A partire dalla scoperta degli antibiotici, grossi progressi sono stati fatti in ambito sanitario, tuttavia, alcune sfide sono rimaste ancora senza risposta. Una di queste è la lotta contro l’antibiotico resistenza. Con l’uso smoderato degli antibiotici, soprattutto in medicina, agricoltura e zootecnia i microrganismi sono diventati sempre più aggressivi e resistenti, tanto da non rispondere più alle tradizionali terapie antimicrobiche. In questo contesto, i ricercatori hanno posto la loro attenzione sui peptidi antimicrobici (Antimicrobiol peptides, AMPs). Essi sono effettori del sistema immunitario innato di diversi organismi: animali, piante, funghi, batteri, protisti e perfino l’uomo. I peptidi sono piccole molecole (circa 5-50 residui amminoacidici) di natura anfipatica e con carica positiva. Hanno meccanismi d’azione unici che vanno a colpire strutture altamente conservate, come le membrane fosfolipidiche. In queste creano dei fori che inducono perdita dell’integrità di membrana, con conseguente morte del microrganismo. Possono agire anche a livello intracellulare sulla biosintesi delle proteine o sulla replicazione del DNA. Il vantaggio degli AMPs è che riescono ad agire su numerosi patogeni come batteri, funghi, virus, protozoi, ma anche cellule tumorali. Lo scopo di questa tesi è fare una presentazione semplice e chiara di quali sono le fonti di peptidi naturali, di come dai peptidi naturali si è passati a quelli di sintesi, per poi andare a parlare dell’applicazione di AMPs per la cura delle ulcere nel piede diabetico. Un altro aspetto fondamentale che verrà affrontato è la sinergia tra terapie antimicrobiche. I peptidi possono essere combinati con antibiotici, altri peptidi, o con istoni, al fine di ottenere una maggiore efficacia contro i patogeni e minori effetti collaterali per l’ospite. Gli AMPs, in particolar modo quelli sintetici, hanno rappresentato una svolta nel trattamento di microrganismi multiresistenti. Nonostante ciò, trovare il così detto peptide ideale è un processo lungo ed elaborato, che ancora oggi richiede studi ulteriormente approfonditi.
Peptidi antimicrobici: una nuova arma contro l’antibiotico resistenza
OSTAGOLI, ALICE
2020/2021
Abstract
A partire dalla scoperta degli antibiotici, grossi progressi sono stati fatti in ambito sanitario, tuttavia, alcune sfide sono rimaste ancora senza risposta. Una di queste è la lotta contro l’antibiotico resistenza. Con l’uso smoderato degli antibiotici, soprattutto in medicina, agricoltura e zootecnia i microrganismi sono diventati sempre più aggressivi e resistenti, tanto da non rispondere più alle tradizionali terapie antimicrobiche. In questo contesto, i ricercatori hanno posto la loro attenzione sui peptidi antimicrobici (Antimicrobiol peptides, AMPs). Essi sono effettori del sistema immunitario innato di diversi organismi: animali, piante, funghi, batteri, protisti e perfino l’uomo. I peptidi sono piccole molecole (circa 5-50 residui amminoacidici) di natura anfipatica e con carica positiva. Hanno meccanismi d’azione unici che vanno a colpire strutture altamente conservate, come le membrane fosfolipidiche. In queste creano dei fori che inducono perdita dell’integrità di membrana, con conseguente morte del microrganismo. Possono agire anche a livello intracellulare sulla biosintesi delle proteine o sulla replicazione del DNA. Il vantaggio degli AMPs è che riescono ad agire su numerosi patogeni come batteri, funghi, virus, protozoi, ma anche cellule tumorali. Lo scopo di questa tesi è fare una presentazione semplice e chiara di quali sono le fonti di peptidi naturali, di come dai peptidi naturali si è passati a quelli di sintesi, per poi andare a parlare dell’applicazione di AMPs per la cura delle ulcere nel piede diabetico. Un altro aspetto fondamentale che verrà affrontato è la sinergia tra terapie antimicrobiche. I peptidi possono essere combinati con antibiotici, altri peptidi, o con istoni, al fine di ottenere una maggiore efficacia contro i patogeni e minori effetti collaterali per l’ospite. Gli AMPs, in particolar modo quelli sintetici, hanno rappresentato una svolta nel trattamento di microrganismi multiresistenti. Nonostante ciò, trovare il così detto peptide ideale è un processo lungo ed elaborato, che ancora oggi richiede studi ulteriormente approfonditi.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/14306