La soia è una pianta erbacea, annuale, estiva, con portamento eretto originaria dell’Asia orientale, dove è iniziato il suo addomesticamento circa 6000-9000 anni fa. Intorno al XVIII secolo si è diffusa in Europa e successivamente negli Stati Uniti, dove è diventata una coltura di grande importanza economica. La soia è una ricca fonte di proteine e contiene tutti gli amminoacidi essenziali richiesti nella dieta umana ma, a differenza delle proteine animali, non contiene colesterolo e presenta meno grassi saturi. I semi di soia sono generalmente composti dal 35-40% di proteine, circa il 20% di lipidi, circa il 9% di fibre e per l’8,5% di umidità in base al peso secco dei semi crudi maturi. Grazie alle ottime proprietà di questi componenti, la soia viene molto utilizzata a scopo alimentare sia umano che animale. La coltivazione della soia può essere anche biologica che, a differenza di quella tradizionale, è volta a produrre alimenti impiegando sostanze e processi naturali, evitando sostanze chimiche di sintesi. Per promuovere la crescita delle piante in agricoltura biologica è possibile utilizzare prodotti diversi dai fertilizzanti, i biostimolanti, essi presentano molti effetti positivi: dall’aumento della fertilità del terreno alla maggiore resistenza delle piante agli stress, oltre al miglioramento nell’assorbimento e nell’assimilazione dei nutrienti. Lo scopo di questo lavoro di tesi, svolto presso l’azienda Innova-Tech s.r.l, è di verificare se l’utilizzo di due biostimolanti soia abbiano effetti sulla quantità e sulla qualità del raccolto. Essendo una coltura la cui produttività dipende dal numero di fiori fertilizzati e dall’accrescimento dei baccelli, la soia necessita di condizioni e trattamenti speciali per esaltarne la massima produttività, per questo motivo in questo studio sono stati utilizzati due biostimolanti con obiettivi differenti: Biostimolante I: è progettato per attivare i geni responsabili dei processi produttivi, quindi per aumentare il grado di fecondazione dei fiori e ottenere un incremento del numero di baccelli produttivi con conseguente aumento della produzione finale. Biostimolante II: è studiato per attivare l’espressione dei geni responsabili dell’accumulo di carboidrati e proteine nei baccelli durante la fase di completamento del seme e maturazione dei baccelli per ottenere produzioni elevate e di alta qualità. Per valutare l’efficacia di questi prodotti sono state svolte due prove dimostrative nel nord-ovest italiano, in particolare a Spinetta Marengo (AL) e a Zerbolò (PV) che presentano terreni differenti e difficili per la coltivazione della soia, in cui i due biostimolanti sono stati utilizzati seguendo il medesimo protocollo di applicazione. Per la valutazione dell’aumento di produttività, al momento della raccolta è stato misurato il peso del prodotto, l’umidità e il peso specifico, successivamente è stato fatto un confronto fra il numero di baccelli, il numero di semi per baccello e le condizioni del seme delle diverse parcelle. Per la valutazione della qualità della granella sono state svolte analisi nella sede di Corteva™ Agriscience a Gadesco Pieve Delmona (CR), utilizzando la spettroscopia a vicino infrarosso (NIR) per verificare il contenuto di lipidi, proteine e sostanza secca dei semi, mentre mediante analisi HPLC-MS è stata valutata la presenza di micotossine. L’obiettivo di queste prove dimostrative è quello di valutare su piccola scala se effettivamente i biostimolanti utilizzati portano a un aumento della produttività della coltura in modo da stabilire se effettuare delle prove sperimentali con un maggior numero di ripetizioni e metodi di applicazione che permetteranno di ottenere dei risultati più esaustivi e utilizzabili su larga scala, riducendo l’utilizzo dei fitofarmaci e aumentando la diffusione dell’agricoltura biologica.
Valutazione degli effetti qualitativi e quantitativi di biostimolanti sulla soia (Glycine max)
CASASCHI, ELISA
2020/2021
Abstract
La soia è una pianta erbacea, annuale, estiva, con portamento eretto originaria dell’Asia orientale, dove è iniziato il suo addomesticamento circa 6000-9000 anni fa. Intorno al XVIII secolo si è diffusa in Europa e successivamente negli Stati Uniti, dove è diventata una coltura di grande importanza economica. La soia è una ricca fonte di proteine e contiene tutti gli amminoacidi essenziali richiesti nella dieta umana ma, a differenza delle proteine animali, non contiene colesterolo e presenta meno grassi saturi. I semi di soia sono generalmente composti dal 35-40% di proteine, circa il 20% di lipidi, circa il 9% di fibre e per l’8,5% di umidità in base al peso secco dei semi crudi maturi. Grazie alle ottime proprietà di questi componenti, la soia viene molto utilizzata a scopo alimentare sia umano che animale. La coltivazione della soia può essere anche biologica che, a differenza di quella tradizionale, è volta a produrre alimenti impiegando sostanze e processi naturali, evitando sostanze chimiche di sintesi. Per promuovere la crescita delle piante in agricoltura biologica è possibile utilizzare prodotti diversi dai fertilizzanti, i biostimolanti, essi presentano molti effetti positivi: dall’aumento della fertilità del terreno alla maggiore resistenza delle piante agli stress, oltre al miglioramento nell’assorbimento e nell’assimilazione dei nutrienti. Lo scopo di questo lavoro di tesi, svolto presso l’azienda Innova-Tech s.r.l, è di verificare se l’utilizzo di due biostimolanti soia abbiano effetti sulla quantità e sulla qualità del raccolto. Essendo una coltura la cui produttività dipende dal numero di fiori fertilizzati e dall’accrescimento dei baccelli, la soia necessita di condizioni e trattamenti speciali per esaltarne la massima produttività, per questo motivo in questo studio sono stati utilizzati due biostimolanti con obiettivi differenti: Biostimolante I: è progettato per attivare i geni responsabili dei processi produttivi, quindi per aumentare il grado di fecondazione dei fiori e ottenere un incremento del numero di baccelli produttivi con conseguente aumento della produzione finale. Biostimolante II: è studiato per attivare l’espressione dei geni responsabili dell’accumulo di carboidrati e proteine nei baccelli durante la fase di completamento del seme e maturazione dei baccelli per ottenere produzioni elevate e di alta qualità. Per valutare l’efficacia di questi prodotti sono state svolte due prove dimostrative nel nord-ovest italiano, in particolare a Spinetta Marengo (AL) e a Zerbolò (PV) che presentano terreni differenti e difficili per la coltivazione della soia, in cui i due biostimolanti sono stati utilizzati seguendo il medesimo protocollo di applicazione. Per la valutazione dell’aumento di produttività, al momento della raccolta è stato misurato il peso del prodotto, l’umidità e il peso specifico, successivamente è stato fatto un confronto fra il numero di baccelli, il numero di semi per baccello e le condizioni del seme delle diverse parcelle. Per la valutazione della qualità della granella sono state svolte analisi nella sede di Corteva™ Agriscience a Gadesco Pieve Delmona (CR), utilizzando la spettroscopia a vicino infrarosso (NIR) per verificare il contenuto di lipidi, proteine e sostanza secca dei semi, mentre mediante analisi HPLC-MS è stata valutata la presenza di micotossine. L’obiettivo di queste prove dimostrative è quello di valutare su piccola scala se effettivamente i biostimolanti utilizzati portano a un aumento della produttività della coltura in modo da stabilire se effettuare delle prove sperimentali con un maggior numero di ripetizioni e metodi di applicazione che permetteranno di ottenere dei risultati più esaustivi e utilizzabili su larga scala, riducendo l’utilizzo dei fitofarmaci e aumentando la diffusione dell’agricoltura biologica.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/14308