Il melanoma è un tumore maligno che origina dalla trasformazione neoplastica dei melanociti. Pur rappresentando il 4% dei tumori cutanei è responsabile del 65% delle morti per cancro alla cute. L’incidenza del melanoma è in costante aumento e, nella popolazione italiana, rappresenta il secondo tumore più frequente nei maschi sotto i 50 anni e il terzo più frequente nelle femmine sotto i 50 anni. Numerosi studi dimostrano che lo spessore del melanoma rappresenta il fattore prognostico più importante nel predire la sopravvivenza del paziente. Infatti, la sopravvivenza del paziente diminuisce all’aumentare dello spessore del melanoma: melanomi con spessore inferiore a 0,76 mm hanno una sopravvivenza del 99% a 5 anni e del 92% a 10 anni, melanomi con spessore di 1 mm hanno una sopravvivenza dell’80% a 10 anni e melanomi con spessore superiore a 4 mm hanno una sopravvivenza del 50% a 10 anni. Da questi dati si evince l’importanza della diagnosi precoce per consentire il riscontro di melanomi con lo spessore più sottile possibile. E’ stato dimostrato da alcuni studi che la maggior parte dei melanomi vengono riscontrati dal paziente stesso, mentre una minore percentuale di casi viene riscontrata da altre persone. Sulla base di queste premesse, è stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 506 pazienti in follow-up presso l’Ambulatorio Melanoma della Clinica Dermatologica della Fondazione IRCCS Policlino San Matteo di Pavia. I pazienti sono stati sottoposti ad un questionario in merito alle modalità di riscontro del melanoma, nel quale è stato chiesto loro se avessero riscontrato in prima persona la presenza della lesione atipica oppure se il riscontro fosse avvenuto occasionalmente da parte del medico (medico di medicina generale, dermatologo o altri) o da parte di altre persone (partner, amici, parenti). I dati ottenuti in merito alla modalità di osservazione sono stati correlati con dati clinici, fenotipici, istologici e prognostici. L’obiettivo dello studio è di identificare le eventuali variabili correlate ad una maggiore possibilità di autoriscontro del melanoma in modo da indirizzare le campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e al paziente stesso, al fine consentire una diagnosi di melanoma il più precoce possibile.
Diagnosi precoce di melanoma: il ruolo dell'auto osservazione cutanea Studio osservazionale retrospettivo di 506 pazienti
MAZZOCCOLI, MARTINA
2020/2021
Abstract
Il melanoma è un tumore maligno che origina dalla trasformazione neoplastica dei melanociti. Pur rappresentando il 4% dei tumori cutanei è responsabile del 65% delle morti per cancro alla cute. L’incidenza del melanoma è in costante aumento e, nella popolazione italiana, rappresenta il secondo tumore più frequente nei maschi sotto i 50 anni e il terzo più frequente nelle femmine sotto i 50 anni. Numerosi studi dimostrano che lo spessore del melanoma rappresenta il fattore prognostico più importante nel predire la sopravvivenza del paziente. Infatti, la sopravvivenza del paziente diminuisce all’aumentare dello spessore del melanoma: melanomi con spessore inferiore a 0,76 mm hanno una sopravvivenza del 99% a 5 anni e del 92% a 10 anni, melanomi con spessore di 1 mm hanno una sopravvivenza dell’80% a 10 anni e melanomi con spessore superiore a 4 mm hanno una sopravvivenza del 50% a 10 anni. Da questi dati si evince l’importanza della diagnosi precoce per consentire il riscontro di melanomi con lo spessore più sottile possibile. E’ stato dimostrato da alcuni studi che la maggior parte dei melanomi vengono riscontrati dal paziente stesso, mentre una minore percentuale di casi viene riscontrata da altre persone. Sulla base di queste premesse, è stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 506 pazienti in follow-up presso l’Ambulatorio Melanoma della Clinica Dermatologica della Fondazione IRCCS Policlino San Matteo di Pavia. I pazienti sono stati sottoposti ad un questionario in merito alle modalità di riscontro del melanoma, nel quale è stato chiesto loro se avessero riscontrato in prima persona la presenza della lesione atipica oppure se il riscontro fosse avvenuto occasionalmente da parte del medico (medico di medicina generale, dermatologo o altri) o da parte di altre persone (partner, amici, parenti). I dati ottenuti in merito alla modalità di osservazione sono stati correlati con dati clinici, fenotipici, istologici e prognostici. L’obiettivo dello studio è di identificare le eventuali variabili correlate ad una maggiore possibilità di autoriscontro del melanoma in modo da indirizzare le campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e al paziente stesso, al fine consentire una diagnosi di melanoma il più precoce possibile.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/13822