Vita flessibile. Un approccio etnografico alle nuove modalità di lavoro in azienda.

La tesi è stata ispirata dall'esperienza di tirocinio svolta in occasione della Magistrale Plus e da alcune osservazioni di carattere etnografico sull'azienda ospitante. Le note di campo sono servite come base per sviluppare delle riflessioni teoriche riguardanti il tema della flessibilità all'interno del contesto lavorativo contemporaneo. La parola flessibilità è infatti presente in molti dei discorsi quotidiani che le persone sentono in azienda. La flessibilità non si configura solo come un nuovo modello organizzativo delle imprese ma anche come leitmotiv della vita professionale del lavoratore contemporaneo. Attraverso considerazioni inerenti a diversi aspetti della vita aziendale, sia riguardanti l'impresa sia le persone che la compongono, si cerca mano a mano di far emergere un ritratto più generale del significato del termine flessibilità all'interno di questo contesto. Si prende ad esempio in esame il modo in cui le aziende pianificano i tempi di lavoro e progettano gli spazi ma anche lo stile relazionale del dipendente modello. A supporto delle riflessioni sulla flessibilità sono stati adoperati alcuni testi dei più importanti pensatori della contemporaneità come Zygmunt Bauman, Marc Augé e Richard Sennett. Oltre a una discussione del tema della flessibilità, in questo lavoro sono presenti anche alcune considerazioni più generali sulle possibilità dell'etnografia nella contemporaneità, in contesti come l'azienda. Il mondo globalizzato infatti presenta nuove sfide all'etnografo che inizia ad osservare non solo culture distanti dalla propria ma anche realtà più vicine. Si impone dunque una riflessione preliminare sul concetto stesso di cultura, sullo statuto del resoconto etnografico e sul ruolo dell'etnografo in una realtà in rapido cambiamento. In questa parte della trattazione avviene un confronto multidisciplinare con gli scritti di autori come Ulf Hannerz, Arjun Appadurai, Ugo Fabietti, Vincenzo Matera e Paul Ricoeur.