Nella pratica clinica quotidiana l’adozione di riabilitazioni protesiche supportate da impianti è sempre più frequente grazie allo sviluppo della merceologia, la riduzione dei costi e la prognosi progressivamente più favorevole in funzione degli sviluppi compiuti in tale branca dell’odontoiatria. Appare chiara, dunque, la costante necessità di migliore le caratteristiche delle fixture implantari dal punto di vista macrometrico e micrometrico tramite geometrie piuttosto strutturate e trattamenti di superficie in grado di aumentare esponenzialmente nono solo l’area di contatto tra tessuto osseo e superficie implantare ma anche l’incremento dell’adsorbimento di proteine propedeutico allo sviluppo dell’intero processo biologico di osteointegrazione in grado di conferire stabilità e predicibilità agli impianti e, conseguentemente, alle protesi supportate da questi. L’adsorbimento delle proteine sulla superficie implantare e la formazione di tessuto osseo a contatto con la superficie implantare sono resi possibili dalla presenza di uno strato di ossido di titanio amorfo formatosi in maniera spontanea a seguito del contatto delle leghe di titanio con l’ossigeno atmosferico, tale ossido di titanio, se sottoposto a temperature elevate, può assumere delle confermazioni cristalline note come anatase, rutile e brookite. Numerosi studi pubblicati in letteratura internazionale hanno per oggetto l’analisi della neoapposizione di tessuto osseo ed i gradi di adesione batterica a livello di campioni di titanio ed impianti sottoposti a differenti trattamenti di superficie, tuttavia, pochi studi invece analizzano tali parametri in funzione dell’eventuale presenza di fasi cristalline dell’ossido di titanio. Lo scopo di questa sperimentazioni è la valutazione tramite spettroscopia Raman dell’eventuale formazione di fasi cristalline dell’ossido di titanio su 4 differenti tipologie di campioni di titanio grado 5 (secondo standard ASTM F1295) sottoposti a diversi trattamenti di superficie, inoltre i medesimi campioni sono stati sottoposti ad analisi in vitro dell’adesione batterica tramite colture di Staphylococcus aureus subsp. aureus (ATCC 23235) con l’obiettivo di valutare la presenza di una correlazione tra adesione batterica e presenza fasi cristalline. I risultati ottenuti da questa sperimentazione hanno rilevato come la formazione di organizzazione dell’ossido di titanio in fasi cristalline aumenti in funzione della maggior lavorazione di superficie cui sono sottoposti i campioni di titanio, in particolare dall’analisi dell’adesione batterica si nota come tali valori di formazione di biofilm si riducano sensibilmente nei campioni che presentano un maggior livello di organizzazione cristallina dell’oxide layer. Tuttavia, tali risultati, sono da analizzare in funzione della ridotta significatività dello studio legata alle sue caratteristiche in vitro, per questo motivo si rende necessaria la progettazione di un’analisi in vivo della differente neoapposizione di tessuto osseo ed adesione batterica a carico di impianti presentati dei livelli elevati di organizzazione cristallina dell’ossido di titanio per poter validare i risultati a minor significatività ottenuti dal presente studio.
ADESIONE BATTERICA SU DIFFERENTI SUPERFICI IMPLANTARI: STUDIO IN VITRO SU CAMPIONI DI TITANIO GRADO 5.
NESTOLA, DAVIDE
2021/2022
Abstract
Nella pratica clinica quotidiana l’adozione di riabilitazioni protesiche supportate da impianti è sempre più frequente grazie allo sviluppo della merceologia, la riduzione dei costi e la prognosi progressivamente più favorevole in funzione degli sviluppi compiuti in tale branca dell’odontoiatria. Appare chiara, dunque, la costante necessità di migliore le caratteristiche delle fixture implantari dal punto di vista macrometrico e micrometrico tramite geometrie piuttosto strutturate e trattamenti di superficie in grado di aumentare esponenzialmente nono solo l’area di contatto tra tessuto osseo e superficie implantare ma anche l’incremento dell’adsorbimento di proteine propedeutico allo sviluppo dell’intero processo biologico di osteointegrazione in grado di conferire stabilità e predicibilità agli impianti e, conseguentemente, alle protesi supportate da questi. L’adsorbimento delle proteine sulla superficie implantare e la formazione di tessuto osseo a contatto con la superficie implantare sono resi possibili dalla presenza di uno strato di ossido di titanio amorfo formatosi in maniera spontanea a seguito del contatto delle leghe di titanio con l’ossigeno atmosferico, tale ossido di titanio, se sottoposto a temperature elevate, può assumere delle confermazioni cristalline note come anatase, rutile e brookite. Numerosi studi pubblicati in letteratura internazionale hanno per oggetto l’analisi della neoapposizione di tessuto osseo ed i gradi di adesione batterica a livello di campioni di titanio ed impianti sottoposti a differenti trattamenti di superficie, tuttavia, pochi studi invece analizzano tali parametri in funzione dell’eventuale presenza di fasi cristalline dell’ossido di titanio. Lo scopo di questa sperimentazioni è la valutazione tramite spettroscopia Raman dell’eventuale formazione di fasi cristalline dell’ossido di titanio su 4 differenti tipologie di campioni di titanio grado 5 (secondo standard ASTM F1295) sottoposti a diversi trattamenti di superficie, inoltre i medesimi campioni sono stati sottoposti ad analisi in vitro dell’adesione batterica tramite colture di Staphylococcus aureus subsp. aureus (ATCC 23235) con l’obiettivo di valutare la presenza di una correlazione tra adesione batterica e presenza fasi cristalline. I risultati ottenuti da questa sperimentazione hanno rilevato come la formazione di organizzazione dell’ossido di titanio in fasi cristalline aumenti in funzione della maggior lavorazione di superficie cui sono sottoposti i campioni di titanio, in particolare dall’analisi dell’adesione batterica si nota come tali valori di formazione di biofilm si riducano sensibilmente nei campioni che presentano un maggior livello di organizzazione cristallina dell’oxide layer. Tuttavia, tali risultati, sono da analizzare in funzione della ridotta significatività dello studio legata alle sue caratteristiche in vitro, per questo motivo si rende necessaria la progettazione di un’analisi in vivo della differente neoapposizione di tessuto osseo ed adesione batterica a carico di impianti presentati dei livelli elevati di organizzazione cristallina dell’ossido di titanio per poter validare i risultati a minor significatività ottenuti dal presente studio.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/14208