This thesis has the objective of making a realistic proposal for the European Union about how to deal with climate change. At first, the reasons why a Green New Deal should be adopted are highlighted, in particular: the environmental aspect, the importance of being energetically independent, which would bring both political and economic advantages by saving billions of euros each year, and the need for these investments to be made by a political entity with large economic availability, strong technological development and many specialized workers as the EU has. Indeed, the lock-in effect brought private investors to focus on the technology with the highest marginal returns, making our society strongly reliant on fossil fuels. The EU would act as an ‘entrepreneurial state’, with a long-term view, focused not only on the economic returns. Once ‘mature’, these technologies will grant higher efficiency and economic returns, the learning-by-doing effect will improve these aspects even more. As a consequence, private investors will be attracted, and, with them, other countries will follow the path of the EU. The thesis continues by analyzing both the early proposals of the Green New Deal and the more recent ones. In addition, the pathways proposed for meeting net-zero emissions by 2050, in accordance with the Paris Agreement, are analyzed, highlighting the need for a change in how we define the concepts of growth and sustainability. Finally, a Green New Deal proposal for the EU is made. It would set the 2030 emissions reduction target to 65%, with an estimated cost of €600 billion, achievable through different funding sources. In addition, in order to make the fairest climate transition possible, is presented a series of investments for decarbonizing the economy while generating a net-growth in jobs.

La tesi si pone l’obiettivo di elaborare una proposta realistica per l’Unione Europea riguardo a come affrontare il tema del cambiamento climatico. Vengono innanzitutto delineate alcune ragioni per cui adottare un Green New Deal, in particolare: l’aspetto ambientale, l’importanza di essere energeticamente indipendenti, che porterebbe vantaggi politici oltre che a risparmiare centinaia di miliardi di euro l’anno, e la necessità che questi investimenti siano guidati da un’istituzione pubblica dalle grandi disponibilità economiche, tecnologiche e con un alto numero di lavoratori specializzati come l’Unione Europea. Infatti, l’esistenza di un effetto lock-in dovuto alla presenza di rendimenti crescenti da adozione, continua rendere economicamente più vantaggioso per i privati investire nelle tecnologie a più ampia diffusione, rendendo così più difficile la transizione dalle tecnologie basate sui combustibili “fossili” a quelle “verdi”, sebbene queste potrebbero risultare tecnologicamente ed economicamente più vantaggiose nel lungo periodo. L’UE dovrebbe agire da ‘stato imprenditore’ con una visione più di lungo termine, non incentrata unicamente sul ritorno economico di breve periodo allo scopo di favorire la diffusione delle tecnologie verdi e renderle così appetibili per i privati, generando un crowding-in dell’investimento. Una volta ‘mature’ queste tecnologie garantiranno maggiore efficienza e più alti ritorni economici e per effetto del learning-by-doing questi aspetti miglioreranno ulteriormente. In questo modo verranno attirati anche investitori privati e altri paesi seguiranno lo stesso percorso. La tesi prosegue analizzando sia quelle che sono state le prime proposte di Green New Deal sia quelle più attuali. Vengono analizzati i percorsi proposti per arrivare a emissioni zero nel 2050 come richiesto dall’Accordo di Parigi, ponendo in evidenza la necessità di ridefinire i concetti di crescita e di sostenibilità. Infine, viene fatta una proposta di Green New Deal per l’UE la quale fisserebbe l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 al 65%. Il costo stimato ammonterebbe a €600 miliardi l’anno, recuperabili da varie fonti. Inoltre, vengono illustrati quali sarebbero gli investimenti più efficaci per decarbonizzare l’economia generando posti di lavoro, in modo da garantire la transizione climatica più equa possibile.

The Green New Deal: How Europe can lead the climate transition

GALLEGATI, GIACOMO
2019/2020

Abstract

This thesis has the objective of making a realistic proposal for the European Union about how to deal with climate change. At first, the reasons why a Green New Deal should be adopted are highlighted, in particular: the environmental aspect, the importance of being energetically independent, which would bring both political and economic advantages by saving billions of euros each year, and the need for these investments to be made by a political entity with large economic availability, strong technological development and many specialized workers as the EU has. Indeed, the lock-in effect brought private investors to focus on the technology with the highest marginal returns, making our society strongly reliant on fossil fuels. The EU would act as an ‘entrepreneurial state’, with a long-term view, focused not only on the economic returns. Once ‘mature’, these technologies will grant higher efficiency and economic returns, the learning-by-doing effect will improve these aspects even more. As a consequence, private investors will be attracted, and, with them, other countries will follow the path of the EU. The thesis continues by analyzing both the early proposals of the Green New Deal and the more recent ones. In addition, the pathways proposed for meeting net-zero emissions by 2050, in accordance with the Paris Agreement, are analyzed, highlighting the need for a change in how we define the concepts of growth and sustainability. Finally, a Green New Deal proposal for the EU is made. It would set the 2030 emissions reduction target to 65%, with an estimated cost of €600 billion, achievable through different funding sources. In addition, in order to make the fairest climate transition possible, is presented a series of investments for decarbonizing the economy while generating a net-growth in jobs.
2019
The Green New Deal: How Europe can lead the climate transition
La tesi si pone l’obiettivo di elaborare una proposta realistica per l’Unione Europea riguardo a come affrontare il tema del cambiamento climatico. Vengono innanzitutto delineate alcune ragioni per cui adottare un Green New Deal, in particolare: l’aspetto ambientale, l’importanza di essere energeticamente indipendenti, che porterebbe vantaggi politici oltre che a risparmiare centinaia di miliardi di euro l’anno, e la necessità che questi investimenti siano guidati da un’istituzione pubblica dalle grandi disponibilità economiche, tecnologiche e con un alto numero di lavoratori specializzati come l’Unione Europea. Infatti, l’esistenza di un effetto lock-in dovuto alla presenza di rendimenti crescenti da adozione, continua rendere economicamente più vantaggioso per i privati investire nelle tecnologie a più ampia diffusione, rendendo così più difficile la transizione dalle tecnologie basate sui combustibili “fossili” a quelle “verdi”, sebbene queste potrebbero risultare tecnologicamente ed economicamente più vantaggiose nel lungo periodo. L’UE dovrebbe agire da ‘stato imprenditore’ con una visione più di lungo termine, non incentrata unicamente sul ritorno economico di breve periodo allo scopo di favorire la diffusione delle tecnologie verdi e renderle così appetibili per i privati, generando un crowding-in dell’investimento. Una volta ‘mature’ queste tecnologie garantiranno maggiore efficienza e più alti ritorni economici e per effetto del learning-by-doing questi aspetti miglioreranno ulteriormente. In questo modo verranno attirati anche investitori privati e altri paesi seguiranno lo stesso percorso. La tesi prosegue analizzando sia quelle che sono state le prime proposte di Green New Deal sia quelle più attuali. Vengono analizzati i percorsi proposti per arrivare a emissioni zero nel 2050 come richiesto dall’Accordo di Parigi, ponendo in evidenza la necessità di ridefinire i concetti di crescita e di sostenibilità. Infine, viene fatta una proposta di Green New Deal per l’UE la quale fisserebbe l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 al 65%. Il costo stimato ammonterebbe a €600 miliardi l’anno, recuperabili da varie fonti. Inoltre, vengono illustrati quali sarebbero gli investimenti più efficaci per decarbonizzare l’economia generando posti di lavoro, in modo da garantire la transizione climatica più equa possibile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/144