parte delle aziende sulla composizione dei loro prodotti e sui procedimenti di lavorazione. In generale cresce l’attenzione per il benessere della persona in modo ecologico e naturale, dunque, l’intensificarsi del dibattito intorno ai cambiamenti climatici e alla salute hanno ispirato lo sviluppo di nuovi prodotti cosmetici. Date le circostanze si auspica possibile l’utilizzo dello scarto agroalimentare dell’olio d’oliva in un’economia circolare, che sia eco-sostenibile e di tendenza nel settore cosmeticoÈ consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/13806