Il trapianto di tessuti cutanei rappresenta un’importante soluzione terapeutica per il trattamento di lesioni cutanee estese, fornendo una protezione adeguata e permettendo il miglioramento del risultato clinico della ferita. Tuttavia, nel mercato attuale non esiste ancora un sostituto cutaneo ideale per il trattamento di ferite difficili. Si è visto che la cute allogenica rappresenta la tipologia di sostituto maggiormente utilizzata per il trattamento ferite acute – in particolare le ustioni - e croniche. Eppure, nonostante i numerosi vantaggi nella sua applicazione, la cute allogenica è caratterizzata da alcuni svantaggi, tra cui il rigetto. In questo scenario, l’ingegneria tissutale, ambito della medicina rigenerativa, offre approcci alternativi per promuovere la guarigione e ottenere il ripristino a lungo termine e completo della cute danneggiata. Nel caso particolare, l’obiettivo di questo campo risiede nella realizzazione di scaffold biologici biocompatibili e biodegradabili, che siano in grado di velocizzare il processo di guarigione ma soprattutto di evitare complicanze immunologiche offrendo, quindi, una maggiore probabilità di successo. A tal proposito, il tessuto dermico decellularizzato o acellular dermal matrix (ADM) ha assistito, nell’ultimo ventennio, ad un crescente sviluppo e utilizzo in ambito clinico, diventando un approccio terapeutico attraente, in quanto visto come estremamente sicuro e con alti tassi di guarigione rispetto alle cure standard.
Produzione di medicazioni a base di derma decellularizzato
KHODRI, IMAN
2020/2021
Abstract
Il trapianto di tessuti cutanei rappresenta un’importante soluzione terapeutica per il trattamento di lesioni cutanee estese, fornendo una protezione adeguata e permettendo il miglioramento del risultato clinico della ferita. Tuttavia, nel mercato attuale non esiste ancora un sostituto cutaneo ideale per il trattamento di ferite difficili. Si è visto che la cute allogenica rappresenta la tipologia di sostituto maggiormente utilizzata per il trattamento ferite acute – in particolare le ustioni - e croniche. Eppure, nonostante i numerosi vantaggi nella sua applicazione, la cute allogenica è caratterizzata da alcuni svantaggi, tra cui il rigetto. In questo scenario, l’ingegneria tissutale, ambito della medicina rigenerativa, offre approcci alternativi per promuovere la guarigione e ottenere il ripristino a lungo termine e completo della cute danneggiata. Nel caso particolare, l’obiettivo di questo campo risiede nella realizzazione di scaffold biologici biocompatibili e biodegradabili, che siano in grado di velocizzare il processo di guarigione ma soprattutto di evitare complicanze immunologiche offrendo, quindi, una maggiore probabilità di successo. A tal proposito, il tessuto dermico decellularizzato o acellular dermal matrix (ADM) ha assistito, nell’ultimo ventennio, ad un crescente sviluppo e utilizzo in ambito clinico, diventando un approccio terapeutico attraente, in quanto visto come estremamente sicuro e con alti tassi di guarigione rispetto alle cure standard.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/14677