La divulgazione scientifica nella scena contemporanea: il caso di "Bepi Colombo. Il pescatore di stelle"

Over the years, theater and science had the opportunity to come together in many circumstances, so that nowadays the term ‘theater-science’ is quite complex and encompasses different questions. The present work aims to analyze this term and the related phenomenon, trying to highlight the particularities and characteristics that have distinguished this union; apparently obsolete but which, in reality,brings with it various points of contact. In fact, the spectacularization and the narration have been repeatedly taken up by different nations, which have benefited from it in order to emphasize the dissemination of scientific topics. Up to now we can find two opposing models that speak about this union. The first one is the PES model (Public Engagement with Science), which places at the center the inclusion and the active participation of citizens in the construction of scientific knowledge. On the other hand, the PUS model (Public Understanding of Science), aims to transmits scientific knowledge in a vertical way, from the scientist to the scientifically illiterate people. In these two cases, theater-science is a phenomenon that has often been taken up (especially by the PES model) as a tool capable of stimulating the active participation of the spectator and therefore capable of involving a participation by stimulating the public's curiosity, so that they can welcome the experience and learn otherwise unknown concepts. This is the reason why I decided to analyze this phenomenon, trying to focus on all the particularities that it brings with it, both in historical terms and relational terms, studying the categories that have cooperated in its unity. In the first chapter I decided to reconstruct the story of the phenomenon ‘theater-science’, proceeding through a bibliographic investigation and trying to outline the various categories that have been created thanks to the different kinds of relationships between the actors, the public, and the two disciplines. In the second chapter it is my intention to analyze “Life of Galileo” by Bertolt Brecht, a case study that opens the doors to the theater-science phenomenon and that places the life of the man, who is considered as the father of modern science, at the center of the play. At the center of the third chapter instead, it is possible to find the analysis of how physicists, mathematicians and actors appear in the theater of the XX century, taking as a reference some theatrical plays whose protagonists are these men of science and their scientific innovations, in particular the discoveries concerning new projects related to the nuclear program carried out by both the USA and the URSS. In the fourth chapter, I discuss and analyze the internship path related to the creation of an original painting carried out as part of a project for the 800th anniversary of the University of Padua, in which I was able to participate working alongside the director Gianfranco Pedullà, to the playwright Emanuela Agostini, to the actors Amerigo Fontani and Roberto Caccavo, to and Professor David Burigana (Professor of History of the International Organization in Padua). In the end, the fifth chapter contains some interviews I conducted with the main professional figures who collaborated in the creation of the dramaturgy, in order to highlight the path of realization of the piece trying to underline the various points of view of the director, the playwright, the actors and professor David Burigana, who has chosen to stage a character that best represents the University of Padua, such as Giuseppe Colombo.

Il teatro e la scienza, durante gli anni, hanno avuto modo di unirsi in molteplici circostanze, tanto che il termine teatro-scienza risulta ormai alquanto complesso e racchiude in sé questioni diverse. Il presente lavoro si propone di analizzare il termine e il fenomeno teatro-scienza, cercando di evidenziarne le peculiarità e le caratteristiche che hanno contraddistinto questa unione apparentemente così desueta ma che, in realtà, porta con sé vari punti di contatto. La spettacolarizzazione e la narrazione sono state, infatti, più volte riprese dagli scienziati, che ne hanno usufruito allo scopo di dar maggior rilievo alla divulgazione di argomenti scientifici. Fino ad oggi possiamo ritrovare due modelli contrapposti che parlano di tale unione. Il primo è quello del PES (Public Engagement with Science) che pone al centro del suo modello l’inclusione e la partecipazione attiva del cittadino nella costruzione del sapere scientifico; mentre, il secondo, quello del PUS (Public Understanding of Scienze), si propone di trasmettere la conoscenza scientifica in modo verticale, dallo scienziato al popolo scientificamente illetterato. In questi due casi, il teatro-scienza, è un fenomeno che spesso è stato ripreso (soprattutto dal modello del PES) in quanto strumento in grado di stimolare la partecipazione attiva dello spettatore e quindi capace di coinvolgerlo maggiormente, cercando – in questo modo – di provocare la curiosità del pubblico affinché egli possa accogliere l’esperienza e apprendere nuovi concetti a lui probabilmente sconosciuti. Per tali motivi, si è deciso di analizzare il fenomeno, cercando di soffermarci su tutte le peculiarità che esso porta con sé, sia in termini storici, che in termini di categorie che si sono sviluppate in relazione a tale connubio. Nel primo capitolo si è scelto di ricostruire storicamente il fenomeno teatro-scienza, procedendo attraverso un’indagine bibliografica, provando a delineare le varie categorie che si sono venute a creare grazie al diverso rapporto in cui si interfacciano gli attori, il pubblico, ma soprattutto le due discipline. Nel secondo capitolo si è deciso di analizzare "Vita di Galileo" di Bertolt Brecht, caso studio che apre le porte al fenomeno teatro-scienza e che pone al centro della pièce la vita di colui che è considerato il padre della scienza moderna. Al centro del terzo capitolo, invece, si è posta l’analisi riguardante i fisici, i matematici e gli scienziati nel teatro del 900, prendendo come riferimento alcune rappresentazioni teatrali che hanno come protagonisti proprio i fisici e i matematici del 900 e le loro innovazioni scientifiche, tra cui – in particolar modo – le scoperte riguardanti i nuovi progetti relativi al programma nucleare portato avanti sia dagli USA che dall’URSS. Nel quarto capitolo, invece, si è scelto di trattare ed analizzare il percorso di tirocinio relativo alla creazione di una drammaturgia originale ideata in occasione del progetto per gli 800 anni dell’Università di Padova, al quale ho potuto partecipare attivamente grazie al lavoro svolto accanto al regista Gianfranco Pedullà, alla drammaturga Emanuela Agostini, all’attore Amerigo Fontani e Roberto Caccavo, al Professor David Burigana (Professore di Storia dell’organizzazione Internazionale a Padova). Il quinto capitolo, infine, è caratterizzato dalle interviste delle principali figure professionali che hanno collaborato alla creazione della drammaturgia, in modo da evidenziare il percorso di realizzazione della pièce cercando di sottolinearne i vari punti di vista del regista, del drammaturgo, dell’attore e del Professor David Burigana che ha scelto di portare in scena un personaggio che rappresenta al meglio l’Università di Padova, come Giuseppe Colombo.